Una direttiva europea consentirà di produrre e vendere energia rinnovabile

24 febbraio 2019

Lo scrive in un post su Facebook il parlamentare nazionale del Movimento 5 Stelle, Aldo Penna. I cittadini che producono energia rinnovabile potranno vendere quella in eccesso ad un prezzo pari, come minimo, al valore di mercato. Con la possibilità che la remunerazione sia più alta per tenere conto del valore aggiunto che i piccoli produttori offrono alla società e all’ambiente 

“Una direttiva europea di imminente pubblicazione consentirà ai cittadini italiani di autoprodursi l’energia e vendere a prezzi di mercato l’energia prodotta in eccesso, senza penalizzazioni. Una profonda innovazione che consentirà di elevare l’autoproduzione quanto meno al 33% entro il il 2023 e contribuire alla concreta riduzione del riscaldamento climatico”.

Lo scrive in un post su Facebook il parlamentare nazionale Aldo Penna (nella foto a destra). Che aggiunge:

“La nuova definizione di autoconsumo che include anche i condomini può essere un eccezionale assist per cambiare il volto economico delle città del Sud e rendere produttive le periferie devastate da pessima architettura. Le opportunità della Green Economy sono la migliore risposta per combattere disoccupazione e microcriminalità, per questo appena pubblicata chiederò che l’Italia recepisca immediatamente la direttiva rispondendo così concretamente alle richieste dei movimenti giovanili che, da tutta Europa, chiedono concreti passi avanti per salvare il pianeta dal riscaldamento globale”.

Il comunicato di Aldo Penna ci porta, con un link, alla pagina del gruppo EFDD del Parlamento Europeo Movimento 5 Stelle, dove leggiamo il seguente articolo che risale al 15 giugno dello scorso anno:

“Direttiva rinnovabili, il Parlamento Europeo ha raggiunto l’accordo politico con il Consiglio UE, l’altro co-legislatore europeo: sono ora definitive le vittorie delle battaglie che abbiamo combattuto per vedere riconosciuto sia il diritto ad autoprodurre e autoconsumare energia rinnovabile – un cambiamento di portata storica – sia il principio che la geotermia può essere inquinante, come nel caso della Toscana. Il target di energia rinnovabile da raggiungere a livello UE entro il 2030 è pari al 32%, con la possibilità di alzarlo ulteriormente (ma non di abbassarlo) nel 2023. Previsto anche l’abbandono dell’uso dell’olio di palma come biocarburante, argomento che affronteremo in un post successivo”.

“La Direttiva rinnovabili – prosegue l’articolo – guiderà lo sviluppo del settore dal 2020 al 2030. Il target di energia rinnovabile da raggiungere a livello unionale per quella data è pari appunto al 32% ed è rivedibile esclusivamente al rialzo. Il Parlamento Europeo aveva votato per il 35% di energia rinnovabile entro il 2030. Il 32% è un risultato inferiore alle nostre richieste iniziali, ma comunque ottimo se si considera che sia la proposta legislativa della Commissione Europea, sia la posizione iniziale del Consiglio UE erano inchiodate ad un miserrimo 27%”.

“Se, nel corso degli anni, la somma dei contributi nazionali non si rivelerà tale da consentire di raggiungere l’obiettivo unionale del 32%, la Commissione Europea e gli Stati membri dovranno adottare misure correttive: i dettagli in proposito sono in via di definizione all’interno del trilogo relativo al Regolamento per la governance dell’Unione dell’energia”.

“La Direttiva – leggiamo sempre nell’articolo – riconosce il diritto dei cittadini e delle comunità per l’energia ad autoprodurre, autoconsumare, stoccare l’energia rinnovabile, e a vendere quella in eccesso ad un prezzo pari come minimo al valore di mercato, con la possibilità che la remunerazione sia più alta per tener conto del valore aggiunto che i piccoli produttori offrono alla società e all’ambiente. Viene riconosciuto anche il diritto dei soci delle comunità per l’energia a scambiarsi l’energia rinnovabile”.

“E’ il frutto maturato grazie ad anni di nostre battaglie come M5S al Parlamento Europeo – leggiamo ancora nell’articolo – ed è soprattutto una svolta epocale. Finora la legislazione UE ha fatto riferimento ai diritti dei cittadini solo in qualità di consumatori di energia. Di conseguenza coloro che autoproducono ed autoconsumano energia rinnovabile sono stati esposti a vessazioni in Italia, Spagna e in altri Stati UE. Cose del genere non potranno più accadere”.

C’è un passaggio che riguarda, come già accennato, l’energia geotermica:

“Attraverso la Direttiva rinnovabili, inoltre – si legge ancora nell’articolo – l’UE prende atto che la geotermia può essere inquinante, come nel caso della Toscana. E’ un altro obiettivo per il quale ci siamo a lungo battuti. Nel testo è inserito il riconoscimento che le centrali geotermiche possono emettere gas serra e sostanze dannose per la salute e per l’ambiente e che va agevolata solo la geotermia a basso impatto ambientale e con emissioni di gas serra inferiori rispetto alle fonti di energia di origine fossile”.

“Ora il testo della direttiva sulle energie rinnovabili – conclude l’articolo – dovrà essere formalmente approvato sia dal Parlamento Europeo, sia dal Consiglio UE. In seguito verrà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea. Entrerà in vigore 18 giorni più tardi e a quel punto gli Stati membri avranno 18 mesi di tempo per recepire la direttiva nella legislazione nazionale”.

Foto tratta da contropiano.org

QUI PER ESTESO L’ARTICOLO DEL GRUPPO EFDD

 

 

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