In un post su Facebook il parlamentare nazionale del Movimento 5 Stelle lancia una provocazione che, in realtà, è frutto di un ragionamento che descrive un caso molto comune di debiti fuori bilancio: l’amministrazione pubblica ‘sbadata’ che penalizza un’iniziativa, viene citata in giudizio, si difende male e… naturalmente perde e paga… Anzi, fa pagare i cittadini con le tasse!
“Possibile che quasi tutti i Comuni siciliani presentino bilanci in ‘rosso’ e siano tutti pronti a pagare i debiti fuori bilancio?”.
Se lo chiede e lo chiede con un post su Facebook il parlamentare nazionale del Movimento 5 Stelle, Aldo Penna.
Penna prova a descrivere il meccanismo con il quale, negli enti locali, si formano i debiti fuori bilancio. E si chiede: non è che, alla fine, alimentano anche la mafia?
Ma andiamo alla descrizione del fenomeno.
“Partiamo con un esempio concreto – scrive sempre Penna -. Si comincia con un imprenditore che presenta all’amministrazione regionale o comunale un progetto, qualunque esso sia. Scatta la prima fase corruttiva. Il funzionario pubblico preposto a pronunciarsi sulla fattibilità e sulla correttezza documentale del progetto, invece di procedere a quest’accertamento, ritarda la risposta e fa scadere termini fissati dalla legge”.
“Puntuale come il sole del mattino – scrive il parlamentare nazionale grillino – l’imprenditore dà mandato ad uno studio legale (quasi sempre lo stesso) di muovere contestazione formale all’amministrazione pubblica, mettendo in rilievo i danni arrecati dalla risposta fuori dai tempi previsti dalla legge da parte del funzionario infedele”.
“Si apre il contenzioso e, spesso – leggiamo sempre nel post – la difesa della pubblica amministrazione è inadeguata, per incapacità o perché ‘spinta’ a non esserlo. Arriva il giorno del giudizio e l’amministrazione pubblica, puntualmente, soccombe ed è condannata a pagare risarcimenti all’impresa che ha presentato ricorso”.
“Abbiamo illustrato, per grandi linee – scrive Penna – la genesi dei debiti fuori bilancio dei comuni e, in Sicilia, anche della Regione. Risultato: un fiume di denaro pubblico esce senza che all’amministrazione pubblica sia stato corrisposto un bene, un servizio o altra utilità. Dall’altra parte ci potrebbe essere e molto spesso c’è – la mafia, che ha così conseguito, senza sparare un colpo e senza intimidire nessuno, il risultato che in altri momenti avrebbe raggiunto con altri mezzi”.
Dice ancora il parlamentare grillino:
“Questo fiume di denaro (nel solo Comune di Palermo si ‘viaggia’ con una media di 30 milioni di euro all’anno) viene iscritto dagli enti locali tra i debiti fuori bilancio e vengono pagati subito, dopo l’approvazione del Consiglio comunale. È arrivato o no il momento di chiudere questo canale di finanziamento che, con molta probabilità, finanzia anche la mafia?”.
I Nuovi Vespri, da anni, denuncia questa storia, per certi versi incredibile, dei debiti fuori bilancio. Di fatto, oggi, molti enti locali amministrano con due bilanci. uno ufficiale e l’altra ‘parallelo’. Entrambi – attenzione – passano dal voto del Consiglio comunale, ma del secondo – i debiti fuori bilancio – si sa poco o nulla.
O meglio, si fa finta di non sapere e di non vedere: e, soprattutto, non si parla.
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