A quanto pare sono venuti meno i voti di una parte dei deputati del PD: così il Governo di centrodestra di Nello Musumeci non ha più i voti della quasi ‘opposizione’ del Partito Democratico che, in questa fase, ha deciso di fare opposizione. Ciò significa che Governo Musumeci e renziani non hanno la maggioranza in Aula
La nostra previsione, formulata il 14 novembre scorso, si è rivelata esatta: non c’è il tempo di approvare Bilancio e Finanziaria 2019 (leggere legge di regionale di stabilità 2019), così il Parlamento siciliano dovrà approvare il disegno di legge per un mese di esercizio provvisorio (QUI IL NOSTRO ARTICOLO DEL 14 NOVEMBRE SCORSO). Ciò significa che a gennaio la Regione potrà spendere in dodicesimi.
Il Governo di centrodestra – che a Sala d’Ercole non ha una maggioranza – avrebbe voluto approvare la manovra entro la fine dell’anno o, al massimo, nei primi 15 giorni del prossimo anno. Ma è evidente che, fatti quattro conti, il presidente della Regione, Nello Musumeci, e il suo vice e assessore all’Economia, Gaetano Armao, hanno capito che in Aula sarebbero andati giù e hanno deciso di optare per un finale che era già scritto un mese e mezzo fa: il citato esercizio provvisorio.
A quanto si capisce sarebbe venuta meno la ‘stampella’ del PD, forza politica che, fino ad oggi, non ha fatto opposizione. E’ evidente che i problemi interni a questo partito – guidato, in Sicilia da un segretario regionale ‘dimezzato’ che nessuno ha eletto (il riferimento è a Davide Faraone) – si stanno riversando anche sull’alleanza politica, mediata dal presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, tra i renziani del PD e il Governo Musumeci.
Lo strappo dei renziani, che si sono presi la segreteria del partito in Sicilia ‘a tavolino’ (la candidata alle primarie alternativa al PD, Teresa Piccione, si è ritirata lasciando solo Faraone: ci si aspettava la celebrazione del congresso, ma i renziani, come già accennato, si sono presi la segretaria) ha spaccato il partito.
Ormai contro gli inciuci tra PD e Governo Musumeci si è messa di traverso l’area che fa capo a Giuseppe Lupo, che peraltro è il capogruppo all’Ars. Con molta probabilità, Lupo non è il solo deputato regionale del PD contrario a sostenere il Governo Musumeci.
Insomma, la situazione, all’Ars, si ingarbuglia, così come sono ingarbugliati i conti della Regione siciliana.
L’Assestamento di Bilancio è stato un mezzo blitz del quale non si conoscono ancora i retroscena (c’è il dubbio che siano state aggirate le prescrizioni della Corte dei Conti: ma questo lo sapremo solo nella primavera del prossimo anno, quando la magistratura contabile sarà chiamata a ‘parificare’ il bilancio consuntivo 2018 (e a nostro modesto avviso potrebbe esserci sorprese…).
Le variazioni di Bilancio si configurano come un inverecondo assalto alla spesa farmaceutica, se è vero che, per fare quadrare i conti, sono stati scippati 23 milioni di euro ai farmaci innovativi! (QUI UN NOSTRO ARTICOLO).
Sorvoliamo anche sui tagli agli autistici che nella Sicilia dove si trovano i soldi per gli appalti ferroviari e si lasciano a casa gli studenti disabili sono la normalità.
Per concludere, leggiamo che è stato approvato il Bilancio consolidato. Non lo abbiamo ancora letto, ma appena lo avremo tra le mani vi informeremo. Siamo proprio curiosi di sapere che cosa hanno ‘consolidato’…
Foto tratta da lasicilia.it
Bilancio regionale 2019: 2 miliardi di ‘buco’, esercizio provvisorio e ISMETT/ MATTINALE 192
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