Ce lo chiediamo perché cominciamo ad avere il dubbio che, nel 2015, quando dal Bilancio della Regione siciliana ‘sparivano’ 10 miliardi di crediti ‘inesigibili’, Nello Musumeci, oggi presidente della Regione e allora deputato regionale, magari era in gita con Astolfo sulla Luna… Oggi che è tornato sul Pianeta Terra ha perfettamente ragione a definire falsi e ipocriti gli esponenti del centrosinistra, ma quattro anni fa…
Leggiamo un comunicato stampa arrivato da Palazzo d’Orléans, sede della presidenza della Regione siciliana. A parlare è il presidente, Nello Musumeci:
“Solitamente evito le polemiche, ma stavolta non posso tacere. Sui tagli al bilancio leggo dello sdegno degli esponenti del PD: che ipocrisia”.
Il tema è quello degli oltre 2 miliardi di euro che la Regione siciliana deve ripianare. Sono 2 miliardi di euro di crediti inesigibili che la Regione si trascina nel Bilancio dal 2015 e che per la Corte dei Conti vanno tolti dallo stesso Bilancio perché, per l’appunto, inesigibili.
Musumeci ne parla in un’intervista al quotidiano online Live Sicilia.
“E’ la più pesante eredità – dice il presidente della Regione – lasciata ai siciliani dal governo Crocetta (assieme agli otto miliardi di debiti), risalente al Bilancio del 2015. Degli oltre due miliardi, 382 milioni vanno ripianati in due anni ed il resto in trent’anni. Questo ha costretto il mio governo a ridurre la spesa per il 2019 di 191 milioni di euro, con tagli dolorosi ma inevitabili: dal trasporto pubblico locale ai consorzi di bonifica, ai forestali, alla cultura. Un massacro”.
Musumeci indica anche i rimedi:
“La soluzione – dice – non può essere che una e deve darla Roma: far comprendere al governo Conte che i 382 milioni di disavanzo la Regione non può ripianarli in due anni ma in trenta. Per lo Stato non cambierebbe nulla, ma per molti siciliani sarebbero lacrime e sangue”.
Musumeci non risparmia critiche al PD che, con il Governo passato di Rosario Crocetta ha prodotto guasti finanziari enormi, non soltanto per questi 2 miliardi o già di lì di residui attivi (i crediti inesigibili, tecnicamente, si chiamano così), ma anche per altri ‘buchi’ che il presidente della Regione non cita.
“Resto senza parole – dice il presidente della Regione – quando leggo sulla stampa e sui social dichiarazioni di finto sdegno di esponenti e parlamentari del PD per i tagli al bilancio con accuse gravi al mio governo. Proprio loro? Cioè quelli che nel 2015 votarono quel bilancio di Crocetta causa unica dei tagli? Non è possibile! Come sapete, sono abituato ad evitare polemiche, ma non si può sopportare tanta falsità e ipocrisia”.
Sulla falsità e sull’ipocrisia del PD il presidente Musumeci ha ragione da vendere. Ma dovrebbe spiegare, però, come mai il suo Governo si è accorto del ‘buco’ di 2 miliardi solo da qualche settimana.
Lo stesso Musumeci dice che il ‘buco’ risale al 2015: e lui, nel 2015, dov’era? Se non ricordiamo male era parlamentare regionale e presidente della commissione Antimafia regionale.
Proprio nel 2015 – e proprio sui crediti vantati dalla Regione siciliana e iscritti in Bilancio – è andata in scena una manovra frettolosamente archiviata con la quale sono stati cancellati 10 miliardi di crediti che la Regione siciliana vantava verso lo Stato e verso altri soggetti.
Una cancellazione ‘veloce’ sulla quale sono stati espressi molti dubbi: da noi, ma anche dai parlamentari del Movimento 5 Stelle (COME POTETE LEGGERE QUI).
Dell’anno 2015, oltre ai crediti ‘cancellati’, ci sono anche i 2 miliardi di euro e rotti di ‘crediti’ che, invece, sono rimasti nel Bilancio: e guarda caso – quando si dice la ‘fatalità’ – sono crediti inesigibili.
Fa bene il presidente Musumeci a ricordare che questi 2 miliardi e rotti di crediti inesigibili sono il frutto di errori commessi da Governi del passato. Però il presidente dovrebbe essere più preciso: di questi 2 miliardi di euro e rotti, infatti, un miliardo e 600 milioni di euro sono soldi che la Regione ha anticipato come spesa di fondi europei, ma che Bruxelles non ha voluto restituire (COME ABBIAMO RACCONTATO QUI).
Perché, presidente Musumeci, Bruxelles non vuole restituire questi soldi? Forse sono stati rendicontati male? Perché non va in Aula a raccontare come stanno le cose? Forse i dirigenti regionali che hanno combinato tale ‘inchiappo’ sono già stati premiati e non possono essere toccati? Non sarebbe il caso di ricostruire questa storia?
Ultima considerazione. Il presidente Musumeci dice:
“La soluzione non può essere che una e deve darla Roma: far comprendere al governo Conte che i 382 milioni di disavanzo la Regione non può ripianarli in due anni ma in trenta. Per lo Stato non cambierebbe nulla, ma per molti siciliani sarebbero lacrime e sangue”.
Dimentica di aggiungere che il Governo nazionale di Giuseppe Conte – che nel 2015 non esisteva – ha già avallato un mutuo da un miliardo e 600 milioni di euro contratto dalla Regione siciliana causa “magheggi” di Bilancio commessi nel 2015 quando – a differenza di Conte che allora faceva solo l’avvocato – Musumeci era parlamentare dell’Ars e non era certo con Astolfo sulla Luna…
A noi poi risulta che il Governo Musumeci vorrebbe far stipulare alla Regione un secondo mutuo di oltre 500 milioni di euro e non di 382 milioni di euro. Se in questi giorni il ‘buco’ è passato da circa 540 milioni di euro a 382 milioni di euro non possiamo che essere contenti, ma anche un po’ preoccupati per la facilità con la quale 160 milioni di euro vanno e vengono…
Detto questo, presidente Musumeci, come ha ben detto l’onorevole Vincenzo Figuccia, la Regione siciliana i soldi per coprire il secondo ‘buco’ – non abbiamo capito se di 382 milioni di euro o di 540 milioni di euro – li deve andare a prendere dagli inutili appalti ferroviari di Palermo e Catania, non con un ulteriore indebitamento dei siciliani (QUI LA DICHIARAZIONE DELL’ONOREVOLE FIGUCCIA).
Ci auguriamo che il Governo Conte raccolga l’appello al buon senso lanciato dall’onorevole Figuccia.
Foto tratta da Blog Taormina
Ars: i grillini scoprono che cancellazione dei 10 miliardi di crediti ‘inesigibili’ era sbagliata!