Sistema bancario inquinato e da riformare subito. Se non bastavano gli scandali di Banca Etruria del Monte dei Paschi di Siena, delle Banche Venete etc. etc. basta leggere la nota giù riportata dell’ascanews di ieri per rendersi conto che i manager delle banche hanno continuato ad agire calpestando le regole minime di correttezza
di Carmelo Raffa
“Truffa su diamanti, gip: a dg Banco Bpm Faroni 150 mila da Ibd Due donazioni alla Fondazione del dg di Banco Bpm Milano, 20 feb. (askanews) – Due erogazioni, la prima da 100 mila euro e la seconda da 50 mila euro, versate nel 2007 e nel 2008 a favore dell’associazione ‘Amici di Francesco Onlus’ fondata e presieduta dall’attuale direttore generale di Banco Bpm Maurizio Faroni, ora indagato per autoriciclaggio nell’inchiesta milanese sullo scandalo della vendita diamanti a prezzi ‘gonfiati’ rispetto al reale valore di mercato. Ad effettuare le due donazioni, per un totale di 150 mila euro, è stata la Italmarket Diamond Business (IdB), una delle società finita nel mirino degli inquirenti insieme alla Diamond Private Investment (Dpi) e alle cinque BANCHE (Banco Bpm, Unicredit, Intesa SanPaolo, Mps e Banca Aletti) ora sotto indagine insieme a una settantina di persone accusate a vario titolo di truffa aggravata, autoriciclaggio e ostacolo agli organi di vigilanza”.
“Il particolare emerge dal decreto, firmato dal Gip di Milano Natalia Imarisio, che ieri ha portato al sequestro preventivo di 700 milioni di euro. Il fenomeno delle ‘regalie ai dirigenti’ delle BANCHE era ‘una prassi’, sottolinea il giudice milanese facendo anche riferimento alla ‘rabbia del personale che, per contro, si sente dai maggiori responsabili abbandonato’. Aspetto, questo, che emerge dal contenuto di alcune intercettazioni. Uno dei dirigenti di Banco Bpm, Angelo Lo Giudice, nel giugno 2018 si lamenta con un collega della ‘gente che ha avuto regali dalla società, viaggi, soggiorni con la famiglia in località termali e cose di questo tipo…’. In un’altra conversazione, sempre del giugno scorso, lo stesso manager chiede ‘per quale motivo chi ha fatto materialmente le cose, chi ha preso dei soldi, chi ha preso dei regali e chi ha fatto cose turche in questo momento è seduto al suo posto e sta tranquillo'”.
E’ una vera vergogna, anzi una vergogna che non ha limiti. Clienti ingannati che hanno creduto nei propri istituti di credito e si sono visti rifilare delle quasi patacche al posto di costosi gioielli e che oggi si sentono traditi da chi doveva tutelarli.
Non solo la clientela, ma anche i poveri ignari lavoratori completamente inesperti di diamanti e gioielli, secondo quanto emerge dai provvedimenti giudiziari, sono stati costretti a vendere, vendere e sempre più vendere sull’altare dei benefit goduti principalmente dai manager delle banche.
Eppure alcune di queste banche all’interno disponevano di personale qualificato (gli addetti al pegno) per fare verificare la bontà dei prodotti in vendita. Ci chiediamo perché non hanno utilizzato questo personale esperto prima di impaccare i propri clienti?
Ora la Magistratura faccia chiarezza, ma va da sé che tutta la responsabilità di quello che è accaduto è da attribuire a manager senza scrupoli e certamente non ai poveri lavoratori costretti a vendere prodotti di cui non avevano contezza del proprio valore.
Sembra chiaro che gli Amministratori dovrebbero a questo punto rimuovere coloro che con queste azioni hanno infangato la credibilità delle proprie banche. Ma lo faranno?