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Perché tanto astio isterico verso i 5 Stelle?/ MATTINALE 288

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L’odio politico verso il Movimento 5 Stelle manifestato in queste ore da ‘Giornaloni’, Tv, PD, berlusconiani e disperati della sinistra italiana che non c’è più ha poco a che vedere con la vicenda Diciotti-Salvini e molto a che vedere, invece, con il fallimento politico e storico di chi manifesta tale odio politico. E’ un meccanismo psicologico tipico di chi ha fallito: non ammettere i propri fallimenti e scaricare sugli altri le proprie responsabiità 

Più si avvicinano le elezioni europee – che inevitabilmente saranno la resa dei conti per i liberisti ‘turbomondialisti’ che governano un’Unione Europea  sempre più in crisi – più si accentua, almeno in alcuni Paesi europei, la polemica politica. L’Italia è tra questi, ma non è il solo. Basti pensare alla Francia, dove un gran numero di persone, invece di abbandonarsi al nulla, come avviene in Italia (dove la gente massacrata dalle ottuse politiche del rigore della UE ‘protesta’ non andando a votare e non facendo nulla), da oltre tre mesi, ogni sabato, si dà appuntamento in piazza per protestare.

E’ chiaro che quello dei Gilet Gialli è un movimento politico che si presenterà, magari con un proprio simbolo, al cospetto degli elettori. I francesi, molto più lungimiranti degli italiani, hanno capito che è il nemico da combattere: il presidente Macron. Hanno compreso che è l’uomo venuto dal nulla, inventato dalle oligarchie finanziarie che avrebbe dovuto ‘bastonarli’ con tasse e imposte.

Sono in pochi  dirlo: ma i Gilet Gialli, pronto accomodo, hanno bloccato la manovra economica restrittiva del Governo francese. Gli aumenti di tasse e imposte sono stati ‘congelati’. E la Francia, pur avendo, a differenza dell’Italia, un bel gruzzolo di risorse che, ogni anno, drena a 14 Paesi africani (un tempo questo veniva chiamato colonialismo misto a schiavismo, oggi che a compierlo è uno dei Paesi ‘fondatori’ dell’Unione Europea gli hanno cambiato nome: il colonialismo-schiavismo è stato derubricato in “i rapporti economici e commerciali”: la grande potenza dell’ipocrisia del regime ‘europeista’…), è lo stesso in crisi.

I Gilet Gialli, in Francia, stanno vincendo. Ricordiamoci che Macron avrebbe dovuto guidare lo schieramento ‘antipopulista’ alle elezioni europee di fine maggio. Invece, oggi, non può guidare nemmeno la sua automobile fuori da casa… Macron, politicamente parlando, è finito: ha finito in Francia e non ha dove andare in Europa, soprattutto alle elezioni europee.

E in Italia? Assistiamo, in queste ore, in Tv, nei ‘Giornaloni’ (soprattutto in quelli sostenuti con i fondi pubblici: 200 milioni di euro all’anno che l’attuale Governo giallo-verde ha dimezzato e che ridurrà di un’altra metà il prossimo anno, e poi ancora l’anno successivo, sino ad abolirli, COME POTETE LEGGERE QUI) e sulla rete a un linciaggio, dai toni quasi isterici, contro il Movimento 5 Stelle. Perché?

Ufficialmente, perché hanno “salvato” il leader della Lega e Ministro degli Interni, Matteo Salvini, da un processo penale. Ma questa, come proveremo a illustrare, non è la vera motivazione.

E’ noto cos’è avvenuto la scorsa estate con la nave Diciotti. Il Ministro Salvini ha bloccato una nave con poco meno di 200 migranti nel porto di Catania. E li ha fatti sbarcare solo dopo aver ottenuto l’impegno della UE a distribuirli tra i vari Paesi europei.

Il metodo molto brusco e inumano utilizzato da Salvini non è piaciuto nemmeno ai grillini. Tanto’è vero che il presidente della Camera, il grillino Roberto Fico, ha polemizzato duramente con Salvini.

Dopo di che Salvini è stato oggetto di una controversa inchiesta giudiziaria e di un’altrettanto controversa richiesta di autorizzazione a procedere. Non dobbiamo dimenticare che per una parte della magistratura (la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catania) non è stato commesso, dal Ministro degli Interni, alcun reato; mentre un’altra parte della magistratura (il Tribunale dei Ministri di Catania) ha formulato la richiesta di autorizzazione a procedere al Senato.

I grillini dovevano decidere se concedere o no l’autorizzazione a procedere. E, com’è nel loro costume, hanno passato la patata bollente alla base, alla tanto contestate piattaforma Rousseau.

