La notizia politica più importante di queste ore è la cena romana del ‘capo’ della Lega, Salvini, con i rappresentanti del potere. Dopo il flop di Renzi i poteri forti lo hanno sostituito con Salvini, dal quale anche Berlusconi deve prendere ordini. In cambio, però, la Lega deve ‘liberare’ l’Italia dal Movimento 5 Stelle. Per questo, oggi, è importante sostenere i grillini nonostante i tanti limiti
Nelle ultime ore la cronaca politica ci consegna tre notizie apparentemente sganciate tra loro, ma che invece sono strettamente interconnesse. Proviamo a illustrarle per sommi capi e a commentarle.
Forse la notizia più importante è la cena, a Roma, presso La Lanterna di Massimiliano Fuksas (QUI IL VIDEO), che ha visto allo stesso tavolo grandi imprenditori, magistrati, avvocati e, in generale, di personalità dello Stato ed esponenti della vecchia politica di centrodestra e centrosinistra. Con la presenza – e questa è la vera notizia – del leader della Lega, Matteo Salvini.
La seconda notizia è l’intervista rilasciata a Il Fatto quotidiano da Giuliano Urbani, politologo e ideologo di Forza Italia:
“La candidatura di Silvio Berlusconi alle elezioni europee – dice Giuliano Urbani – è un’operazione che non ha alcun senso politico. Lo dico con amarezza, ma ormai l’ex premier ha esaurito la sua funzione storica. Ha dato le carte per vent’anni, è durato anche più del previsto, ora basta. La sua ridiscesa in campo sarà un insuccesso totale. Gli italiani non gli credono più”.
La terza notizia è la formalizzazione dell’avvio di due impegni-cardine assunti dal Governo gialloverde con gli elettori: il Reddito di cittadinanza (voluto dal Movimento 5 Stelle) e quota 100 (leggere l’inizio dello smantellamento della legge Fornero, voluto dagli stessi grillini e, soprattutto, dalla Lega di Salvini).
La prima notizia – sotto il profilo del significato politico – l’ha già anticipata Antonio Piraino nell’articolo che ha pubblicato lo scorso 4 gennaio su questo blog. Il ‘succo’ del ragionamento di Piraino si sintetizza in poche righe:
“Ormai il progetto della Lega di Salvini è chiaro: indebolire ideologicamente e politicamente il Movimento 5 Stelle, con il chiaro obiettivo di usarlo fino in fondo prima di gettarlo via. Di fatto, si prospetta un nuovo, grande blocco sociale del Nord del Paese a danno del Sud e dei ceti popolari. Che fare? Chi ha a cuore le sorti democratiche, sociali e ambientali del nostro Paese deve cominciare a lavorare a una visione condivisa e a una inedita alleanza: in una parola, ad un fronte comune” (QUI, PER ESTESO, L’ARTICOLO DI ANTONIO PIRAINO).
Di fatto, la cena a Roma non è altro che una sorta di ‘incoronazione’ di Salvini: i poteri forti, dopo aver provato Silvio Berlusconi e Matteo Renzi – e dopo aver accertato che il leader di Forza Italia e l’ex leader del PD sono ormai al capolinea – hanno scelto il leader della Lega: è lui, Salvini, il nuovo ‘unto’ dai poteri forti (non solo italiani – che oggi contano poco – ma soprattutto esteri), a patto che si faccia portatore dei ‘valori’ economici, finanziari e ‘appaltizi’ del capitalismo liberista.
Per Salvini non è una novità. Il suo è stato un abile avvicinamento alle posizioni liberiste. Intanto il leader della Lega, ormai da tempo, non parla più di uscita dall’euro. Non è più il ‘populista’ alla Orban o alla Marine Le Pen. I toni sono più pacati. Anche se in cambio, per tenere uniti i suoi, ha chiesto e ottenuto il già ricordato smantellamento della Legge Fornero.
Ma in cambio – e qui la partita diventa interessante – deve completare l’opera che ha già iniziato facendo ‘ingoiare’ ai grillini prima il mantenimento dell’acciaieria dell’ILVA a Taranto e poi la TAP nel Salento.
Solo che, adesso, Salvini deve passare dalla cruna dell’ago dell’Alta velocità ferroviaria della Tonino-Lione. Operazione non facile, perché il mega-appalto franco-italiano della TAV – che non serve ai cittadini, ma alle imprese che lo debbono realizzare – viene insidiato in Francia dai ‘Gilet Gialli’ (che domani scenderanno in piazza, per il decimo sabato consecutivo contro il presidente Macron) e in Italia dal Movimento 5 Stelle.
Salvini è in grande difficoltà, perché in Francia – ormai è solo questione di tempo – Macron verrà cacciato via, mentre in Italia, se i grillini dovessero cedere sulla TAV, perderebbero una caterva di voti alle elezioni europee del prossimo maggio.
Il leader della Lega ha provato a uscire dall’angolo, lanciando la proposta di referendum sulla TAV, proposta già di per sé rischiosa, perché ormai i ceti popolari, quando vanno a votare, votano sempre contro gli interessi dei poteri forti.
Il fatto, poi, che il PD piemontese di Sergio Chiamparino si sia schierato in favore della TAV peggiora le cose perché, oltre a dimostrare ciò che già si sa – e cioè che il Partito Democratico non ha nulla di sinistra ma è un’appendice, peraltro sbiadita, dei poteri forti – ‘schiaccia’ la Lega sul PD, dando agli elettori la sensazione che, sui grandi affari, PD e leghisti dicano le stesse cose…
TAV o non TAV, la cena romana ‘incorona’ comunque Salvini non soltanto leader del centrodestra (Berlusconi, ormai, può giocare solo come ‘sottoposto’ a Salvini, se è vero che, con eleganza, Urbani gli ha vaticinato l’insuccesso elettorale) ma come il politico che deve risolvere la ‘grana’ rappresentata dai grillini: i poteri forti sono disposti a dargli corda sullo smantellamento della legge Fornero, a cedere sugli aiuti all’agricoltura del Centro Nord, lo aiuteranno anche a prendere in giro gli elettori del Sud (alcuni, chi ingenuamente, chi per arraffare poltrone svendendo il Sud al Nord, gli vanno già dietro) ma il ‘capo’ della Lega deve trovare il modo di liberare l’Italia dai grillini.
Che conclusioni trarre, allora? Che in questa fase politica, non appoggiare i grillini, significa fare il gioco della Lega di Salvini e dei poteri forti che hanno già sostituito Renzi con Salvini.
Soprattutto nel Sud è importante fare passare questo messaggio. Perché l’accordo poteri forti-Salvini va a danno del Sud, dei ceti popolari e dei ceti meno abbienti (che sono in maggioranza nel Mezzogiorno).
I grillini hanno tanti limiti, ma oggi rappresentano l’unico fronte contro la vecchia politica che non vuole scomparire. Ricordiamocelo.
Foto tratta da m.dagospia.com