Fino a qualche anno fa gli USA si sono opposti alla realizzazione di un grande aeroporto cinese nel centro della Sicilia, dalle parti di Enna. Oggi i tempi potrebbero essere cambiati. Oggi gli americani potrebbero avere interesse a smantellare la UE franco-tedesca. Sotto questo profilo, l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea potrebbe avere anticipato lo scenario prossimo venturo…
Sicuramente gli Stati Uniti di Trump non amano la Cina. Ma amano ancora meno l’Unione Europea dell’euro. E questo, con molta probabilità, potrebbe spiegare il perché, da ieri, il presidente cinese, Xi Jinping, è in Italia. L’apertura del Governo italiano, questo sì, mette in difficoltà il Partito Democratico di Nicola Zingaretti, che rischia di scoprire di essere ininfluente: ma il PD, per l’appunto, ininfluente lo è già: e il fatto che il Presidente della Repubblica, Mattarella, e Romano Prodi – due ex democristiani del PD – siano favorevoli all’accordo Italia-Cina mette ancor di più in fuori gioco quel PD che dovrebbe tornare ad essere un partito di sinistra…
Nei progetti dei liberisti che controllano la ‘presunta’ Unione Europea, l’Italia, stretta nella morsa del debito pubblico a quota 2 mila miliardi e 340 milioni di euro (questa l’eredità dei Governi Renzi e Gentiloni), dovrebbe fare la fine della Grecia. Progetto di medio termine, che avrebbe dovuto essere completato entro un decennio.
Ma prima la sconfitta al referendum costituzionale (il maldestro tentativo del PD renziano di riscrivere la Costituzione secondo i dettami ‘europeisti’…) poi la disfatta dello stesso Renzi alle ultime elezioni politiche e, quel che è di peggio (per l’Europa dell’euro, ovviamente), la vittoria dei ‘Populisti’ ha convinto la UE franco-tedesca ad accelerare il processo di ‘grecizzazione’ dell’Italia.
Ma a differenza del ‘socialista’ Tsipras, che non ha trovato di meglio che consegnare porti, aeroporti e, in generale, lo ‘spezzatino’ della Grecia alla Germania, l’attuale Governo italiano sta provando a difendere il proprio Paese, anche contro chi pensava di aver già sbaraccato l’Italia nel nome del celebre “ce lo chiede l’Europa”.
Certo, il presidente della Cina, Xi Jinping e gli attuali governanti italiani parleranno di economia, di politica e, volendo, anche di massimi sistemi. Ma, al di là della ‘filosofia’, si occuperanno di come smontare, pezzo dopo pezzo, il sistema di ricatti dell’Europa dell’euro messo in piedi, a partire dalla fine degli anni ’90, da tedeschi e francesi.
Anche Prodi – che in quegli anni era addirittura il presidente della Commissione Europea – si deve essere accorto che qualcosa è andata storta. Certo, è stato consulente della Cina, conosce i cinesi e plaude ad eventuali accordi con il Paese di Xi Jinping. Ma non può non sapere che il vero snodo di questo passaggio politico cruciale è la liberazione dell’Italia dalla BCE e dai massoni della finanza ‘europeista’.
Un’Italia sostenuta da una Cina pronta a sottoscrivere una ricca quota del debito pubblico italiano libererà il nostro Paese dai tanti ‘Draghi’ della BCE. Niente più ‘spezzatino’ di ENI, Finmeccanica e via continuando. Il vecchio progetto franco-tedesco, cominciato con Tangentopoli, di smantellare del tutto le partecipazioni statali italiane andrebbe a farsi benedire!
E, con molta probabilità, francesi e tedeschi non riusciranno nemmeno a impossessarsi del sistema creditizio italiano.
E potrebbe andare a mare anche quella sorta di ‘progetto-Caracalla’ della ‘presunta’ sinistra-terzomondista-arcobaleno italica: dare la cittadinanza italiana – e quindi la possibilità di votare – a tutti gli extra comunitari presenti nel nostro Paese, nel tentativo di dare forza (cioè voti) a un centrosinistra che gli italiani, non a caso, non vogliono più votare!
(Agli osservatori attenti non sarà sfuggito che il centrosinistra che oggi governa Palermo va nella direzione terzomondista-arcobaleno…).
In questo scenario di disfacimento della UE franco-tedesca che ruolo potrebbe giocare la Sicilia? Non bisogna dimenticare che i cinesi, ormai da tempo, hanno grandi interessi in Africa. E la nostra Isola, che rimane al centro del Mediterraneo, potrebbe svolgere un ruolo importante.
I cinesi hanno provato, qualche anno fa, a realizzare un grande aeroporto nel centro della Sicilia. Ma gli americani che, dal 1943, anno della resa di Cassibile, controllano militarmente la nostra Isola si sono opposti. Oggi i tempi potrebbero essere cambiati. Perché una Cina ben piantata in una Sicilia – dove resterebbero comunque operativi MUOS di Niscemi e Sigonella – potrebbe contribuire a sfasciare definitivamente la UE franco-tedesca e, soprattutto, il deteriore potere coloniale che la Francia esercita ancora oggi in una parte dell’Africa.
Sotto questo profilo la visita di domani in Sicilia del presidente cinese è strategica.
La Sicilia, o meglio, l’agricoltura siciliana potrebbe trarre grande giovamento da un eventuale accordo con i cinesi. Gli agrumi, portati nella nostra Isola dagli arabi, sono originari della Manciuria… Potrebbe essere il segno, insomma, di un rilancio dell’agricoltura siciliana, all’insegna della qualità. Una partita da giocare con i cinesi. C’è da studiare, certo. Ma esistono anche per questo le università siciliane. O no?
Un rapporto Cina-Sicilia potrebbe aprire nuovi scenari nel mondo della Formazione: alta Formazione e Formazione professionale. E qui, oltre all’agricoltura, un ruolo centrale potrebbe essere svolto anche dall’artigianato siciliano.
E allora avanti con la Cina e comunque finirà la racconteremo.
Foto tratta da notiziedi.it
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