I siciliani, alla fine, chiedono solo un po’ normalità per la loro terra, un po’ di serietà, atti concreti. Ma ogni giorno che passa prendono atto che dall’attuale Parlamento dell’Isola non c’è nulla da aspettarsi. L’unico dato certo è il vuoto e l’inadeguatezza di chi tradisce il popolo siciliano che indegnamente rappresenta
di Adriana Vitale
È triste constatare e assistere alle solite manfrine, alle sempre verdi becere manovre di ‘Palazzo’, ai soliti stantii rituali. Una deprimente liturgia che si consuma nelle stanze dorate quando, quello che dovrebbe rappresentare il luogo più alto di attenzione verso il bene comune, diventa merce di scambio, ricatto, diventa subdola e nauseante battaglia intrisa di veleno e odio, diventa sgambetti, giochetti e tattica. Ed è allora, e non solo allora, che si misura la pochezza politica, incapace finanche di cogliere il sentimento comune di un popolo stanco e nauseato, incapace di cogliere malessere e segnali.
Gli eletti, subito dopo promesse, giuramenti e buoni propositi, iniziano a manifestare la propria insipienza e inconsistenza. Imperterriti provocano imbarazzo, non solo per l’inattività sconcertante, ma anche a causa dei loro rutti rumorosi, utili solo a giustificare l’inoperatività. Vivono nelle gabbie dorate e non comprendono il segnale chiaro e inequivocabile del popolo che li considera ormai obsoleti. Un peso morto, ingessato in un ruolo politico che non guarda oltre le finestre del palazzo.
Esternazioni, spesso politicamente volgari, che stridono come unghiate contro uno specchio, come altrettanto volgare è l’uso, anzi l’abuso del voto segreto, nato come strumento su temi che investono la coscienza personale, ormai diventata prassi da chi urla honestà e trasparenza. I siciliani li hanno avvertiti, ma continuano a non udire. Facciano pure, ma abbiano almeno il pudore di non pensare a voce alta mentre si nutrono, taluni di potere, altri della pancia della gente.
Non hanno compreso che il tempo è cambiato. Agiscono come vecchi nobili decaduti che vivono di vana gloria, sottovalutando la capacità del popolo di essersi abbondantemente schifato di certi comportamenti. La maggior parte di loro non è politicamente adatta ad occupare gli scranni del nobile Parlamento siciliano. È veramente imbarazzante per chi segue i lavori, si muovono come elefanti nella cristalleria, rompendo tutto ciò che hanno al tiro, altrettanto nauseante assistere a giochetti e tatticismi per meri interessi politici o peggio per rancore, non è più neppure aspra dialettica politica, è solo scontro tra nemici, nessun rispetto reciproco e istituzionale, solo la plastica dimostrazione del nulla e la sposmodica ricerca di consensi alle sempre verdi e perenni campagne elettorali.
Tutto ha un inizio e una fine che corrisponde ad un tempo preciso, il loro è finito. Figli del tempo che ammetteva certe logiche ormai abbondantemente superate e anche chi pensa di rappresentare il nuovo è già vecchio, avendo imparato trucchi e giochini fini a se stessi e non certamente utili al popolo. I siciliani non vogliono più vergognarsi, basta, davvero, a tutto c’è un limite. La gente è stanca e disperata e ha bisogno di sobrietà, di unione, di esempi virtuosi, di essere semplicemente amata. Alimentare rancore, odio, veleno, stupide diatribe non è amare questa terra. I siciliani chiedono solo normalità per la loro terra e s’indignano verso chi quotidianamente tradisce il popolo che indegnamente rappresenta.