Se si vuole misurare la distanza tra i cosiddetti ‘Giornaloni’ e il Movimento 5 Stelle basta ascoltare la rubrica mattutina di Radio Radicale ‘Stampa e regime’. Un ‘ottimo’ rimedio per cominciare la giornata ascoltando un ‘Rosario antigrillini’. Non, ovviamente, per scelta della Radio, ma perché la ‘Grande’ stampa cartacea italiana tiene questa linea. L’assenza del Sud, a parte le solite ‘oleografie’ su mafia, camorra e ‘ndrangheta sempre più stanche
Ovviamente, loro, i protagonisti della rassegna stampa di Radio Radicale non c’entrano (anche se qualche volta ci ‘ricamano’ sopra: ma è storia è vecchia: è quasi impossibile, per un giornalista, estraniarsi del tutto dai fatti che racconta, soprattutto nella cronaca politica): loro, ogni mattina, leggono e commentano titoli e articoli dei giornali cartacei italiani. La rubrica s’intitola “Stampa e regime”, imperniata, soprattutto, sui fatti politici del Belpase e, ascoltandola, ci si rende conto che la carta stampata, ad eccezione del Il Fatto quotidiano e di qualche altro ‘sparuto’ giornale, è quasi tutta critica verso il Movimento 5 Stelle.
Stampa e regime viene trasmessa da Radio Radicale ogni mattina, un po’ dopo le sette e trenta. Ascoltando questa trasmissione radiofonica si può misurare quanto i grillini siano malvisti e mal sopportati dalla ‘Grande stampa’ cartacea italiana.
Ci sono vari modi di ascoltare questa rubrica di Radio Radicale. Ascoltata da un giornalista – al limite anche da un giornalista meridionale – può risultare interessante. Perché la sottolineatura “anche da un giornalista meridionale”? Perché ascoltando questa rassegna stampa, da meridionali, ci si accorge, ad esempio, che esiste anche una doppia questione meridionale anche per la carta stampata. Perché? E perché “doppia”?
Perché i giornali citati, nella stragrande maggioranza dei casi, hanno sede tutti nel Centro Nord Italia. Al Centro si arriva con Il Messaggero di Roma, Il Mattino di Napoli e le redazioni romane di altri giornali. Ma sotto Napoli la rassegna stampa di Radio Radicale non arriva quasi mai.
Ma – diciamolo subito – questo avviene non per totale responsabilità dei conduttori radiofonici di questa trasmissione: ma perché nel Sud, da Napoli in giù, a quanto pare, non ci sarebbero più giornali. Meglio citare Il Foglio…
Ma ascoltando questa rassegna stampa ci si accorge – ovviamente non per responsabilità di Radio Radicale – che la questione meridionale, nell’informazione della carta stampata, è doppia: perché sono rarissimi gli articoli che parlano della vera questione meridionale.
Ascoltando i resoconti e i commenti di quei pochi articoli che parlano del Sud si prende atto che il Meridione di oggi raccontato dalla ‘Grande informazione’ italiana (i “Giornaloni”, come li chiama Marco Travaglio) continua ad essere incentrato sulla cronaca giudiziaria, soprattutto là dove incrocia la politica, meglio ancora se c’è il binomio politica-mafia (o anche camorra e ‘ndrangheta: ‘frullate’ con la politica tirano sempre, ovviamente con cautela, perché oggi, pescando nel mare della politica inquinata si incontra anche la sinistra: e allora…).
Radio Radicale ci aggiunge anche le carceri: ma lo fa perché le carceri insistono anche nel Sud e perché sono, da sempre, l’argomento è oggetto di interesse dei Radicali.
Tolti questi due argomenti, il racconto del Sud di oggi, da parte dei ‘Giornaloni’, oscilla tra l’assenza e i tocchi ‘oleografici’ un po’ di qua e un po’ di là. Tranne quando c’è da difendere interessi di quel Centro Nord che tratta il Sud come una ‘colonia’: è il caso dell’acciaieria ILVA di Taranto, o la TAP nel Salento: in questi casi il Sud che si ribella – se si ribella – va subito colpito e affondato: colonizzati siete e tali dovete restare!
Lo scenario che viene fuori dai ‘Giornaloni’ cartacei – che visto dal Sud sembra più regime coloniale che stampa – regala, ogni mattina, una sorta rosario antigrillino, certificando la reciproca insofferenza tra il Movimento 5 Stelle da una parte e gli stessi ‘Giornaloni’ dall’altra parte.
Ma è un dualismo che, al Sud, si percepisce sempre di meno. Perché a parte una cerchia sempre più ristretta – oggi in verità molto ristretta – di meridionali che si recano nelle edicole la mattina per acquistare un giornale (e, di solito, è un giornale locale), la grande stampa italiana, nel Mezzogiorno odierno, sembra molto distante: echi lontani che si avvertono appena, bagliori, più che altro ricordi, nemmeno tanto belli, nemmeno interessanti, anzi…
Foto tratta da Rassegna.it