La Regione siciliana ha un ‘buco’ finanziario di 2,1 miliardi di euro (in realtà, questo ‘buco’ non tiene conto dei soldi che, a partire dal 2014, sono stati sottratti – e che continuano ad essere sottratti – alla sanità pubblica per pagare altre spese della Regione che con la sanità non hanno nulla a che vedere). Le ex Province che, di fatto, non ci sono più. I Comuni sono in crisi finanziaria. Ma i debiti fuori Bilancio non tramontano mai. Soprattutto al Comune di Palermo…
Se la vecchia politica siciliana è ormai all’apice dei propri fallimenti, il Comune di Palermo, questi fallimenti – che sono morali prima che economici e finanziari – li sintetizza tutti. Forse senza volerlo, è il consigliere comunale grillino Antonio Randazzo che sfiora, senza giungere a descrivere la vera natura del fenomeno, uno dei mezzi formidabili creati negli ultimi vent’anni dalla vecchia politica per aggirare vecchie e nuove norme di contabilità pubblica: i ‘mitici’ debiti fuori Bilancio che nella Palermo governata da centrosinistra e ‘antimafia’ raggiungono vette inarrivabili:
“I dati del 2018 – dice in un comunicato il grillino Randazzo a proposito della delirante gestione dei marciapiedi di Palermo – sono sconcertanti, una manutenzione marciapiedi praticamente inesistente con appena il 7% degli interventi eseguiti di quelli previsti nell’anno. Con questo ritmo occorrerebbero circa 1000 anni per ripristinare tutti i marciapiedi del capoluogo ed intanto il Comune paga debiti fuori Bilancio per milioni di euro per il pagamento del risarcimento dei danni”.
Questo blog, da quando è in rete, ha ripetutamente segnalato l’anomalia dei debiti fuori bilancio dei Comuni siciliani, in tanti casi con difficoltà economiche e finanziarie crescenti, ma sempre pieni, chissà perché, di debiti fuori Bilancio; e ha segnalato, in particolare, l’uso disinvolto dei debiti fuori Bilancio al Comune di Palermo.
L’abbiamo fatto con un’inchiesta che abbiamo pubblicato nel novembre del 2015, della quale vi riproponiamo alcuni passi (che potete leggere o rileggere per esteso, visto che la trovate allegata alla fine di questo articolo:
“Il debito fuori bilancio di un Comune non è altro che un’obbligazione maturata senza che sia stato adottato il dovuto adempimento per l’assunzione dell’impegno di spesa previsto dall’art.191, commi 1-3, del Decreto Legislativo n. 267 del 2000 (ex art.35, commi 1, 2 e 3 del Decreto Legislativo n.77 del 1995). La Corte dei Conti ha preso posizione sui debiti fuori bilancio definendoli obbligazioni sorte senza il rispetto delle regole giuridiche contabili proprie degli Enti Locali”.
E a proposito dei debiti fuori Bilancio del Comune di Palermo:
“La cosa strana dei debiti fuori bilancio del Comune di Palermo, come ha più volte segnalato la vice presidente vicaria del Consiglio comunale, Nadia Spallitta, è che la maggior parte di questi debiti è frutto di sentenze che vede matematicamente il Comune perdere al Tribunale. Scrive Nadia Spallitta a proposito del Bilancio del Comune di quest’anno:
‘Si incrementano i debiti fuori bilancio, pari a quasi 34 milioni (cifra spropositata e inaccettabile) dei quali 24 milioni circa per sentenze che vedonol’Amministrazione soccombente’.
Il dubbio – che in realtà è più di un dubbio – è che a Palermo vada in scena una sorta di ‘triangolazione’ tra Giunta, Consiglio comunale e burocrazia del Comune. Il gioco potrebbe essere il seguente: gli assessori comunali indebitano il Comune con iniziative non previste dal Bilancio; lo stesso Comune non paga e si va in causa; l’ufficio legale del Comune, pur impegnandosi allo ‘stremo’, perde in Tribunale; e infine il Consiglio comunale (che per legge deve approvare i debiti fuori bilancio) approva e la partita si chiude. E così, per quest’anno, 24 milioni di Euro ‘mansi’ finiranno in tante tasche senza passare dal Bilancio…”.
“L’attuale normativa prevede la ‘responsabilità per danno patrimoniale’, se è vero che dà facoltà ai Comuni di ‘riconoscere i debiti fuori bilancio nel limite dell’indebito arricchimento’: dove per indebito arricchimento s’intende il beneficio che il Comune dovrebbe ricavare dall’accensione di tali debiti”.
“Detto in soldoni, se il Comune ha acceso debiti fuori bilancio deve averne tratto benefici, altrimenti è una truffa e, di conseguenza, c’è un danno erariale”.
“La norma è molto importante, perché consente ai Comuni di pagare i debiti fuori bilancio “nei limiti dell’utilità e dell’arricchimento che l’ente ha conseguito”; mentre la restante parte dei debiti fuori bilancio che hanno arrecato solo danni al Comune debbono essere pagati da chi ha ordinato o reso possibile la fornitura di beni o servizi al di fuori delle previsioni di Bilancio. Insomma, sono cavoli dei privati che hanno fornito beni e servizi che non sono serviti al Comune; o sono cavoli degli amministratori comunali o funzionari comunali che hanno aggirato le disposizioni normative che regolano questo particolare settore della vita pubblica”.
“Domanda: al Comune di Palermo e negli altri Comuni della Sicilia, in materia di debiti fuori bilancio, è stata mai applicata la normativa che prevede la “responsabilità per danno patrimoniale”?
Ogni altro commento ci sembra superfluo.
P.s.
E dei debiti fuori Bilancio senza pezze d’appoggio pagati dalla Regione siciliana – con tanto di voto da parte dell’Assemblea regionale siciliana – ne vogliamo parlare? (‘DIVERTITEVI’ A LEGGERE QUESTO ARTICOLO)
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