Il disegno di legge – ricorda Pino Apprendi, oggi esponente de ‘I Cento Passi’ – venne approvato dalla prima commissione legislativa dell’Ars, ma ‘bocciato’ dall’Ars. Il provvedimento – che anticipava la legge spazza-corrotti dei grillini – prevedeva l’impossibilità, per i condannati dalla Corte dei Conti, di candidarsi. In quanti se la sono fatta franca?
A distanza di sette anni la Corte dei Conti dà ragione a Pino Apprendi, ex parlamentare regionale del PD, oggi componente del coordinamento regionale del movimento ‘CentoPassi’, la forza politica che, pur avendo raccolto, alle elezioni regionali del novembre 2017, circa 100 mila voti ha eletto soltanto un deputato: Claudio Fava (il PD, con 150 mila voti, ha eletto 11 deputati grazie a una legge elettorale ‘intelligente’).
Ma il tema che Apprendi ricorda, sotto il profilo morale, è un po’ più grave di una legge elettorale sbagliata. L’ex parlamentare parte da un dato della relazione della Corte dei Conti, in queste ore agli onori delle cronache per via dell’inaugurazione dell’anno giudiziario.
“Leggo – dice Apprendi – che la Corte dei Conti, a gran voce, chiede una legge ‘Severino’ per gli amministratori condannati in via definitiva (la legge Severino mette fuori gioco i politici condannati ndr). Non posso che rammaricarmi con i componenti dell’Assemblea regionale siciliana del 2012 che, con la complicità del Governo, ‘bocciarono’ la mia proposta di incandidabilità, peraltro già approvata in commissione Affari Istituzionali, per coloro già condannati in via definitiva dalla Corte dei Conti. Ancora una volta la politica si fa ‘bacchettare’ e anticipare dalla Magistratura”.
Noi ricordiamo molto bene quello che avvenne nel 2012. Erano gli ultimi mesi della legislatura e presidente della Regione siciliana era Raffaele Lombardo, il protagonista del ‘ribaltone’: eletto nel 2008 nel centrodestra, con quasi il 70% di voti di lista, Lombardo cambiò maggioranza per ‘buttarsi’ con il centrosinistra.
Per certi versi i quattro anni di Governo Lombardo sono stati peggiori dei cinque anni del Governo di Rosario Crocetta: e il che è dire! Il perché è presto detto.
Quello di Lombardo, come già detto, era il Governo del tradimento elettorale: per l’allora presidente della Regione passare dal centrodestra al centrosinistra non era un problema, visto che, per lui, il trasformismo politico è la regola: non a caso, oggi, appoggia il Governo regionale di centrodestra di Nello Musumeci del quale è autorevole sponsor politico ed elettorale: le poltrone prima di tutto!
Erano gli anni del PD del senatore Giuseppe Lumia e dei due Antonelli: Antonello Cracolici (quello che oggi, nel PD, appoggia Zingaretti dopo avere appoggiato Renzi…) e, soprattutto, dell’allora numero uno di Confindustria Sicilia, Antonello Montante, che nel 2009 aveva nominato un proprio fedele – Marco Venturi – all’assessorato regionale alle Attività produttive (poi Venturi si dissocerà da Montante).
In quella brutta legislatura, dove il PD era coinvolto nelle peggiori logiche del malgoverno, Pino Apprendi si distingueva – come del resto si è sempre distinto nella sua storia politica di genuino militante del Pci berlingueriano pre-compromesso storico – come un marziano (da non confondere con chi Marziano lo aveva come cognome: cioè il compagno di partito di Apprendi, Bruno Marziano, ex assessore alla Formazione professionale del Governo Crocetta).
Nel marasma delle legislatura lombardiana Apprendi, come ricorda lui stesso, presentò una proposta di legge che prevedeva l’impossibilità di candidarsi per i condannati dalla Corte dei Conti.
In effetti, nella prima commissione legislativa dell’Ars – la commissione Affari istituzionali – come ricorda sempre Apprendi, la proposta venne approvata. Ma il Parlamento siciliano si guardò bene di approvare una norma ‘moralizzatrice’.
‘Casualmente’ – ma guarda un po’ l’imprevedibilità della vita – quasi tutti i gruppi parlamentari di quella legislatura finirono nel ‘mirino’ della Corte dei Conti per la gestione ‘allegra’ – ma molto allegra! – dei fondi pubblici dei gruppi parlamentari.
Nel ‘bocciare’ la legge che Apprendi avrebbe voluto introdurre nell’ordinamento della Regione siciliana, i parlamentari della legislatura 2008-2012 furono molto lungimiranti. La norma, infatti, avrebbe introdotto la non candidabilità, ma anche la decadenza per i parlamentari in carica condannati.
Chissà, magari qualcuno – perché no lo stesso Apprendi? – potrà fare l’elenco dei parlamentari della legislatura 2012-2017 e dei parlamentari dell’attuale legislatura che stanno usufruendo dei ‘benefici’ della mancata approvazione della legge…
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