La RAP è un’azienda che ha firmato con il Comune di Palermo un contratto di servizio. Il Comune paga e lavoratori della RAP svolgono il servizio. Ma se il Comune non onora il contratto, se, cioè, non dà i soldi alla RAP per retribuire il personale e per la manutenzione dei mezzi, cosa c’entra la RAP? Della mancanza di liquidità del Comune debbono dare spiegazioni il sindaco, l’assessore, il Ragioniere generale e, possibilmente, anche i revisori dei conti
In un clima di grande confusione, creata ad arte per mascherare le vere responsabilità, alcuni quartieri di Palermo si accingono a festeggiare il Natale tra i rifiuti. C’è chi dà la responsabilità di tutto quello che sta succedendo ai lavoratori della RAP, l’azienda controllata dal Comune che si occupa della raccolta e del trattamento dei rifiuti. Ma i sindacati respingono tale accusa e replicano che i lavoratori, nonostante i problemi, sono andati a lavorare. Se, in tante aree della città l’immondizia ristagna per giorni e giorni, il motivo è da ricercare nella mancanza di mezzi in parte sfasciati e non riparati.
Perché non riparati? Perché le aziende che dovrebbero effettuare la manutenzione o non sono state pagate, o vengono pagate con notevole ritardo e non vogliono più lavorare per un Comune “malupaaturi“, ovvero che paga male e in ritardo.
Già, il Comune di Palermo. Perché, come ora cercheremo di illustrare, i problemi che in queste ore travagliano la città non sono della RAP – che dell’immondizia che ristagna nelle strade non ha alcuna responsabilità – ma del Comune.
La RAP è una società che ha stipulato un contratto di servizio con il Comune di Palermo. Ai lavoratori della RAP interessa poco dove il Comune trova i soldi per pagare il servizio che i lavoratori della stessa RAP svolgono. Nel contratto c’è scritto che il Comune deve mettere i lavoratori della RAP nelle condizioni di lavorare al meglio: gli deve fornire i mezzi e, soprattutto, a fine mese deve pagare gli stipendi: e poiché siamo a dicembre, il Comune di Palermo deve garantire alla RAP i fondi per gli stipendi e le tredicesime. Punto.
Tutte le chiacchiere che abbiamo letto in questi giorni sul Comune di Palermo che aspetta soldi da Roma, o sul Comune che ha chiesto un’anticipazione di cassa non hanno alcun senso: il Comune ha un contratto di servizio e lo deve rispettare!
La verità è che la mancanza di soldi per pagare i dipendenti della RAP, che non sono un centinaio, ma oltre mille e 800, è la spia di una situazione finanziaria incerta – o forse grave – del Comune.
Perché il quinta Comune d’Italia non può scoprire, a pochi giorni dal Natale, di non avere i soldi per onorare il contratto di servizio con un’Azienda che svolge un servizio delicatissimo: la raccolta dei rifiuti che, se effettuata male, mette a repentaglio la salute pubblica.
Detto questo, non riusciamo proprio a capire perché, in queste ore, vengano tirati in ballo i dipendenti della RAP – che con la mancanza di liquidità del Comune non c’entrano proprio nulla – e il solo sindaco di Palermo.
Quando, a pochi giorni dal Natale, si scopre che il quinto Comune d’Italia non ha i soldi per pagare un servizio essenziale, a rispondere di quello che succede, oltre al sindaco, debbono essere chiamati in causa l’assessore comunale al Bilancio e, soprattutto, la Ragioneria generale del Comune. E, naturalmente, i revisori dei conti.
Tutti questi soggetti dovrebbero essere chiamati a spiegare ai cittadini – e magari anche alla Corte dei Conti – che cosa sta succedendo non alla RAP – che, lo ribadiamo ancora una volta, ha con il Comune un contratto di servizio – ma al Comune di Palermo. Sono gli uffici comunali, insieme con il sindaco e con l’assessore comunale al Bilancio che devono raccontarci perché, a fine dicembre, non è stato programmato il pagamento degli stipendi a oltre mille e 800 persone.
Poi, per carità, la cronaca dei fatti ci sta pure: i lavoratori della RAP che sono andati a lavorare anche senza stipendi e tredicesime (cosa che noi abbiamo appurato stamattina facendo un giro per la città), i mezzi sfasciati e non riparati, interi quartieri della città pieni di immondizia non rimossa (e qui è impossibile citarli tutti: Falsomiele, via Gustavo Roccella, alcune aree della Zisa, via Serradifalco, via Messina Montagne e si potrebbe continuare), i roghi frutto della disperazione degli abitanti che pensano di risolvere il problema con il fuoco, non capendo che inquinano l’aria con veleni pericolosi per la salute.
Tutto, ci sta tutto in questa storia di degrado della città. Ma il vero degrado – che per certi versi è più grave dell’immondizia per le strade – è istituzionale: la mancanza di chiarezza sui conti del Comune di Palermo da parte di politici e burocrati.
Fa bene il capogruppo del Movimento 5 Stelle al Comune di Palermo, Antonio Randazzo, a mettere i puntini sulle “i”:
“La città è sommersa dai rifiuti. Babbo Natale sta arrivando e troverà una città nel degrado e nella sporcizia e lo spettro di una azienda che rischia una Amia bis. Solidarietà e vicinanza ai lavoratori della RAP e alle loro famiglie per il disagio che stanno affrontando in questo ultimo scorcio di anno con grande senso di responsabilità. I conti in rosso, la raccolta differenziata che non decolla e non funziona, un parco mezzi obsoleto, una intera città resa una porcilaia e servizi come lo spazzamento e la manutenzione strade assenti o inadeguati e, per finire, una totale assenza di controlli da parte della amministrazione per contrastare fenomeni di abbandoni di rifiuti e discariche abusive. Il Sindaco e l’amministratore unico della RAP, ognuno per le rispettive competenze, si assumano le responsabilità del fallimento della gestione rifiuti e rassegnino le loro dimissioni se intendano proseguire su questa linea”.
Foto tratta da ilgazzettinodisicilia.it
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