E quando i prezzi presso la Grande distribuzione organizzata schizzano all’insù, spiega l’agronomo Corrado Vigo, “si deprimono i consumi, e spesso questa operazione ‘prezzo alto’ viene effettuata per garantire maggiori volumi di vendita di prodotti ‘locali’, come mele e pere”, magari prodotti nel Nord Italia (soprattutto le mele)
Non sempre è facile capire che cosa succede nel mondo agricolo. Prendiamo, ad esempio, gli agrumi. Il Ministero delle Politiche agricole avvia una promozione per il consumo di arance: iniziative meritoria. Leggiamo su L’informatore Agrario:
“Il Mipaaft (Ministero delle Politiche agricole ndr) patrocina la campagna di promozione e comunicazione realizzata dall’organizzazione interprofessionale ortofrutticola italiana – Ortofrutta Italia – a sostegno dei consumi di arance. L’iniziativa, che si svilupperà fino al mese di marzo 2019, è articolata su tutto il territorio nazionale in alcune migliaia di punti vendita di tutte le maggiori catene della distribuzione e nei negozi al dettaglio con la partecipazione dei grossisti dei principali mercati agroalimentari. Il valore aggiunto di questa campagna è l’impegno dei produttori a commercializzare solo produzioni che rispetteranno un disciplinare di produzione condiviso in sede interprofessionale con l’obiettivo di innalzare alcuni parametri qualitativi, dal colore alla dolcezza”.
Con rispetto parlando, non abbiamo ancora capito se verranno promosse le arance prodotte in Italia, o anche le arance che arrivano in Italia dall’estero: per esempio, dal Marocco (un Paese a caso…).
Un altro passaggio dell’articolo de L’Informatore Agrario ci conforta un po’:
“Le arance sono il simbolo dell’agricoltura e del paesaggio del Mezzogiorno e la campagna promozionale di Ortofrutta Italia, che il Mipaaft ha deciso di patrocinare, ha lo scopo di incentivarne il consumo attraverso una corretta informazione ai consumatori”, dichiara il sottosegretario Alessandra Pesce. Che aggiunge:
“Per rafforzare la competitività del settore avvieremo il piano agrumicolo nazionale, il catastato frutticolo e un’incisiva azione di comunicazione a partire da questa campagna promozionale”.
Sempre a proposito delle arance scrive l’agronomo Corrado Vigo:
“Riecco nuovamente i prezzi pazzi per le arance messe in vendita dalla Grande distribuzione organizzata. Ogni anno, durante la campagna agrumaria, la stessa storia. Prezzi all’origine che ben si differenziano con quelli al consumatore, aumentati a dismisura. Non finirò mai di scriverlo: quando il prezzo è troppo alto alla vendita si deprimono i consumi, e spesso questa operazione ‘prezzo alto’ viene effettuata per garantire maggiori volumi di vendita di prodotti ‘locali’, come mele e pere (questo avviene nelle zone del Nord Italia). Poi … i ricarichi eccessivi … colpiscono sempre tutti … ma, evidentemente, importa a pochi, perché ancora oggi nessun intervento legislativo è stato messo in campo a tutela dei redditi degli agricoltori”.
Fateci capire: il Ministero delle Politiche agricole annuncia la promozione del consumo di arance e non si capisce con chiarezza quali arance vuole promuovere: quelle italiane o arance italiane e arance che arrivano dall’estero? Non è la stessa cosa, almeno dal punto di vista del reddito degli agricoltori italiani che producono arance: che poi gli agricoltori italiani che producono arance, guarda caso, sono siciliani (la Sicilia produce quasi il 53% delle arance italiane) e calabresi (la Calabria produce il 32% circa delle arance italiane).
Un agronomo che segue con grande attenzione quello che succede nel mondo agricolo ci informa che sono cominciati i “prezzi pazzi”, soprattutto nel Nord Italia: ovvero prezzi elevati delle arance che spingono i consumatori ad acquistare altra frutta: magari frutta prodotta – sempre guarda caso – nel Nord Italia.
Chissà, magari nel 2019 vi racconteremo quanti trattamenti chimici vengono effettuati per produrre le mele, così ci divertiamo un po…
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