Ricordate cosa è successo quando il Governo nazionale ha stanziato gli 8 miliardi di euro per il Reddito di cittadinanza? “Una somma enorme”, “E’ vergognoso”, “Pagare chi non lavora” e bla bla bla. Ieri, in un’audizione al Senato, i rappresentanti della Caritas hanno detto che dieci anni di residenza per i non italiani sono troppi e che bisogna dare il Reddito di cittadinanza anche ai senza casa. Ora i soldi sono pochi…
Eh sì, adesso i soldi per il Reddito di cittadinanza sono pochi. Gli 8 miliardi di euro stanziati dal Governo nazionale che, fino a qualche giorno fa, erano una “somma enorme”, “uno spreco incredibile”, “un sussidio vergognoso per pagare chi se ne sta a casa in poltrona” sono diventati improvvisamente pochi.
Lo ha scoperto la Caritas che, per l’occasione, si è andata ad aggiungere ai tanti protagonisti che manifestano dubbi sul Reddito di cittadinanza: insomma, dopo la Confindustria, dopo il PD, dopo Forza Italia, dopo la Lega di Salvini (che è contraria ma deve ingoiare il rospo perché fa parte del ‘Contratto’ di Governo con i grillini), dopo CGIL, CISL e UIL, anche la punta più ‘avanzata’ (o quasi) del mondo cattolico comincia a tirare ‘siluri’ a uno dei punti cardine del programma di governo dei grillini.
Silenziosi quando il Movimento 5 Stelle, tra le critiche quasi generali, è riuscito a far passare gli 8 miliardi di euro per il reddito di cittadinanza – primo grande intervento in favore di chi non ha nulla – i cattolici impegnati nel ‘sociale’ della Caritas, ieri, nel corso di un’audizione al Senato, hanno fatto sapere che, a loro avviso, i dieci anni di residenza nel nostro Paese per poter erogare il Reddito di cittadinanza sono troppi.
In Italia, è noto, i migranti si accolgono non nel nome della carità tanto cara a San Paolo, ma per fare soldi speculando sull’accoglienza. Infatti, una volta ‘accolti’, il gioco consiste nel tenerli nei centri di accoglienza quanto più possibile per ‘acchiappare’ dallo Stato 35 euro al giorno per migrante: un business!
Tranne rari casi di integrazione, i migranti vengono sfruttati: per esempio in agricoltura, ma non soltanto.
Nel progetto dell’attuale Governo nazionale il Reddito di cittadinanza – con riferimento ai non italiani – lo può percepire chi ha la cittadinanza italiana da almeno dieci anni.
Ai cattolici impegnati nel ‘sociale’ la cosa non va giù. Il requisito di 10 anni di residenza in Italia per percepire il Reddito di cittadinanza, hanno sottolineato ieri i ‘Santi’ della Caritas, esclude migranti regolari e rischia di escludere persone in grave marginalità a cominciare dai senza casa.
Secondo la Caritas, “un provvedimento di contrasto alla povertà non può invece che essere inclusivo, altrimenti crea la paradossale situazione di generale o implementare condizioni di disagio grave o di diseguaglianza nell’accesso”.
La cosa singolare è che i ‘Santi’ della Caritas hanno aspettato l’audizione al Senato prima di dire queste cose. Quando è stato varato il Reddito di cittadinanza non sono scesi in campo per difendere chi proponeva un “provvedimento di contrasto alla povertà”: lo fanno solo adesso: e lo fanno regalando – di certo senza volerlo – un bell’assist alla Lega di Salvini.
Perché – che ai cattolici piaccia o no è così – dire che dieci anni di residenza sono troppi per poter percepire il Reddito di cittadinanza, ebbene, significa fornire una sponda a chi, come Salvini, va ripetendo come un disco rotto “prima gli italiani”.
Anche il Reddito di cittadinanza ai senza casa proposto così, senza la richiesta, ad esempio, di un’integrazione finanziaria – magari da chiedere all’Unione europea nel nome della solidarietà – rischia di apparire strumentale.
A Palermo, poi, l’appello della Caritas per i senza casa suona un po’ tragicomico. Nel capoluogo siciliano, negli ultimi anni, il numero dei senza tetto è cresciuto a dismisura, sia per la povertà dilagante, sia per il disinteresse del Comune.
Ma se, per i senza casa di Palermo, le autorità ‘laiche’ fanno poco o nulla (al massimo, gli esponenti della ‘sinistra’ cittadina, quando fa freddo, elargiscono ai senza tetto qualche coperta prima di andare in pizzeria…), le ‘autorità’ cattoliche cittadine mancu babbianu…
Santa Madre Chiesa, a Palermo, possiede tanti beni immobili: ma non risultano molti casi di tali beni donati ai senza casa (l’affitto non è proponibile perché, di solito, chi è senza casa non può pagare).
Però, ieri, al Senato, i cattolici impegnati nel ‘sociale’ della Caritas si sono ricordati degli aggiustamenti da apportare al Reddito di cittadinanza: già è un passo avanti…
Foto tratta da guidafisco.it
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