Miccichè, Romano, Armao, Lagalla, La Via uniti: “Nuddu si pigghia s’un si rassumiggia…”/ MATTINALE 229

22 dicembre 2018

Sono sempre qui, nella nostra disastrata Isola. Non si sono ancora estinti. La Sicilia è semi-fallita. Fatta e pezzi e mangiata. Ma il Governo di grillini e leghisti sta evitando il default alla Regione siciliana. Sì, ci sono ancora cose da spolpare: e loro, i vecchi politici siciliani sono sempre pronti. E poi qualcuno di loro è già passato con i ‘Populisti: chissà, magari vincono le elezioni e qualcuno di loro farà la parte del ‘nuovo’. Signori, ecco a voi l’UDC e il suo contrario…  

Gianfranco Miccichè: “presente”; Saverio Romano: “presente”; Gaetano Armao: “presente”; “Roberto Lagalla”: “presente”; Giovanni La Via: “presente”. E’ l’appello lanciato ieri a Palermo dal ‘capo’ dell’UDC, Lorenzo Cesa, a Palermo alla vecchia politica siciliana:

“Non possiamo più stare a guardare quanto sta accadendo a partire dal parlamento nazionale – dice Lorenzo Cesa -. Tutte le forze politiche rappresentate dai moderati devono responsabilmente unirsi per porsi come alternativa al populismo giallo-verde. È importante rafforzare la presenza dei democristiani in Europa, quei democristiani che rappresentano l’asse portante”.

I democristiani? E chi sarebbero ‘sti democristiani?

Gianfranco Miccichè, ‘capo’ di Forza Italia in Sicilia già nel 1994, oggi presidente del Parlamento siciliano che vota le leggi due volte pefché una non gli basta, è sempre stato berlusconiano.

Saverio Romano è stato un giovane democristiano, ma quando ha cominciato a fare politica per davvero la DC non c’era più e nelle cose serie è sempre stato un berlusconiano.

Gaetano Armao, già assessore del Governo di Raffaele Lombardo, oggi assessore del Governo di Nello Musumeci? Forse al liceo sarà stato democristiano; anche lui, quando ha cominciato ad avvicinarsi al mondo degli incarichi elargiti dalla politica (è questa la sua vera dote: acchiappare gli incarichi) era già di Forza Italia, con Gianfranco Miccichè.

Roberto Lagalla? Forse la Democrazia Cristiana l’ha sognata tra una Risonanza magnetica e una Tac.

Giovanni La Via, eurodeputato uscente in cerca d’autore (e di un’improbabile riconferma): e questo quando l’ha visto la DC?

Forse uno dei pochi democristiani presenti ieri a Palermo era proprio il ‘capo’ dell’UDC, Cesa: ma se non ricordiamo male, anche per un fatto anagrafico, non era certo nella prima fila dell’ultima DC.

Un democristiano era sicuramente Angelo Figuccia, che è troppo intelligente per non capire che di democristiani, nell’incontro di ieri, a Palermo, ce n’erano veramente pochi.

I democristiani erano persone serie; gli ‘Avvoltoi’ che ieri Cesa ha chiamato a raccolta a Palermo, al massimo, potrebbero banchettare su quel poco che resta della Sicilia fatta a pezzi e mangiata prima dai berlusconiani e poi dal PD.

Non riusciamo proprio a capire – o forse lo capiamo – la presenza del parlamentare regionale Vincenzo Figuccia nel male affastellato consesso di ieri. Né riusciamo a capire se crede veramente nelle parole che ha pronunciato:

“Questa è l’Udc che ci piace, quella dei valori, della pace, della solidarietà e dell’attenzione ai bisogni della gente. Da De Gasperi ai giorni nostri, l’UDC mantiene la linea sulla valorizzazione delle autonomie e l’accordo firmato dal segretario Nazionale Cesa con Sudtirol Volksparteine è una testimonianza che incentiva le nostre battaglie su federalismo fiscale e insularità”.

Certo che i signori della  Sudtirol Volksparteine debbono essere veramente dei disperati se si vanno ad ‘addizionare’ al vecchio della politica siciliana: contenti loro…

Semplicemente incredibile la presenza di Gianfranco Miccichè, che ha più volte polemizzato con Figuccia:

Semu una cosa sula – dice Miccichè – contro il populismo e il sovranismo. Se resteremo uniti celebreremo tante vittorie”.

C’è da avere paura nel vedere insieme i responsabili del fallimento dell’università di Palermo, del fallimento dell’agricoltura siciliana, in una parola, del fallimento della Sicilia:

“A staffetta – leggiamo nel comunicato stampa – Roberto Lagalla, Saverio Romano e Giovanni La Via tutti all’unisono che fa melodia alle orecchie della platea: uniti contro il razzismo, contro la deriva populista, contro chi vuole rendere i giovani inetti assistiti da un sussidio. La pace è il traguardo dell’Europa, una conquista che va difesa per amore dei nostri figli”.

Questa gente, abituata alle assunzioni nella pubblica amministrazione e nelle università per chiamata diretta, tu sì perché sei amico mio e mi voti, tu no perché non ti conosco e non mi voti, trova giustamente fuori dal mondo che esista un Reddito di cittadinanza assegnato ai più poveri senza chiedergli in cambio qualcosa.

Non sanno nemmeno che la DC la povertà la combatteva, anche con il clientelismo, ma senza distruggere la dignità della politica. Non sanno niente, questi signori riuniti ieri a Palermo: l’unica cosa che li tiene insieme è la paura di perdere il potere che ancora esercitano e le poltrone che, alcuni di loro per ora a ‘piedi’, vorrebbero riprendersi.

Non sanno nemmeno che nell’Europa alla quale si richiamano esiste già da decenni una forma di assistenza non mediata dalla politica, automatica, da assegnare ai più poveri senza chiedergli il voto in cambio.

Sono politicamente morti, inesistenti, salvati proprio dal Governo nazionale giallo-verde che sta risparmiando alla Regione siciliana il default e loro, per ringraziamento, gli sputano addosso il veleno.

“Gaetano Armao, ricorda Luigi Sturzo”: recita il comunicato: è fa bene a ricordarlo, perché in Sicilia, e soprattutto tra i soggetti presenti ieri al male assortito incontro promosso da Cesa, Sturzo è veramente un pallido ricordo.

Parla del Partito popolare europeo, Armao, “in piena antitesi con chi vuole distruggere storia e legami”. Qui ha ragione: perché l’attuale Partito popolare europeo si è venduto mani e piedi alle multinazionali e oggi fa solo ridere.

Che dire, alla fine? Come si dice dalle nostre parti nuddu si pigghia s’un si rassumigghia…

P.s.

E l’ex presidente della Regione Raffaele Lombardo? Pare stia passando con i ‘Populisti’ di Fratelli d’Italia: cioè con Ignazio La Russa (infiltrato di Berlusconi) e Raffaele Stancanelli. Pensavate che la vecchia politica non avrebbe messo addentellati tra il ‘Nuovo’?

E il presidente Nello Musumeci? Non c’era. Diamogli tempo: deve ancora scegliere tra populisti e anti-populisti. Ma siccome Stancanelli e La Russ, alla fine, sono due ex fascistoni come lui…

 

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