Ciò significa che, in Italia, alle elezioni europee, chi difende l’ambiente e la salute non deve votare per il PD e per Forza Italia. In questo articolo c’è la dimostrazione ‘matematica’ del perché non votarli. Non vanno mai più votati perché questi signori hanno imposto ai Paesi europei il glifosato per altri quattro anni, pur sapendo che è un veleno e che, come racconta il centro Ramazzini di Bologna. L’ALDE è finanziata dalla Monsanto-Bayer
Si ritorna a parlare del glifosato, l’erbicida più famoso al mondo. Due le notizie. La prima è che la Monsanto-Bayer – la multinazionale che produce il glifosato – finanzia l’ALDE, sigla che sta per Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa, forza politica di orientamento liberale e centrista che comprende due partiti europei: l’Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa (che si chiama sempre ALDE) e il Partito Democratico Europeo (PDE). La seconda notizia è un nuovo studio del Centro Ramazzini che ha stabilito che il glifosato provoca effetti negativi sul sistema endocrino.
Cominciamo con gli ‘europeisti’ dell’ALDE, quelli che combattono contro i ‘Populisti’ per un’Europa “Libera”, “Democratica” e bla bla bla. Libera e Democratica con i soldi della Monsanto-Bayer, oggi fuse (QUI IL NOSTRO ARTICOLO SULLA FUSIONE TRA MONSANTO E BAYER APPROVATA DALL’UNIONE EUROPEA).
LA FUSIONE – La Monsanto – per la cronaca – è la multinazionale americana che ha lanciato i prodotti chimici per l’agricoltura a base di glifosato; la seconda – la Bayer – è la più grande casa farmaceutica tedesca e una delle più importanti multinazionali del mondo. Da circa un anno l due multinazionali si sono fuse. E grazie a questa fusione l’Unione Europea si dovrà sorbire il glifosato per altri quattro anni! Così ha infatti deciso la Germania, che ha imposto tale scelta ‘democraticamente’ a tutta l’Europa!
La notizia, come detto all’inizio, è che l’ALDE viene finanziata dalla Monsanto-Bayer. la notizia la leggiamo sull’organo di informazione dell’EFDD del Movimento 5 Stelle al Parlamento Europeo. E sapete chi c’è nell’ALDE? Guy Verhofstadt, l’esponente politico che ha offeso il Presidente del Consiglio del nostro Paese, Giuseppe Conte.
“Beccato con le mani nella marmellata – leggiamo nell’organo d’informazione dei grillini al Parlamento Europeo -. Il moralista Guy Verhofstadt, che aveva dato del burattino al nostro Presidente del Consiglio, ha accettato finanziamenti per il suo partito (l’ALDA) da Monsanto-Bayer, condannata a risarcire 289 milioni di dollari negli Stati Uniti perché un giardiniere si era ammalato di tumore dopo aver usato un erbicida, che produce, contenente glifosato (QUI UN NOSTRO ARTICOLO).
“Il glifosato – ricordano i grillini – non è bandito in Europa. Il suo utilizzo, grazie ai voti proprio dell’ALDE, è stato prorogato in tutta Europa fino al 15 dicembre 2022. Adesso capiamo perché Verhofstadt era così tanto arrabbiato con Conte: non gli stava il fatto di confrontarsi con un politico libero da lobby e condizionamenti, un Presidente del Consiglio di cui siamo orgogliosi perché rappresenta davvero gli interessi degli italiani”.
“Ricordiamo che ALDE già percepisce i finanziamenti europei previsti per i partiti politici europei – si legge sempre nell’articolo -: per il 2019 sono stati previsti 50 milioni per i partiti politici europei e 19.7 milioni per le fondazioni politiche. Evidentemente questi soldi non gli bastano. Saremmo curiosi di vedere chi sono e quanto versano nelle casse del partito i finanziatori della campagna elettorale per le europee”.