Ora un fatto è oggettivo: la piattaforma Rousseau sarà sicuramente perfettibile: ma fino ad oggi il Movimento 5 Stelle è l’unico movimento politico che ha a disposizione uno strumento che dialoga – sicuramente in modo imperfetto – con la base.

Proprio noi, qui in Sicilia, abbiamo misurato la disonestà intellettuale dei protagonisti di un partito politico che per fortuna sta scomparendo. Ricordate quando la base del PD siciliano chiedeva di votare per stabilire se era giusto o no l’appoggio del PD al Governo regionale siciliano di Raffaele Lombardo?

Ebbene, la base chiedeva il referendum. Ma i ‘capi’ del PD siciliano – in testa Antonello Cracolici e Giuseppe Lumia, che sono stati gli artefici dell’alleanza PD-Lombardo – erano contrari. E l’allora segretario nazionale del PD, Bersani, gli diede ragione. E il referendum pro o contro la partecipazione del PD al Governo Lombardo non venne celebrato.

Perché il voto avrebbe sancito il “No” all’alleanza con Lombardo.

Poi, alla segreteria nazionale del PD arriverà Renzi che massacrerà i lavoratori decidendo tutto lui, in alcuni momenti anche contro una mezza opposizione (in verità poco convinta) della CGIL.

A differenza di quanto ha fatto il PD, il Movimento 5 Stelle – ribadiamo: in modo perfettibile – ha rimesso la vicenda Salvini alla volontà della base. Il risultato della votazione ha fornito un esito sofferto: il 60%, grosso modo, si è pronunciato contro il processo a Salvini, mentre il 40% ha votato per mandare sotto processo il Ministro degli Interni.

E’ stato un atto politico molto coraggioso, quello fatto dai grillini. Come ha notato il parlamentare nazionale del Movimento 5 Stelle eletto in Sicilia, Aldo Penna, il Movimento non ha derogato a uno dei propri principi cardine. E, molto probabilmente, pagherà un prezzo politico e, forse, anche elettorale, perché il 40% di militanti di base che avrebbe voluto mandare sotto processo Salvini non è un fatto da sottovalutare.

Tra l’altro, ciò che sfugge a chi oggi critica i grillini, è che un eventuale processo penale a Salvini per la vicenda della nave Diciotti avrebbe rafforzato fino all’inverosimile la Lega.

Piaccia o no, ma in democrazia, soprattutto a ridosso di un appuntamento elettorale, conta poco ciò che è: conta invece ciò che la maggioranza della gente pensa. E sui migranti – a noi non piace ma è così – Salvini interpreta ciò che la maggioranza degli italiani oggi pensa.

Gli italiani – ribadiamo: che ci piaccia o no – vivono gli immigrati come una sorta di ‘invasione’: non è vero, ma ce lo diciamo tra noi, perché tanta gente, in Italia, lo pensa.

E tanta gente, sempre in Italia, pensa che i migranti tolgono il lavoro agl’italiani. Non è vero e noi siamo i primi sottolinearlo: ma tanti, tantissimi italiani pensano questo: e lo pensano in un’Italia che, dal 2008 ad oggi, non è mai venuta fuori dalla crisi, al di là delle bugie raccontate durante gli anni bui dei Governi Renzi e Gentiloni.

La stragrande maggioranza degl’italiani pensa, inoltre, che l’assistenza ai migranti voluta dal centrosinistra e dalla Chiesa cattolica sia stata e sia ancora oggi in minima parte un grande affare: e qui gl’italiani hanno ragione da vendere. Un grande affare anche criminale, come ha dimostrato il processo su Mafia Capitale. 

Il “sì” al processo a Salvini avrebbe provocato solo altra pubblicità alla Lega, che alle elezioni europee avrebbe abbondantemente superato il 50% dei consensi.

Però le critiche – soprattutto da parte di ciò che resta della sinistra, di ciò che resta del berlusconismo e dai tanti disperati, soprattutto delusi della sinistra che in Italia non c’è più – sono state e sono feroci. Sono critiche giuste? Siamo arrivati al cuore di questa vicenda.

Cominciamo col dire che se i grillini avessero deciso senza sentire la propria base sarebbero stati sommersi dalla critiche. Hanno interrogato la propria base – ripetiamo ancora una volta: in modo perfettibile – e le critiche sono lo stesso feroci.

Allora il problema di ciò che resta del PD, di ciò che resta del berlusconismo e dei disperati e delusi della sinistra italiana che non c’è più non è il fatto in sé, ovvero il ‘caso’ Salvini: il problema è l’odio politico allo stato puro che ciò che resta del PD, ciò che resta del berluscosconismo e dei disperati della sinistra italiana che non c’è più manifestano verso il Movimento 5 Stelle a prescindere da tutto.

