Controlli anti-droga tra i banchi del Liceo ‘Umberto’ a Palermo: ma che sta succedendo?

27 febbraio 2019

Stamattina perquisizione anti-droga tra i banchi del Liceo Classico ‘Umberto’ di Palermo. Gli uomini delle forze dell’ordine sono entrati nella scuola durante le ore di lezione. Proteste da parte degli studenti: “Ci mandano la polizia e i cani nel frattempo i tetti ci crollano addosso, siamo costretti a venire muniti di coperte per scaldarci e trascorriamo le ore di lezione in classi super affollate”. I possibili retroscena politici 

Incredibile! Non troviamo un’altra parola per definire quello che è successo al Liceo Classico ‘Umberto’ di Palermo, dove, durante le ore di lezione, sono piombati i Carabinieri alla ricerca di droga.

Leggiamo e commentiamo insieme alcuni passi della nota del Collettivo degli studenti del Liceo ‘Umberto’:

“Siamo degli studenti dell’Umberto I e volevamo informare la città e gli organi di stampa del grave atto intimidatorio che oggi abbiamo subito. Stamani, infatti, su richiesta del nostro preside, sono state mandate una squadra cinofila e due volanti nel nostro istituto al fine di perquisire tutte le classi. L’azione è cominciata alle ore 10 e agli studenti è stato imposto di uscire dalle classi mentre, al loro interno, gli agenti con i cani perquisivano i nostri zaini. Diversi studenti, minorenni, sono stati isolati dai propri compagni e chiusi all’interno della classe in presenza del dirigente scolastico e degli agenti”.

Nella nota si racconta che alcuni studenti “hanno subito atteggiamenti dal tono chiaramente intimidatorio”.

“Turbamento e paura – si legge ancora nella nota degli studenti – hanno fatto presto a dilagare fra di noi che, improvvisamente, ci siamo trovati al cospetto di una situazione paradossale e inverosimile. Una squadra numerosa di agenti in divisa irrompere nelle nostre classi e, alla nostra richiesta di spiegazioni, tace”.

“Con rabbia – scrivono sempre gli studenti – ci chiediamo se questo sia il tipo di scuola che ha in mente il Ministro all’Istruzione e tutta la Governance… è questo, dunque, che prevede il Decreto sicurezza? Per loro la sicurezza è incutere timore agli studenti? E’ costruire una scuola in cui gli studenti vivano nell’ansia e nel timore di essere criminalizzati e maltrattati proprio nei luoghi deputati alla formazione intellettuale? Proprio nei luoghi in cui trascorrono la maggior parte del proprio tempo e che considerano uno spazio importante di socialità e crescita?”.

“Ci mandano la polizia e i cani – leggiamo sempre nella nota degli studenti – nel frattempo i tetti ci crollano addosso, siamo costretti a venire muniti di coperte per scaldarci e trascorriamo le ore di lezione in classi super affollate. Realmente, c’è qualcosa che non va!”.

Quello che scrivono gli studenti è vero: molte scuole di Palermo – e abbiamo il dubbio che la situazione riguardi anche scuole di altre province della Sicilia – sono senza riscaldamenti, perché le pubbliche amministrazioni dell’Isola, a tutti i livelli, non lesinano denaro pubblico per gli sprechi, ma ‘risparmiano’ sui riscaldamenti nelle scuole e nella manutenzione degli edifici scolastici!

Nella nota di legge di “criminalizzazione” e “pura umiliazione di alcuni studenti davanti ai propri compagni e i propri professori e non sicuramente un passo avanti nella lotta alle droghe. Siamo fermamente convinti che la vera sicurezza non stia nella presenza della polizia nelle scuole, nella repressione e nella paura! Vogliamo la polizia fuori dai nostri spazi!”.

Anche noi siamo un po’ stupiti di quanto sta succedendo. Non sappiamo se tutto il Governo nazionale sia d’accordo con quella che, alla fine, non è altro che una ‘militarizzazione’ della scuola: non ci stupirebbe sapere che i leghisti – che guarda caso controllano il Ministero degli Interni e il Ministero della Pubblica Istruzione – sono d’accordo con tale azione.

Ma ci piacerebbe sentire parole di dissociazione da parte degli esponenti del Movimento 5 Stelle.

Non non pensiamo che la droga nelle scuole si combatta con la repressione e la paura! Né ci sembra normale interrompere le ore di lezione in un Liceo.

A noi questa storia sembra l’avvio di un’operazione politica che dovrebbe portare alla crisi dell’attuale Governo. Ci spieghiamo meglio.

I risultati elettorali alle elezioni regionali in Abruzzo e, ancora di più, i risultati elettorali in sardegna hanno convinto i poteri forti che considerano i grillini una iattura, a mettere in crisi l’attuale Governo per chiamare gli elettori alle urne.

Il progetto – a nostro modesto avviso – è quello di portare a Palazzo Chigi Matteo Salvini, appoggiato da tutto il centrodestra.

Cosa ce lo fa pensare?

In primo luogo le dichiarazioni di queste ore del Ministro dell’Economia, Giovanni Tria. Uomo mite, per schierarsi in favore della TAV, sapendo che il Movimento 5 Stelle è contrario, deve avere le proprie ragioni. Tria sa che questo argomento, se sbattuto in faccia ai grillini, non può che provocare divisioni e polemiche. Se lo fa, ebbene, è perché si vuole a tutti i costi provocare divisioni e polemiche.

Poi c’è lo scontro sulla ‘Secessione dei ricchi’: Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna vogliono la loro ‘Autonomia’: che, tradotto, significa che vogliono tenersi una parte dei soldi che, fino ad oggi, hanno dovuto consegnare allo Stato per il fabbisogno della cosiddetta fiscalità generale.

Le dichiarazioni del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che reclama l’Autonomia, ben sapendo che i grillini sono contrari, ha un solo obiettivo: drammatizzare lo scontro tra Movimento 5 Stelle e Lega.

Ora arriva i volto militare e poliziesco in un Liceo di Palermo: cosa, questa, che non piacerà di certo ai grillini.

A nostro avviso la politica farebbe bene a non strumentalizzare la scuola e a non sacrificare le libertà personali degli studenti.

 

 

 

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