Ennesimo sbarco dannoso dei piemontesi in Sicilia. Ma adesso bisognerebbe aprire un capitolo su chi ha dato i soldi all’azienda che ha preso per i fondelli Termini Imerese…
Luigi Di Maio lo ha detto chiaramente. Ma a sospettare che qualcosa di losco stesse succedendo allo stabilimento ex Fiat di Termini Imerese non è stato il solo in questi anni. Parliamo della telenovela della Bluetec, l’azienda sbarcata nell’Isola dal Piemonte per ‘salvare’ gli operai dell’ex Lingotto e che come ogni armata arrivata dal Piemonte Sicilia ha solo fatto danni e diffuso false promesse.
Sappiamo tutti come è finita: ai domiciliari il presidente del consiglio di amministrazione e l’amministratore delegato della Blutec. E l’intera società con sede in provincia di Torino, a Rivoli, è stata sequestrata. Roberto Ginatta e Cosimo Di Cursi sono accusati di malversazione ai danni dello Stato.
I due manager avrebbero distratto 16 dei 21 milioni di euro di contributi statali che dovevano rappresentare una grande occasione di sviluppo per 700 lavoratori.
La notizia dell’indagini era nell’aria da un po’ e, forse, anche per questo, Di Maio, nel corso di una recente visita a Termini Imerese, non ha esitato a dichiarare quanto segue:
“Ci sono i prenditori e gli imprenditori; ci troviamo di fronte ad un prenditore, che ha preso i soldi, si è preso i soldi dello Stato”.
Storia vecchia. Storia che ci riporta all’esperienza della Cassa per il Mezzogiorno, quando bande di prenditori nordici arrivavano nel Sud costruendo cattedrali nel deserto con il solo scopo di arraffare i soldi pubblici e farli fruttare veramente al Nord.
Ma sulla Blutec in questi anni le ombre non sono mai mancate. Da alcuni articoli che trovate correlati a questo post, potete farvi una idea di quanti dubbi abbia sollevato l’operato di questa azienda, fatta principalmente di promesse, di progetti faraonici, di amoreggiamenti con la politica, e di poca concretezza.
Una fabbrica mai rilanciata, con 570 tute blu in cassa integrazione e solo 130 rientrate, un indotto distrutto, e quasi tutti i progetti produttivi di Blutec sono rimasti solo sulla carta. Con gli operai mandati pure a pulire i vialetti dalle erbacce, fior di metalmeccanici trattati come giardinieri.
I sindacati si dicono preoccupati, anche se la loro preoccupazione sembra tardiva. Dove sono stati in questi anni? Adesso chiedono il coinvolgimento di FCA per rilanciare Termini Imerese. Sembra una richiesta un po’ assurda. Parliamo di Fiat Chrysler, la nuova faccia della Fiat in joint venture con il gruppo americano. Chiedono al gruppo che li ha abbandonati di salvarli. Non è come se la pecora chiedesse aiuto al lupo?
Un’altra domanda resta ancora senza risposte: come mai non si parla di Invitalia? La Blutec ha avuto i soldi da questa ‘Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa’, di proprietà del Ministero dell’Economia. Che, oltre a verificare la solidità del gruppo e del progetto prima di staccare gli assegni, avrebbe dovuto continuare a vigilare sull’investimento.
Probabile che la Procura di Termini abbia aperto un fascicolo ad hoc. Sarebbe, come si suol dire, il minimo.
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