Confagricoltura Sicilia critica la sceneggiata dei ‘nuovi’ bandi del PSR: “No Presidente, così non va, il tempo è scaduto e gli scenari sono inquietanti”. E tra gli scenari inquietanti si profila una pioggia di ricorsi al TAR che potrebbe bloccare la spesa dei fondi europei. La CIA siciliana sollecita “la riforma dei Consorzi di bonifica affinché la loro dirigenza e la gestione vengano date agli agricoltori, però liberi da debiti pregressi”
E’ pesantissimo e, per certi versi,senza precedenti, l’attacco che Confagricoltura Sicilia sferra al Governo regionale siciliano di Nello Musumeci. Nel mirino dell’organizzazione agricola, presieduta da Ettore Pottino, c’è la sceneggiata napoletana sui nuovi bandi del Piano di Sviluppo Rurale della Sicilia (PRS) e il ‘siluramento del dirigente generale del dipartimento Agricoltura, Carmelo Frittitta: un sacrificio che, con molta probabilità, il presidente della Regione ha dovuto effettuare per accontentare i suoi alleati.
La cosa inquietante è che non si capisce chi possano essere questi alleati: perché il dirigente generale chiamato a sostituire Frittitta – che poi è il vecchio dirigente generale del dipartimento Agricoltura: Dario Cartabellotta – è riuscito con indubbia abilità a restare sempre in prima fila con i tre precedenti presidenti della Regione: Totò Cuffaro, Raffaele Lombardo e Rosario Crocetta. Vai a capire che nomina – anzi rinomina – è quella di Cartabellotta.
Ma leggiamo insieme il comunicato al vetriolo di Confagricoltura Sicilia:
“L’annuncio del Musumeci sulla pioggia di milioni che inonderà i campi degli agricoltori siciliani ci lascia basiti – scrive Confagricoltura Sicilia -.Noi al posto del Presidente avremmo lasciato stare le dritte dei guru della comunicazione. Così ci riemerge quel fastidio urticante che ci ha colto quando il Cavaliere esternò in televisione che la crisi era una fake e che i ristoranti erano pieni e la gente si divertiva alla grande”.
Insomma, Musumeci viene paragonato a Berlusconi, noto per essere il più grande venditore di fumo della politica italiana.
“L’elefante ha partorito, o almeno ha annunciato di partorire un topolino – prosegue il comunicato -. Come si fa a millantare come un successo la messa in pista dei bandi in ritardo di anni con risorse irrisorie e un ritorno dissennato degli interventi a pioggia senza nessun obiettivo se non quello di elargire mancette? Avremmo preferito che il tutto fosse stato presentato anticipato dalle scuse ufficiali fatte agli agricoltori e sottolineando che, a causa di tutte le criticità che si sono presentate, non imputabili all’attuale Amministrazione, e all’esiguità delle risorse questo era il massimo che si potesse fare, ben consapevoli dell’oggettiva inadeguatezza. Come non chiedere scusa delle graduatorie abbandonate dei bandi conclusi e della mancata emissione di uno straccio di decreto?”.
“E invece? – prosegue la nota di Confagricoltura Sicilia – Oggi ripetiamo gli stessi errori del passato e in un momento così critico si sostituisce il dirigente in un pernicioso gioco dell’oca che rallenterà ove possibile la via crucis di questa maledetta programmazione. E il cammeo è che il sostituto è Dario Cartabellotta, sicuramente persona capace e competente, che ha vissuto lo stesso destino, quando fu destituito in corso d’opera nella scorsa programmazione in cui, tanto per cambiare, siamo arrivati in ‘zona Cesarini’.
No Presidente così non va, il tempo è scaduto e gli scenari sono inquietanti”.
E qui arriva l’affondo:
“Abbiamo fondati sospetti che i ricorsi al TAR affosseranno il primo bando della 4.1 e a catena seguiranno quelli delle altre misure. Una Caporetto del governo di cui pagherà le conseguenze l’agricoltura siciliana. Abbiamo dato tutto il tempo e il credito possibile e visto i risultati ce ne pentiamo amaramente”.
Quello dei ricorsi è un capitolo che tratteremo a parte. Ora diciamo soltanto che siamo davanti a un sistema sbagliato, perché, spesso, i fondi europei destinati all’Agricoltura o vanno a sostenere il reddito senza affrontare i problemi strutturali del settore, o finiscono con il favorire i pochi a danno degli interessi diffusi: in tutto con procedure che lasciano ampi margini non alla discrezionalità, ma all’arbitrio.
C’è anche un comunicato di Rosa Giovanna Castagna, presidente CIA Sicilia:
“Nell’ambito del Programma di sviluppo rurale 2014/2020, apprezziamo finalmente l’arrivo, anche se in ritardo, di bandi tanto attesi che abbiamo fortemente sollecitato. Inoltre, attendiamo la riforma dei Consorzi di bonifica affinché la loro dirigenza e la gestione vengano date agli agricoltori, però liberi da debiti pregressi”.