A Mezzojuso la mafia continua a tormentare le sorelle Napoli. E lo Stato? E la politica siciliana?

7 gennaio 2019

Ci chiediamo e chiediamo: possibile che la politica siciliana non riesce a fare qualcosa per impedire che la mafia continui a tormentare le sorelle Napoli? Possibile che il ripristino della legalità, in Sicilia, debba essere sempre affidato alla magistratura? Per curiosità: il Governo regionale e la commissione Antimafia del Parlamento siciliano, fino ad oggi, cos’hanno fatto? Un plauso a ‘Non è l’Arena’, la trasmissione di Massimo Giletti, che non ha spento i riflettori su questa vicenda 

di Antonino Privitera

Bizantinismo, il termine viene usato per definire il “ modo di pensare sottile e cavilloso che si disperde in ragionamenti inutili e privi di risultato”.

Mezzojuso, a pochi chilometri dalla ‘Capitale europea della cultura 2018’, è alla ribalta della cronaca ormai d qualche tempo per degli episodi di mafia che avrebbero dovuto già essere affrontati. Riassumiamo brevemente i fatti che oramai dovrebbero essere conosciuti da tutti.

Tre sorelle – Irene, Anna e Gioacchina Napoli – sono proprietarie di una azienda agricola di 90 ettari che comprende terreni con varie tipologie (boschivo, seminativo, pascoli) confinanti con i territori di Corleone, Godrano e Campofelice di Fitalia; nell’azienda c’è una sorgente di acqua di rilevante portata.

Dopo la morte del padre le tre sorelle Napoli hanno continuato l’attività, ma le difficoltà si sono presentate subito in quanto l’azienda ha scatenato gli ‘appetiti’ di chi intravede il potenziale di un consistente ritorno economico e ripaganti affari.

Come da prassi mafiosa, dapprima alle tre sorelle Napoli sono arrivati i ‘consigli’, poi gli inviti, poi le minacce, poi gli avvertimenti, quindi una vera e propria aggressione con una sassaiola dalla quale miracolosamente, ma terrorizzate, ne sono venute fuori.

Le tre sorelle Napoli rendono noto, con coraggio, che per avere rifiutato qualsiasi avance, Cosa nostra ha da tempo danneggiato sistematicamente le culture vanificandone i raccolti, ha tagliato le recinzioni, fino a consentire alle mucche “inselvatichite” di invadere i terreni. Sono stati uccisi i loro cani, ritrovati scuoiati, sgozzati e decapitati.

Raccontano pure che, come vuole la prassi, una persona di ‘animo buono’ si sia offerta per invitarle a cercare una soluzione rivolgendosi a qualcuno che, per altruismo, è disposto a prendere a cuore la situazione…e così fu.

Ma loro, non volendosi piegare alla mafia, rifiutano qualsiasi sottomissione e, dopo anni di amarezze e solitudine Irene, Anna e Gioacchina Napoli decidono di ribellarsi presentando decine di denunce per danneggiamenti e pascolo abusivo. Denunce quasi tutte archiviate, fino a quando, nel 2014, inizia un’indagine per estorsione, anche questa però archiviata per insufficienza di prove.

Paradossalmente, però, la Magistratura riconosce le sorelle come vittime del racket! Cosa resta loro da fare? Pensano giustamente di rivolgersi a quinto potere, la stampa che, dal 2017, con Le Jene e poi con Non è l’Arena – trasmissione de La 7 condotta da Massimo Giletti – portano alla ribalta i fatti.

Come epilogo – con estremo coraggio per il contesto siculo – hanno anche detto pubblicamente chi è stato l’autore della sassaiola: il padre di un politico locale.

Per varie puntate del programma di La 7 Mezzojuso si guadagna la ribalta in una rappresentazione tragicomica:

nel paese si sconoscevano i fatti…

c’è chi si indigna…

il parroco (di rito bizantino) minimizza e contrattacca sul giornale cui è editore….

il Vescovo (greco ortodosso di rito bizantino di Piana degli Albanesi) apprende dal giornalista dell’accaduto e approfondirà…

l’Istituto Zootecnico della Regione siciliana (proprietario dei terreni limitrofi e delle mucche che allo stato brado che hanno invaso i campi delle sorelle Napoli) non era stato ritenuto responsabile dei danni…

l’assessore regionale all’Agricoltura, appreso dalla trasmissione televisiva la notizia, con rincrescimento ha poi contattato le interessate…

la Commissione regionale Antimafia ha organizzato una audizione i cui risultati sono stati secretati…

Domenica scorsa, dopo avere trascorso in letizia le festività di Natale, il solito rompiscatole ed opportunista Massimo Giletti – che, bisogna riconoscerlo, ha dedicato e continua a dedicare alla vicenda grande attenzione – ha aggiornato la situazione raggelando la platea e, tra i riconoscimenti e gli osanna ad Adriano Celentano e le apprezzate frivolezze di Fiorello, ha portato tutti alla triste realtà: a Mezzojuso il giovane Salvatore (unica persona in paese che ha dato apertamente solidarietà alle sorella Napoli) ha subito un serio attentato: di notte la sua automobile ha preso fuoco!

Sì, ha preso fuoco… da sola! Perché se la mafia non esiste… nessuno l’ha mai vista… nessuno ha visto niente… nessuno sa niente… al massimo la colpa sarà di Giletti che, con le sue attenzioni, ha fatto riscaldare l’ambiente fino al punto che… qualche auto ha preso fuoco, per auto-combustione!

C’è chi dice che Giletti si stia interessando molto, anzi troppo di tale storia: ha creato il caso per fare aumentare gli indici di ascolto de La 7 a discapito delle altre reti: peccato che la notizia non era stata commentata da altri!

Dove sono andati a finire i sentimenti anti-mafiosi? La solidarietà? Solo il collegio dei Geometri ha ritenuto di esporsi? Negli anni passati gli inquirenti non hanno trovato le prove da fornire alla Magistratura che è stata costretta ad archiviare le denunce.

Solo dopo le trasmissioni di Giletti sono emerse le prove per fare arrestare tanti personaggi già indicati dalle sorelle Napoli?

Come mai gli Enti Locali siciliani e la Commissione Antimafia non hanno prestato la dovuta attenzione a questa storia, magari per adottare gli opportuni provvedimenti?

Sui social si dibatte di tutto: ci si divide tra pro e contro Salvini, sulla vendita vera o fasulla della squadra del Palermo calcio, sulla misura degli slip di Ronaldo: si parla su tutto, plastiche, rifiuti, acqua, vino, mercati, bambole: si riempiono le memorie dei computer e smartphone di messaggi e messaggini, di filmati idioti, ma quello che riguarda la convivenza civile, la vera solidarietà, la presa di posizione e la emancipazione dalle mafie non trova posto!

Saremo diventati tutti bizantini? Bizantinismo: il termine viene usato per definire il “modo di pensare sottile e cavilloso che si disperde in ragionamenti inutili e privi di risultato”.

Foto tratta da palermo.repubblica.it

AVVISO AI NOSTRI LETTORI

Se ti è piaciuto questo articolo e ritieni il sito d'informazione InuoviVespri.it interessante, se vuoi puoi anche sostenerlo con una donazione. I InuoviVespri.it è un sito d'informazione indipendente che risponde soltato ai giornalisti che lo gestiscono. La nostra unica forza sta nei lettori che ci seguono e, possibilmente, che ci sostengono con il loro libero contributo.
-La redazione
Effettua una donazione con paypal


Commenti