Eh sì, in Alto Adige ci tengono alla tutela delle produzioni locali. Lì fioccano controlli e sequestri. La ‘bestia’ della globalizzazione dell’economia è tenuta sotto controllo. E in Sicilia e nel Sud? Nessun controllo o quasi per il grano duro che arriva con le navi. In compenso sono arrivati i leghisti di Salvini che, nelle teste dei meridionali che gli vanno dietro, risolveranno tutti i problemi. E meno male che nel Sud abbiamo la ‘cultura millenaria’…
Certo, la notizia è pesante: scoprire che in Alto Adige, ‘patria’ dello spek, sono state sequestrate quasi 4 mila confezioni di Sudtiroler Speck Altoadige IGP (sigla che sta per Indicazione Geografica Tipica), fa riflettere. Anche da quelle parti – e cioè a Bolzano e provincia – si sono messi a fare certe cose? Domanda che porta ad altre domande: anche in una delle zone più ricche d’Italia succede questo? O ciò è avvenuto proprio perché è una delle zone più ricche d’Italia?
Forse la risposta a queste domande è semplice: gli effetti della globalizzazione dell’economia – che nell’agroalimentare si traduce nella regola: “Il cibo cattivo scaccia quello buono” – non risparmiano niente e nessuno.
Però c’è un però… E il però è che lì, dalle parti di Bolzano, si effettuano i controlli. Proviamo a leggere insieme l’articolo pubblicato da l’Altoadige.it:
“Maxi sequestro in tre aziende della provincia di Bolzano di oltre 6 tonnellate di salumi, insaccati, speck IGP e carne privi di indicazioni sulla provenienza. L’operazione condotta dai Carabinieri del Reparto Tutela Agroalimentare Carabinieri (R.A.C.) di Parma, in collaborazione con l’Arma territoriale e le ASL competenti, ha portato anche all’applicazione di sanzioni per 7mila euro. Più in particolare sono stati sequestrati: 3.788 confezioni di Sudtiroler Speck Altoadige IGP, per complessivi 490 kg, sprovvisti dell’indicazione obbligatoria del lotto di produzione; 6.220 kg di tranci di carni e prodotti carnei lavorati del tutto privi di rintracciabilità; 127 kg di salumi e insaccati misti (bresaola, pancetta speck, salame e fesa), per carenza di elementi utili a stabilirne l’effettiva provenienza”.
Ora trasferiamoci in Sicilia, o a Foggia. Al posto della carne e dello spek mettiamo il grano duro che è arrivato con le navi. E immaginiamo che i controlli siano stati effettuati nei luoghi dove viene ammassato e poi macinato il grano duro che è arrivato da chissà dove.
Pensate un po’: si sono accorti che il grano in questione “è sprovvisto dell’indicazione obbligatoria del lotto di produzione”; o che è privo di “rintracciabilità”; o, ancora, che presenta “carenza di elementi utili a stabilirne l’effettiva provenienza”.
Si sono accorti di tutti questo e non gliene può fregare di meno!
Ecco la differenza – una delle tante – tra Bolzano e la Sicilia.
Lì gli insaccati sono il fiore all’occhiello della produzione locale: e i controlli ci sono: e sono severi.
In Sicilia e, in generale, nel Sud, il grano duro è il fiore all’occhiello dell’agricoltura. Ma viene trattato malissimo. Il prezzo è stracciato: 18-20 euro al quintale, sotto il costo di produzione, che si aggira sui 23-24 al quintale.
Non ci sono controlli sul grano duro che arriva con le navi, se non in rari casi. In Sicilia, poi, quando viene controllata qualche nave carica di grano estero, finisce tutto a tarallucci e vino: arrivano le ‘autorità’, effettuano qualche prelievo e il grano, ancora prima di conoscere i risultati delle analisi, finisce nei molini della nostra Isola e poi nelle pance dei siciliani. Una farsa!
