Della partita sarebbe anche l’ex presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, che in materia di ribaltoni e politiche trasformiste, in Sicilia, è l’incontestato numero uno. Proviamo a illustrare perché il Movimento 5 Stelle, in questa fase politica siciliana, è più interessato ad entrare nella ‘stanza dei bottoni’ che all’opposizione. Il possibile isolamento di Gianfranco Miccichè e della parte di Forza Italia che lo segue
Giancarlo Cancelleri, la voce di Beppe Grillo in Sicilia, ci ha provato prima di Natale. Ma la sua proposta di ribaltone è stata respinta dal presidente della Regione, Nello Musumeci. Ma adesso ci sta riprovando, approfittando del caos che si sta scatenando nella vecchia politica siciliana, a caccia di benefici e prebende elettorali, con la manovra finanziaria 2019 in discussione in queste ore all’Ars.
Lo scenario è confuso. Gli esponenti della vecchia politica vogliono che, insieme con Bilancio e Finanziaria 2019, Sala d’Ercole esamini il ‘Collegato’ alla Finanziaria: una sorta di legge omnibus per ‘sistemare le cose’ in vista della campagna elettorale per le elezioni europee che è già, di fatto, iniziata (si vota a maggio).
A fare ‘impazzire’ i deputati della vecchia politica sicula di centrodestra e di centrosinistra sono i circa 50 milioni di euro resi disponibili dalla liquidazione della Sicilcassa. Non gli sembra vero, alla vecchia politica siciliana, di ‘arraffare’ questi soldi per ‘investirli’ in clientele elettorali.
Chi non sembra molto convinto di immolare questi 50 milioni di euro, o giù di lì, in una campagna elettorale che non lo vedrà protagonista è il presidente della Regione, Nello Musuneci. Che vorrebbe utilizzare queste somme per finalità di lungo respiro.
Ma su questo punto lo scontro con la vecchia politica – soprattutto con Forza Italia di Gianfranco Miccichè, coordinatore degli azzurri siciliani e presidente del Parlamento siciliano – potrebbe esplodere.
Radio tam tam racconta che a Miccichè l’apertura di Musumeci ai grillini non è piaciuta affatto. Questo è uno degli aspetti più misteriosi del complicato mondo del Movimento 5 Stelle in salsa sicula. Per quale motivo Cancelleri – che di fatto è il ‘capo’ del Movimento in Sicilia per conto di Grillo – si si voglia andare a infognare in un’alleanza con Musuneci non è chiaro: per giunta a qualche mese dal voto per le europee…
L’unica spiegazione politicamente logica è che a Cancelleri – e quindi non tanto a Grillo, ma a chi tiene le vere ‘redini’ del Movimento grillino – in questa fase interessa entrare costi quel che costi nella ‘stanza dei bottoni’ della Regione siciliana, anche a costo di perdere voti. Va letto così l’ennesimo invito di Cancelleri a Musumeci per dare vita all’inciucio.
La domanda è: ma Musumeci e Cancelleri avrebbe i voti in Aula per effettuare il ribaltone?
La solita Radio tam tam dice di sì. Si parla, infatti, di incontri catanesi riservati; tra i protagonisti di tali incontri, oltre ai grillini, a Musumeci, a un noto avvocato della Città Etnea e a qualche senatore musumeciano, avrebbe partecipato l’ex presidente della Regione, Raffaele Lombardo, che in materia di ribaltoni e trasformismo politico in Sicilia non ha eguali.
Lo zoccolo duro dei ribaltonisti sarebbe rappresentato dai 20 deputati grillini, che avrebbero ricevuto l’ordine di “obbedire” (in realtà, sono 19, perché il ventesimo, Cancelleri, è quello che impartisce gli ordini in Sicilia).
Della partita trasformista-ribaltonista sarebbero anche i lombardiani, i deputati vicini allo stesso Musumeci e i soliti “impresentabili” per ora senza riferimenti.
In questa fase – ma lo scenario è in evoluzione – non dovrebbe esserci quella parte del Cantiere Popolare che un tempo orbitava intorno all’ex presidente della Regione, Totò Cuffaro: insomma, i vari Saverio Romano, Toto Cordaro, Roberto Lagalla e via continuando.
Ma – lo ribadiamo – lo scenario è in evoluzione, perché gli ex cuffariani, dopo la caduta di Cuffaro, avvenuta nel 2008, sono rimasti a bocca asciutta per quasi dieci anni. Ora che sono tornati a maneggiare potere, alla fine, potrebbero ‘abbuccare’ e aderire al ribaltone, lasciando Gianfranco Miccichè a fare la guardia al ‘bidone’ di Forza Italia in Sicilia.
Micciche, come già accennato, si sarebbe messo di traverso. Ma anche se riuscisse a trascinarsi gli ex cuffariani del Cantiere Popolare rafforzerebbe la sua posizione elettorale in vista delle europee, ma non potrebbe impedire la nascita del Governo regionale del ribaltone.
Per un motivo semplice: perché sennò dovrebbe andare a casa pure lui: e Miccichè non ha alcuna intenzione di lasciare lo scranno di presidente dell’Ars.
E allora? Uno scenario potrebbe essere il seguente: un ribaltone ‘dolce’, senza cambiare gli assessori fino alle elezioni europee di maggio. Poi…
Ma Miccichè ha nelle mani due strumenti importanti da sfruttare: scoprire i giochi e fare emergere l’accordo in Aula tra Musumeci e Cancelleri: cosa, questa, che appannerebbe l’immagine dei grillini; e utilizzare la presidenza dell’Ars contro il Governo.
Insomma, il ‘divertimento’ non dovrebbe mancare…
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