L’odio politico verso i grillini di ciò che resta del PD è comprensibile: nato (male, in verità) come sintesi tra il peggio del vecchio PCI, il peggio della vecchia DC (la sinistra DC di base: ve la raccomandiamo…) e l’aggiunta di qualche quinta colonna del Partito Radicale, il PD è un partito che ha fallito su tutta la linea: ha perso per strada le ragioni della sinistra legata al PCI, ha calpestato i principi sturziani del popolarismo (ve l’immaginate il partito di Dossetti e La Pira che introduce il Jobs Act?) e, per squallida convenienza del momento, è stato costretto a ‘valorizzare’ i diritti civili di scuola pannelliana utilizzati per tentare di far dimenticare ai lavoratori ‘bastonati’ dal renzismo i diritti sociali conculcati.

Il risultato di queste disastrose scelte politiche è il 18% alle elezioni politiche del marzo 2018: un crollo verticale rispetto alle elezioni politiche del 2013 e, soprattutto, rispetto al 40% delle elezioni europee del 2014.

Gli attuali dirigenti del PD non possono ammettere di avere sbagliato tutto: dovrebbero prendere atto di essere dei politici falliti, ammettendo anche che l’Unione Europea dell’euro dalla quale hanno preso ordini è un disastro. Ma non possono farlo. Così danno la colpa ai grillini e odiano, odiano odiano…

In più, adesso, il PD si ritrova due ‘mastini’ attaccati ai polpacci: da una parte l’ex Ministro Carlo Calenda, un confindustriale esaltato dalla globalizzazione dell’economia che, intruppato nel Governo da Renzi, si sente ormai “classe dirigente del PD” e fa proseliti…; dall’altra parte i Radicali di Più Europa che, sfruttando proprio la parola “Europa”, per quel poco di positivo che oggi ancora rappresenta, vogliono andare alle elezioni europee da soli, togliendo inevitabilmente voti al già ‘dissanguato’ PD.

Così Nicola Zingaretti, il futuro segretario del PD per volere di Massimo D’Alema, si ritrova con accanto l’ultraliberista Calenda che è la disperazione degli elettori di sinistra che, anche con una pietra al collo, sarebbero disposti a votare ancora PD; con i Radicali che gli scippano candidati e voti da un’altra parte; e con Renzi che non si rassegna – politicamente parlando – ad andare in pensione da quarantenne.

Di Berlusconi c’è poco da dire: ormai è un ‘gastropode’ (babbaluci per i siciliani) che Salvini ha già cotto, ha ‘spirtusato’ (vi ha praticato un foro nella parte superiore) e si accinge a ‘succhiare’ (mangiare).

Insomma: Salvini somiglia a Ulisse tornato a Itaca, mentre i berlusconiani – con Berlusconi in testa – somigliano tanto ai Proci…

Berlusconi e i suoi sanno quale sarà la loro fine, cioè la fine: in attesa di trovare qualche strapuntino nella Lega attaccano i 5 Stelle per provare a dimostrare a se stessi di esistere (e spesso fanno male anche questo) e aspettano religiosamente le ‘bastonate’ elettorali in arrivo…

Restano i disperati della sinistra italiana che non c’è più: gente che non sa più a quale Santo votarsi, perché, da Prodi in poi, le hanno provate tutte prendendola regolarmente in….

Sono, è vero, molto ‘incaniati’ (aggettivo complesso: indica qualcosa a metà strada tra cani rabbiosi e i cani affamati: comunque cani in cattivo stato fisiologico e psicologico), ma vanno capiti e compatiti.

E per questo noi lanciamo un appello al Movimento 5 Stelle: è vero, sono avvelenati, incattiviti, delusi, bastonati, schiacciati, ammaccati, avviliti, inviperiti, disossati, ‘scarenati’, alcuni addirittura renzizzati e poi pentiti, politicamente castrati, dimagriti, illusi dagli editoriali de La Repubblica, in lacrime, ma… ma in fondo – molto in fondo, però – non sono cattivi.

Hanno perso tutto. In parte – in buona parte – sono radical chic che, cercate di capirlo, non possono andare con i centri sociali di Potere al Popolo: un conto sono i maglioni di Cashmere di Rifondazione comunista, altra e ben diversa cosa sono i militanti di Je so’ pazzo: volete mettere?

Un po’ di comprensione, amici grillini. Diamogli il tempo di riprendersi…

Foto tratta da lineapress.it

 

 

 

 

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