La domanda è legittima, dal momento che il vice sindaco di Palermo – il vice sindaco! – non sapeva nulla dello sfratto dei librai di via Libertà! Ma è normale che gli ‘uffici’ prendano una decisione così importante senza sentire la politica? O forse, nel Comune del capoluogo siciliano è la politica – amministrazione comunale e Consiglio comunale – che non conta più niente?
Nei giorni scorsi Palermo ha assistito a una sorta di ‘ammutinamento’ dell’ufficio Anagrafe. La storia è nota. Il Ministro degli Interni, il leghista Matteo Salvini, ha ordinato lo stop alle iscrizioni dei migranti. Il sindaco Leoluca Orlando ha annunciato la disobbedienza. Ma i dipendenti dell’ufficio Anagrafe hanno sostanzialmente risposto così: “Egregio signor sindaco, firmi lei, perché noi non firmiamo”. Adesso apprendiamo che gli ‘uffici’ del Comune hanno sfrattato i librai che lavorano nei marciapiedi di via Libertà: ma il vice sindaco e assessore, Sergio Marino, come leggiamo sul Giornale di Sicilia on line di ieri, smentisce gli uffici:
“Nessuno mi ha avvertito. Domani mi farò sentire con gli uffici. Si può già annunciare il rinvio dell’esecuzione del provvedimento”.
I librai operano con le bancarelle in via Libertà – tra Piazza Politeama e Piazza Croci – da decenni. Sapete perché gli uffici del Comune – e non la Giunta comunale che non è stata nemmeno avvertita – vorrebbero farli sloggiare?
Perché il Comune di Palermo (gli ‘uffici’ o il sindaco e gli assessori?) hanno piazzato le piste ciclabili lungo i marciapiedi di via Libertà! Eh sì, per il Comune di Palermo – storia che va avanti, a spizzichi e bocconi, dai primi anni ’90 del secolo passato – le piste ciclabili vanno realizzate sui marciapiedi!
Ora sono arrivati anche i ‘geni’ degli uffici comunali che, all’insaputa dalla Giunta, hanno deciso – perché di questo si tratta alla fine – che passeggiare lungo i marciapiedi di via Libertà, dando un’occhiata alle bancarelle dei libri è pericoloso: le bancarelle con i libri ostacolano i ciclisti!
Avete letto benissimo: non sono i ciclisti sui marciapiedi che creano pericolo per chi passeggia, ma sono le bancarelle con i libri che, restringendo lo spazio per i ciclisti, aumentano i ‘pericoli’ per chi passeggia…
Siamo al ‘dadaismo’ amministrativo allo stato puro!
Che dire? Che intanto sarebbe interessante capire chi comanda al Comune di Palermo. Fino a che punto gli ‘uffici’ possono adottare un provvedimento del genere, umiliando, di fatto, non soltanto la Giunta comunale, ma l’intero Consiglio comunale e, in generale, la politica?
Poi bisognerebbe anche capire se c’è un nesso tra le assunzioni nella pubblica amministrazione a umma umma e l’antipatia degli ‘uffici’ verso i libri, se è vero che, ormai da decenni, per entrare negli uffici pubblici i libri non servono…
Infatti, negli uffici pubblici italiani si accede senza che ci sia più bisogno di studiare: basta il politico o il sindacalista di turno che ti fa intruppare tra i precari e il gioco è fatto: entri e prima o poi ti ‘stabilizzano’, perché i precari assunti per chiamata diretta dalla politica acquisiscono diritti.
Del resto, in una Regione nella quale certi dirigenti acquisiscono ‘punteggio’ con incarichi illegittimi tutto diventa possibile…
Foto tratta da palermo.repubblica.it
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