L’organizzazione prima di tutto… Eh sì, debbono essere molto organizzati negli uffici della Regione siciliana se, come racconta Ernesto Abate, segretario regionale SIFUS Confali settore Consorzi di Bonifica ed Esa, due uffici regionali non dialogano tra loro e l’acqua di tre dighe, invece di essere dirottata nei laghetti (per poi essere utilizzata quando c’è siccità) finisce in mare… la dichiarazione di Vincenzo Figuccia
La follia siciliana non ha limiti né confini. In una Regione nella quale avanza la desertificazione, dove alle piogge torrenziali seguono periodi di siccità estrema la Sicilia – che può contare su una cinquantina di invasi artificiali (realizzati con fondi pubblici) si permette il ‘lusso’ di gettare in mare l’acqua per “questioni di sicurezza”, invece che nei laghetti per gli agricoltori.
La storia la racconta Ernesto Abate, segretario regionale SIFUS Confali settore Consorzi di Bonifica ed Esa (il SIFUS, per la cronaca, è il sindacato che si batte per la stabilizzazione dei lavoratori della Forestale: e lo fa sempre, a differenza di altre organizzazioni sindacali che difendono i lavoratori a seconda di chi governa: se governano i loro amici e compagni di cordata politica, dei lavoratori non gliene può fregare di meno; se al Governo vanno i loro avversari politici e di cordata tornano a ‘difendere’ i lavoratori…).
Ma torniamo alle ‘sceneggiate idriche’. La denuncia del sindacalista del SIFUS riguarda le dighe Garcia, Trinità e Pozzillo.
Abate si dice certo che, in questo momento, le acque in eccedenza di queste tre dighe finiscono in mare, “piuttosto che permettere la distribuzione dell’acqua per fluenza, così da garantire il riempimento dei laghetti degli agricoltori!”.
I laghetti degli agricoltori consentono di irrigare quando arriva l’estate e, in generale, la siccità.
“Da alcune indiscrezioni – scrive il sindacalista del SIFUS – pare che sia venuta meno la comunicazione tra il Dipartimento Acque e Rifiuti (della Regione siciliana ndr) ed i Consorzi di Bonifica, cosa che è accaduta fino allo scorso anno. Il SIFUS chiede chiarimenti in merito a ciò, in quanto preoccupato, ha lanciato l’allarme a tutela degli agricoltori e a garanzia delle attività consortili di cui si attende di avviare le dovute manutenzioni, mediante il rientro a lavoro del personale otd!”.
“Il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, e l’assessore all’Agricoltura , Edgardo ‘Edy’ Bandiera – si chiede e chiede Abate – saranno informati su quanto accade alle acque siciliane?”.
“Probabilmente – dice sempre l’esponente del SIFUS – i Consorzi di Bonifica, relegati al ruolo di CARROZZONI, cioè utili ad offrire un servizio irriguo con il criterio del gelataio, da giugno a settembre, non sono pronti a fornire quel servizio che, fino a meno di un ventennio fa, era distribuito su 10 mesi l’anno. Epoca per la quale si partiva con l’acqua di fluenza invernale, per passare all’acqua di sollevamento estiva e concludersi con la fluenza in autunno. Tempi in cui l’agricoltura la faceva da padrona, in un volano economico da primo posto in classifica!”.
“Contestualmente – dice sempre Abate – facciamo campagna di sensibilizzazione politica sulla tematica con professori, associazioni di categoria ed agronomi che hanno a cuore l’agricoltura. L’acqua invasata cresce di ben 113 milioni di metri cubi tra la tabella dell’1 gennaio 2019 e l’1 Marzo 2019. Il dramma è quello che gli invasi accumulano acqua fino al loro massimo livello ammissibile e successivamente, per questioni di sicurezza, viene sversata a mare, piuttosto che essere usata per il mondo agricolo, come accadeva fino a pochi anni addietro e come buon senso vorrebbe”.
“È altrettanto vero – dice sempre il sindacalista – che i Consorzi di Bonifica non pressano per ottenere il rientro del personale operaio stagionale e peraltro non sono ancora pronti con i bilanci di previsione 2019, che permetterebbero di richiedere il contributo regionale previsto! Purtroppo con queste tempistiche i bilanci di previsione non saranno pronti per fine Marzo e a far seguito a tutte le procedure burocratiche necessarie tra autorizzazioni, ripartizioni e liquidazioni si arriverà ad Aprile inoltrato”.
Secondo Abate, quest’anno lo scenario che si profilerà potrebbe essere peggiore di quello dell’anno passato:
“Lo scorso anno c’era la scusa della penuria di acqua – dice sempre il sindacalista del SIFUS – ma adesso è evidente che le scarse programmazioni legate alle attività manutentorie mettono già in luce l’impossibilità di vettoriare l’acqua verso i canali di distribuzione, per far riempire i laghetti privati degli agricoltori. Bacini utili per garantire i momenti di difficoltà nel reperire il prezioso liquido”.
Sulla vicenda interviene il parlamentare regionale, Vincenzo Figuccia, di CambiAmo la Sicilia:
“I Consorzi di Bonifica sono già mortificati da una allocazione delle risorse finanziarie che non rende giustizia alla loro funzione nevralgica nel tessuto economico regionale, né tanto meno alle garanzie occupazionali. Se poi a ciò si aggiunge, come si apprende, la scarsità di controlli su risorse indispensabili e, in particolare, sull’acqua, siamo davvero alla frutta. Nei prossimi giorni inoltrerò un’interrogazione all’assessore al ramo per chiedere che cosa ha intenzione di fare per affrontare questo problema”.
Foto tratta da comune.parma.it