Piano piano cominciano ad emergere le verità sui ‘ricatti’ che l’Unione Europea dell’euro ha imposto all’Italia. Una rivelazione è arrivata dal Ministro dell’Economia, Giovanni Tria: la Germania ha imposto il bail-in all’Italia. Il fatto che Tria, poi, abbia aggiustato il tiro significa poco
di Carmelo Raffa
Sulle pesanti affermazioni del Ministro dell’Economia, Giovanni Tria, sui “ricatti” subiti dall’Italia per introdurre il bail-in, si sono susseguiti tanti interventi tra i quali evidenziamo quello del leader della FABI, Lando Maria Sileoni, riportando integralmente il comunicato stampa diramato dal sindacato più rappresentativo del mondo de bancari del nostro Paese:
“Sileoni: il sistema Italia faccia quadrato per abolizione bail-in”
“Dato che i diamanti sono di attualità – dice il leader nazionale della FABI – un diamante d’autore è rappresentato dalle dichiarazioni del ministro Tria che non solo critica aspramente le regole sul bail-in, ma spiega anche i motivi per cui l’Italia fu costretta ad accettarlo. Si parla esplicitamente di ricatti da parte del ministro delle Finanze tedesco e, conoscendo l’equilibrio e l’onestà intellettuale del ministro Tria, non abbiamo dubbi che sia andata così. A maggior ragione quindi bisognerebbe che le forze politiche, economiche e sindacali facciano quadrato per eliminare, come suggerito giustamente dal presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, una decisione, quella del bail-in, che colpisce negativamente l’economia, la clientela, le lavoratrici e i lavoratori bancari”.
Il bail-in, per la cronaca, è il salvataggio interno o dall’interno. Si tratta di una modalità di risoluzione di una crisi bancaria con il ricorso esclusivo e diretto al coinvolgimento dei suoi azionisti, dei suoi obbligazionisti e dei correntisti.
Dopo qualche ora e vista la reazione della finanza tedesco-europea, il Ministro Tria, mettendo da parte la reazione coraggiosa di prima, fa un passo indietro per rettificare il proprio pensiero e fa diffondere dall’ANSA questa nota:
“Con un’espressione evocativa ma infelice” il ministro dell’Economia Giovanni Tria in Senato “ha voluto fare riferimento a una situazione oggettiva in cui un rifiuto isolato dell’Italia di approvare la legislazione europea sul bail-in avrebbe potuto essere facilmente interpretato come un segnale dell’esistenza di seri rischi nel sistema bancario italiano. Con questo il ministro non intendeva certamente lanciare un’accusa specifica né alla Germania, né al ministro delle Finanze tedesco dell’epoca”.
Ma qual è la verità? Sicuramente, secondo il nostro parere, la prima. Il dominio franco-tedesco sull’Europa è sotto gli occhi di tutti. Abbiamo bisogno dall’Europa, ma purtroppo questi Paesi approfittano spesso della debolezza dell’Italia per imporre, attraverso ricatti, regole rigide per l’Italia, ma flessibili per la Germania e per altri Paesi UE.
Non possiamo dimenticare che ci hanno imposto qualche anno fa Mario Monti Presidente del Consiglio: un capo del Governo che ha applicato una linea dura sull’economia: anche per questo, purtroppo, l’Italia si ritrova ad essere la cenerentola dell’Europa.
Gli industriali non investono, la paura aumenta, e con ciò lievita sempre più in alto il numero dei disoccupati.
Il Governo dell’epoca con Ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, non ha potuto dire di no all’applicazione del bail-in, perché aveva puntata una metaforica pistola sulla tempia, della serie, “O si fa così o faremo saltare in aria tutto il sistema bancario italiano”? Questo non è un semplice sospetto, ma la pura verità. E visto che le nostre banche oggi sono più sane di quelle tedesco-europee occorre ridare serenità ai risparmiatori che affidano i loro soldi agli Istituti di credito e non posso accettare che i loro sacrifici, magari di decine e decine di anni di lavoro, vengano messi a rischio e bruciati sull’altare della Signora Merkel o di chicchessia.
Occorrono fatti e non più parole e come ha affermato Lando Maria Sileoni: tutte le forze politiche, se hanno veramente a cuore il bene degli italiani, facilitino l’approvazione di una normativa che abroghi quella iniqua impostaci in un momento di profonda debolezza delle istituzioni e della politica del nostro Paese.
Con questo atto si potrebbe iniziare a dimostrare che l’italia in Europa c’è, conta e gode del dovuto rispetto.
Foto tratta da consulenteassicuratibo.org