Nei Paesi del Nord Africa i controlli sul grano sono molto più efficaci ed efficienti di quelli effettuati in Sicilia. Nei Paesi del Nord Africa non vogliono nemmeno sentir parlare del grano duro canadese: per preparare il cus cus, nei Paesi del Nord Africa, acquistano il grano duro siciliano e pugliese (QUI UN NOSTRO ARTICOLO). E noi pensiamo di essere “più sviluppati” di loro….
La Sicilia, invece, è diventata la ‘patria’ del grano duro canadese. Lo scorso febbraio a Pozzallo le ‘autorità’ hanno bloccato una nave carica di grano duro proveniente dal Canada. Bloccato è una parola grossa. Ebbene, il grano è stato scaricato lo stesso e dei controlli – dei risultati dei controlli – non si è saputo più nulla! Una pagliacciata in piena regola (QUI IL NOSTRO ARTICOLO). Questa è la vera Sicilia, questa è la politica siciliana che ‘comanda’.
A Bolzano i controlli sullo spek si effettuano, qui in Sicilia e, in generale, nel Sud, di controlli sul grano duro nemmeno se ne deve parlare. E infatti, a furia di far entrare grano duro dal Canada e da chissà quanti altri Paesi del mondo, gli agricoltori siciliani e, in generale, del Sud Italia che producono grano duro sono in crisi.
Direte: c’è il mercato internazionale, c’è il mercato di Chicago, ci sono le speculazioni al ribasso sul prezzo del grano e altro ancora. Tutto vero. Ma sui controlli ci sono, anzi non ci sono le Regioni: e, in particolare, la Regione siciliana e la Regione Puglia.
Della Puglia non sappiamo molto. Della Sicilia sappiamo che la nostra Autonomia – la prima in Italia e la più ampia d’Italia – non è stata mai applicata del tutto. Mentre a Bolzano e dintorni l’Autonomia viene applicata e lì sono tra i più ricchi d’Italia (COME POTETE LEGGERE QUI).
Il problema non è l’Autonomia, ma chi la gestisce: la politica. E’ la politica siciliana che non funziona.
E ora, come ‘rimedio’, è arrivata non una forza politica locale – come in Alto Adige e in Val d’Aosta – ma la Lega di Salvini che ha come obiettivo l’Autonomia differenziata, ovvero lo scippo di 190 miliardi di euro al Sud.
E molti siciliani secondo voi che stanno facendo? Vanno dietro alla Lega di Salvini. Per acquisire posizioni personali ‘incaprettando’ la propria terra. Inutile andare a dirgli che quello che stanno facendo lo hanno già fatto tanti politici ai tempi di Crispi, e poi ai tempi di Giolitti, e poi ai tempi di Mussolini, e poi con la Prima Repubblica, e poi con Berlusconi.
I siciliani in versione leghisti-salviniani sono ‘contemporanei’, la storia non gli interessa. Si annoiano. Vivono il presente nella speranza di un futuro particulare: senza ideali, senza vincoli morali: solo l’interesse personale.
Qualcuno di loro verrà eletto al Parlamento europeo con i voti di 100 mila siciliani. Del raggiro, questi ultimi, si accorgeranno quando, a “Secessione dei ricchi” attuata, la sanità siciliana sarà ancora più delirante e le scuole siciliane saranno sempre più precarie con i professori pagati meno rispetto ai professori del Centro Nord Italia.
Ma non c’è problema per i ‘capi’ dei futuri leghisti siciliani, perché andranno a curarsi al Nord e i figli studieranno al Nord. I problemi saranno per i centomila che li avranno votati…
E allora? Consoliamoci con una fetta di spek dell’Alto Adige: almeno sappiamo che è controllato ed è esente da truffe da globalizzazione dell’economia. Con il pane? Meglio di no. Perché ormai nemmeno del pane di Enna – che dovrebbe essere di grano duro siciliano – siamo così sicuri…
Foto tratta da spek.it
QUI L’ARTICOLO DE L’ALTOADIGE.IT