Lo ha spiegato a chiare lettere nel maggio del 2017 il docente universitario di Ingegneria, Giovanni Tesoriere. Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, fa finta di non saperlo. Ma è bene che lo sappiano gli esponenti del Movimento 5 Stelle, che dovrebbero fare a meno di cadere nei tranelli mediatici del ‘sindaco-prestigiatore’
La storia è di queste ore: l’Anello ferroviario di Palermo, opera maestosa, economicamente illogica (ancora devono spiegare chi è che gestirà tale opera quando verrà completata, ammesso che un giorno verrà completata), costosa e ancora oggi incompleta (dopo anni di scavi, di trincee e di allagamenti, con oltre 100 milioni di euro spesi, i lavori sono, sì e no, al 20%) è di nuovo in tilt. La Tecnis – la società che gestisce l’appalto – prima ha annunciato l’interruzione dei lavori, poi, dopo l’intervento di Rete Ferroviaria Italiana (RFI) ci ha ripensato.
Su Facebook il sindaco di Palermo Leoluca Orlando scrive:
“Tutto questo è inaccettabile, non è più possibile che questa opera, che è certamente utile ed importante per la mobilità a Palermo, continui a restare una eterna incompiuta. Anche se è nata male sotto la giunta Cammarata, non possiamo lasciare che finisca male. Mi auguro che il Ministro Di Maio si muova, quantomeno per rispettare le promesse fatte dai suoi rappresentanti locali in campagna elettorale”.
“Questo contratto – prosegue Orlando – è stato fatto male ai tempi di Cammarata (Diego Cammarata, ex sindaco di Palermo del centrodestra ndr), escludendo il Comune dalla possibilità di vigilanza e controllo e per questo abbiamo chiesto a RFI di rescinderlo. Ora la Tecnis pensi alle necessità dei cittadini e dei commercianti di Palermo e riprenda subito il lavoro in via Amari e a Piazza Castelnuovo, senza aspettare i pareri del Governo nazionale”.
Il sindaco di Palermo scarica la patata bollente sul Governo nazionale gialloverde che in questa storia di appalti della vecchia politica – metà del centrodestra e metà del centrosinistra – non c’entra proprio nulla. E con l’aria di chi si prende gioco dell’esecutivo nazionale Orlando conclude:
“Governo del cambiamento o del cambianiente?”.
A stretto giro di posta arriva la replica del parlamentare nazionale del Movimento 5 Stelle, Adriano Varrica:
“Il Sindaco di Palermo, come è noto, è abile nel distrarre i cittadini rispetto alle proprie responsabilità amministrative e politiche, sovente scaricandole su altri soggetti: una volta dà la colpa ai suoi dirigenti, un’altra agli ex sindaci, un’altra ancora a RFI, al presidente della Regione, al Governo nazionale, meglio se del MoVimento 5 Stelle. A Orlando riconosciamo un’abilità tipica di chi fa politica, ma non è raccontando bugie che si risolvono i problemi o non assumendosi le proprie gravi responsabilità. Noi del M5S preferiamo non seguire vecchi modelli fumosi come il suo che hanno affossato una città a suon di propaganda, ma affrontiamo sempre con responsabilità i problemi per risolverli, dicendo sempre la verità ai cittadini, anche quando è scomoda”.
“Quella dell’Anello ferroviario – sottolinea ancora Varrica – è una situazione complicata per due motivi: i ritardi accumulati e la crisi di Tecnis, entrata in amministrazione straordinaria. Su quest’ultimo punto il Commissario Ruperto sta lavorando alacremente per completare l’iter previsto dalla legge e auspichiamo che il passaggio finale previsto al Ministero dello Sviluppo economico sia tempestivo e risolutivo. Di certo col Ministro Luigi Di Maio monitoreremo che l’istruttoria sia rapida. Per il primo punto, vale a dire i ritardi accumulati, carte dalla mano, il Comune di Palermo nella qualità di committente ha richiesto ad RFI di rescindere il contratto con Tecnis diverse volte. RFI come imposto dalla legge ha effettuato tramite Italferr la valutazione delle responsabilità ascrivibili a Tecnis sui ritardi. Il risultato è stato che la maggior parte dei ritardi sono responsabilità del Comune di Palermo. Solo per dare un’idea, come emerge dalla relazione di Italferr, già a fine 2016 circa il 50% dei 22 mesi di ritardo accumulati erano ascrivibili all’Amministrazione Orlando. In ogni caso, con riferimento alla notizia di interruzione da parte di Tecnis, RFI, che ringrazio per la solerzia, è subito intervenuta e ha già annunciato che il 21 gennaio i cantieri riprenderanno a pieno regime. Il Ministro Toninelli ha preso un impegno di fronte a quei commercianti e cittadini che hanno sofferto i ritardi del cantiere di via Amari, frutto in buona parte delle responsabilità di Orlando. Invece di fare polemica, il sindaco abbia un atteggiamento cooperativo per ottenere la risoluzione delle problematiche, l’unica cosa che interessa ai cittadini”.
A proposito del contratto va fatta una precisazione. Varrica scrive:
“… il Comune di Palermo nella qualità di committente ha richiesto ad RFI di rescindere il contratto con Tecnis diverse volte”.
Egregio onorevole Varrica, non cada nel gioco degli specchi. Il 24 maggio del 2017, il docente universitario di Ingegneria, Giovanni Tesoriere, spiegava quanto segue:
“Il contratto per la realizzazione dell’Anello ferroviario è del Comune di Palermo. Il sindaco Orlando, per rescinderlo, non ha bisogno di RFI (Rete Ferroviaria Italiana ndr): lo può rescindere subito. Il beneficiario dell’opera è il Comune di Palermo. RFI ha effettuato la gara di appalto e sta curando la direzione dei lavori. La rescissione del contratto spetta al Comune di Palermo. Diversa è la situazione per il Passante ferroviario, dove il beneficiario è RFI. Ma nel caso dell’Anello ferroviario, lo ribadisco, spetta al Comune rescindere il contratto” (QUI PUO’ LEGGERE PER INTERO L’INTERVISTA AL PROFESSORE GIOVANNI TESORIERE SULL’ANELLO FERROVIARIO DI PALERMO).
Articolo del maggio 2017: