Espulsi anche il senatore Gregorio De Falco e gli eurodeputati Marco Valli e Giulia Moi. Noi conosciamo molto bene il senatore De Bonis, perché è uno dei protagonisti di GranoSalus. Ufficialmente è stato espulso per una condanna contabile (Corte dei Conti). De Bonis, come ricorda Cosimo Gioia, ha presentato alcuni emendamenti alla Finanziaria a tutela degli agricoltori che sono stati ‘bocciati’ da grillini e leghisti
Nuove espulsioni nel Movimento 5 Stelle. Così ha deciso il collegio dei probiviri. Fuori sono finiti i senatori Gregorio De Falco e Saverio De Bonis, e gli eurodeputati Marco Valli e Giulia Moi. La notizia la apprendiamo dal blog delle Stelle in un post.
Nel post si sottolinea che la decisione a carico dei quattro parlamentari è stata assunta “a fronte di comportamenti contrari alle norme dello Statuto e del Codice Etico, accettato e condiviso da eletti ed iscritti”. Un provvedimento, si legge sempre nel blog delle Stelle, che serve “a tutelare la comunità del Movimento 5 stelle, che si riconosce nei suoi valori e nel rispetto delle regole”.
I particolari dell’espulsione di Saverio De Bonis – personaggio che i lettori de I Nuovi Vespri conoscono bene, visto che si tratta di uno dei protagonisti di GranoSalus, l’associazione che, insieme con il nostro blog, ha condotto la battaglia per un grano duro senza contaminanti – la leggiamo in un articolo pubblicato da Tpi news:
“L’espulsione di Saverio De Bonis è dovuta alla violazione dell’articolo 11 dello Statuto e degli articoli 6 c.4 del Codice Etico. Nato il 19 novembre 1964 a Irsina (Matera), vicino al mondo degli agricoltori, Saverio De Bonis era stato eletto nel collegio 1 Basilicata con ben 123.118 preferenze. Presidente della Associazione GranoSalus, il 19 gennaio 2017 (con sentenza depositata il 24/05/2018) è stato condannato in Appello dalla Corte dei Conti al pagamento, in favore della Regione Basilicata, di 2.775,00 euro. Ma la sentenza di primo grado a carico di De Bonis era stata emessa dalla Corte dei Conti nel 2015. Secondo quanto previsto dal codice etico del Movimento 5 stelle, quindi, non avrebbe potuto candidarsi alle scorse elezioni”.
De Bonis si è sempre difeso spiegando che la sentenza non riguardava una condanna penale, bensì una “condanna contabile”.
“Ma la decisione del Movimento 5 stelle – leggiamo sempre nell’articolo – di espellerlo per la violazione dell’articolo 6 del Codice Etico significa che, di fatto, quella candidatura sarebbe stata sbagliata fin dall’inizio”.
L’articolo 6 del Codice Etico prevede che “ciascun candidato nelle competizioni elettorali sotto il simbolo del MoVimento 5 Stelle e/o portavoce eletto all’esito di una competizione elettorale nella quale si sia presentato sotto il simbolo del MoVimento 5 Stelle (…) avuta notizia dell’esistenza di un procedimento penale a suo carico, ha l’obbligo di informare immediatamente e senza indugio il Capo Politico ed il Comitato di Garanzia”.
Tutto chiaro? A noi qualche dubbio, in verità, rimane. Per esempio: come mai di questa violazione del Codice Etico si sono accorti solo ora e non al momento in cui è stato chiesto a De Bonis di candidarsi? A Palermo è stata bloccata qualche candidatura. Per De Bonis, invece, i ‘controlli’ sono scattati solo adesso.
Abbiamo cercato di rintracciare il senatore De Bonis, ma non abbiamo avuto fortuna. Abbiamo invece rintracciato un post pubblicato su Facebook da Cosimo Gioia il 24 dicembre scorso:
“Vi faccio sapere, a titolo di cronaca, che era stato presentato dal Sen. De Bonis (5 Stelle) un emendamento di moratoria di 24 mesi su decreti ingiuntivi, cartelle INPS, ISMEA e quant’altro… in conseguenza alla forte situazione debitoria delle aziende agricole siciliane causata dal prezzo dei prodotti, grano per primo, e dal maltempo che ha impedito semine normali e devastato i terreni. Tale emendamento è stato sonoramente bocciato in Commissione ed in Aula con i voti dei 5 Stelle e Lega. Traetene le vostre conclusioni. Io non commento…Buon Natale”.
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