Basta farsi scippare per quattro soldi il latte di pecora sardo e siciliano per produrre un formaggio – il Pecorino romano DOP – che non valorizza né la Sardegna, né la Sicilia. Questo è volgare colonialismo culturale prima che economico. O gli industriali del Pecorino il latte sardo e siciliano lo pagano un euro e mezzo al litro, o altrimenti meglio puntare sul latte in polvere da esportare
Latte ovino: non c’è accordo tra i pastori sardi e il Ministero delle politiche agricole gestito dal leghista Gian Marco Centinaio. I pastori non mollano e per il ‘capo’ della Lega, Matteo Salvini, che pensava, tra qualche giorno, di replicare la vittoria elettorale alle elezioni regionali sarde dopo il successo in Abruzzo, la situazione si complica. E mentre la trattativa si impantana, la Regione Sardegna tira fuori un asso dalla manica e finanzia con oltre 2 milioni di euro un progetto per produrre ed esportare in Cina il latte in polvere delle pecore!
Insomma, piuttosto che farsi scippare il latte ovino per quattro soldi dagli industriali del Pecorino – soprattutto dai signori che si fregiano del marchio Pecorino romano con il latte delle pecore della Sardegna e della Sicilia – si punta su un’alternativa.
“La Giunta regionale della Sardegna, su proposta dell’assessore della Programmazione Raffaele Paci leggiamo su La Nuova Sardegna, edizione di Sassari – ha infatti deciso di cofinanziare con 2,1 milioni di euro il programma di espansione della società Alimenta Srl, a sua volta cofinanziato dal Ministero dello Sviluppo economico attraverso un Contratto di sviluppo, per il particolare valore economico che il progetto può avere per la zona”.
La società Alimenta realizzerà un nuovo stabilimento produttivo nella zona industriale di Tossilo, nel Comune di Borore. Obiettivo: sviluppare nuove linee produttive del latte di pecora in polvere per neonati.
“Si stima che, a regime – leggiamo sempre su La Nuova Sardegna – lo stabilimento lavorerà 10 milioni di litri di latte ovino e 60 milioni di litri tra siero e scotta ovini, con 60 dipendenti a tempo pieno. Alimenta esporta il suo prodotto in Cina, dove è particolarmente richiesto e fortemente apprezzato per la grande attenzione che ormai viene riservata al ‘safe food’, cibo sano e di alta qualità”.
“Il valore complessivo dell’investimento di Alimenta – leggiamo sempre nell’articolo del quotidiano sardo – sfiora i 41 milioni, cofinanziati con 14,3 milioni di soldi pubblici, di cui 2,1 garantiti dalla Regione e i restanti dal Ministero dello Sviluppo Economico”.
“In questo momento – spiega l’assessore della Regione Sardegna Paci – l’aumento della produzione comporterà l’acquisto di una quantità molto maggiore di latte ovino. Un contributo concreto, insomma, ad affrontare una crisi che si ripete ormai ciclicamente e che, per essere risolta strutturalmente deve essere affrontata in due modi: la diversificazione del prodotto, che consente di scongiurare l’eccessiva produzione di Pecorino romano, e la diversificazione dell’area geografica dei mercati di sbocco”.
la Regione dove si allevano più ovini è la Sardegna con oltre 3 milioni di capi; al secondo posto c’è la Sicilia con 900 mila capi ovini.
Perché la Sicilia non segua la strada che sta intraprendendo la Sardegna? Che senso ha, per Sardegna e Sicilia, fari scippare per quattro soldi il latte ovino per un formaggio – il tanto celebrato Pecorino romano DOP – che sul mercato non valorizza né la Sardegna, né la Sicilia.
Nel Lazio si allevano poco più di 700 mila capi ovini: il Pecorino romano se lo producano con il loro latte!
Lo ribadiamo ancora una volta: tanto per cominciare, il latte ovino non può essere venduto meno di un euro e 50-un euro e 30 al litro. Se ai signori industriali il prezzo sembra alto, se lo vadano ad acquistare in Romania: producano il Pecorino DOP romano-rumeno…
Intanto va benissimo puntare sul latte in polvere da vendere in Cina. Cominci a fare così anche la Sicilia. I fondi europei destinati all’agricoltura non mancano. Basta volerlo.
Foto tratta da sardegnalive.net
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