IL DOPPIO CONFLITTO DI INTERESSI – “Sarà un caso – leggiamo sempre nell’articolo dei grillini al Parlamento Europeo – ma proprio una esponente dell’ALDE, il Commissario europeo Margrethe Vestager, aveva detto sì alla fusione Monsanto Bayer, nonostante i troppi dubbi antitrust e le preoccupazioni espresse da ben 80 ONG che si erano mobilitate contro la fusione ricordando le milioni di firme che hanno dato vita alla ICE ‘Stop Glifosato’, ignorate dalla stessa Commissione. Questa è la dimostrazione più lampante di come le grandi multinazionali influenzano il processo decisionale europeo. Prima ottengono i favori, poi ringraziano finanziando i partiti complici”.
Abbiamo torto quando scriviamo che l’attuale Unione Europea è gestita da ‘banditi’ di passo?
IL ‘NO’ DI MACRON – Nell’articolo si ricorda che l’attuale presidente della Francia, Macron, si è dissociato. In realtà, sono stati gli agricoltori francesi a dissociarsi.
MA CHI È DAVVERO VERHOFSTADT – Nell’articolo si riporta un estratto del dossier “Whose representatives?” commissionato dalle tre ONG europee Friends of the earth Europe, Corporate Europe Observatory e LobbyControl che potete leggere nell’articolo allegato.
Andiamo alla seconda notizia che leggiamo su Il Salvagente:
“L’Istituto Ramazzini di Bologna ha pubblicato… sulla rivista Environmental Health nuovi risultati relativi allo studio pilota sul glifosato: ‘Abbiamo scoperto – spiegano in una nota i ricercatori – che l’esposizione a erbicidi a base di glifosato (GBH), incluso il Roundup, ha causato effetti riproduttivi e di sviluppo in ratti sia maschi che femmine, a un livello di dose considerato sicuro dall’Epa, l’Agenzia per la protezione ambientale degli Stati Uniti (1,75 mg/kg di peso corporeo/giorno)”.
Si tratta di una conferma che l’Istituto Ramazzini ha pubblicato lo scorso anno.
Spiega la dottoressa Fiorella Belpoggi direttrice dell’area di ricerca dell’Istituto:
“Uno studio a lungo termine sugli erbicidi a base di glifosato a partire dalla vita prenatale è ora necessario per confermare e esplorare le prime evidenze sulle alterazioni endocrine e sullo sviluppo emerse nello studio pilota”.
“Lo studio – leggiamo sempre su Il Salvagente – è stato realizzato dall’Istituto Ramazzini in collaborazione con una rete di autorevoli partner scientifici, che includono l’Istituto Superiore di Sanità, l’Università di Bologna, l’Ospedale San Martino di Genova, l’Università di Copenhagen, l’Università Federale del Paranà, la Icahn School of Medicine at Mount Sinai di New York e la George Washington University”.
I nostri lettori conoscono il Centro Ricerca Tumori Ramazzini’ di Bologna e anche la dottoressa Fiorella Belpoggi, visto che ne abbiamo parlato raccontando i lavori di un convegno che si è svolto nell’autunno del 2017 a Matera (QUI IL NOSTRO ARTICOLO).
“Alla luce dei risultati della fase pilota – ricorda in una nota l’Istituto di ricerca fondato da Cesare Maltoni – è stata lanciata una campagna di crowdfunding” per finanziare uno studio a lungo termine. “Uno studio a lungo termine risulta ora necessario – prosegue la nota – per estendere e confermare le prime evidenze emerse nello studio pilota e fornire risposte definitive ai diversi dubbi che rimangono sugli effetti cronici sulla salute dei GBHs, inclusi gli effetti cancerogeni. Il budget totale per questo studio è di 5 milioni di euro e la campagna sta già registrando il supporto di tanti cittadini, Istituzioni e Ong da tutto il mondo”.
Foto tratta da aknews.it
QUI L’ARTICOLO DEL GRUPPO EFDD PARLAMENTO EUROPEO MOVIMENTO 5 STELLE