Il sindaco di Palermo predica bene, ma razzola malissimo. Si preoccupa degli sgomberi che provocherà il decreto Sicurezza. Ma la sua amministrazione non solo ha effettuato sgomberi a mai finire, ma ha quadruplicato il numero di chi dorme per le strade della città
Dice Leoluca Orlando, sindaco di Palermo, che il decreto Sicurezza voluto dalla Lega di Matteo Salvini provocherà un’ondata di sgomberi. Sapete qual è la cosa strana? Che l’amministrazione comunale del capoluogo siciliano, qualche giorno fa, ha effettuato proprio uno sgombero nella palazzina di via Savagnone, a due passi da Piazza Noce (COME POTETE LEGGERE QUI).
Dice Leoluca Orlando che i decreto Sicurezza aumenterà l’insicurezza e l’esclusione sociale.
Però la stessa amministrazione comunale di Palermo ha buttato fuori da una palazzina che, lo ricordiamo, era stata abbandonata proprio dal Comune, tredici famiglie: circa un centinaio di persone con oltre 20 minori.
Queste tredici famiglie, per un mese, vivranno in un bed & breakfast. E dopo? Non si capisce. Sembra che il Comune gli darà ad ogni famiglia i soldi per l’affitto di una casa per sei mesi. Ammesso che trovino una casa in affitto (ma chi è che dovrebbe affittare una casa a chi non ha un lavoro?), che faranno dopo sei mesi?
Tutto questo provoca o no “insicurezza ed esclusione sociale”?
La verità è che l’amministrazione comunale di Leoluca Orlando predica bene e razzola male.
“Sette anni fa – ci racconta Nino Rocca, oggi presidente del SUNIA di Palermo, da anni in prima fila a tutela degli ultimi della città – ai tempi in cui era ancora sindaco Diego Cammarata, per le strade di Palermo si contavano, sì e no, un centinaio di senza tetto. Piano piano, da sette anni a questa parte i senza tetto che dormono per strada sono aumentati. Oggi sono circa 400. E il dramma è che non c’è un piano per i senza tetto da parte del Comune. Niente di niente”.
Nei giorni scorsi, sotto i portici della centralissima Piazza Ungheria, un clochard di origini francesi, Aid Abdellah, conosciuto anche con il nome di Aldo, è stato assassinato (QUI IL NOSTRO ARTICOLO). Era uno dei tanti senza tetto.
Dopo che è stato ammazzati sono arrivate le solite scene, o sceneggiate: le lacrime, le targa ricordo, le preghiere e bla bla bla. Di fare qualcosa prima per chi dorme per le strade della città, non se ne parla.
Qualche anno fa – era inverno – gli esponenti della buona borghesia di Rifondazione comunista, che già amministravano Palermo con Orlando, si sono mobilitati per portare le coperte ai senza tetto nelle strade.
Ci siamo permessi di osservare che, visto che già allora amministravano la città, avrebbero potuto fare qualcosa in più che portare le coperte in strada. La risposta è stata la seguente:
“Per ora niente polemiche. Affrontiamo l’emergenza”.
Da allora ad oggi Orlando – che nel frattempo ha preso la tessera del PD renziano e ha perso con Renzi il referendum del dicembre 2016, le elezioni regionali siciliane del 2017 e le elezioni politiche nazionali dello scorso 4 marzo – è sempre sindaco, con l’appoggio di Rifondazione comunista. Ma i senza tetto, come già ricordato, sono aumentati (mentre i voti della sinistra di Palermo vanno diminuendo).
Insomma, si va avanti con la solita, immancabile ipocrisia. E la situazione peggiora. Oltre alle 400 persone che dormono per strada ce ne sono circa 700 (a fornirci questi numeri è sempre Nino Rocca) che hanno occupato abusivamente edifici abbandonati. A questi si aggiungono circa 2 mila famiglie messe a turno che aspettano la casa. E le famiglie che hanno già ricevuto lo sfratto.
Tutto questo succede mentre l’amministrazione comunale di Leoluca Orlando – è sempre lui, quello che si preoccupa del decreto Salvini – ha messo in vendita 230 immobili: superfluo aggiunge che molti di questi immobili potrebbero essere assegnati alle famiglie senza casa, come ha sottolineato Nadia Spallitta, presidente dell’associazione ‘Palermo Città Futura’ (QUI UN NOSTRO ARTICOLO).
Invece no: invece questi verranno venduti e non assegnati a chi ne ha bisogno.
Questi sono i fatti. In compenso a Palermo ci sono 15 Km di Tram che serve, sì e no, l’1% della popolazione, che per molte opere del giorno viaggia quasi vuoto e che costa 10 milioni di euro all’anno.
E sono in arrivo altre centinaia di milioni di euro per nuovi appalti ferroviari.
Di fatto, a Palermo, a prescindere dalla Lega di Salvini – che peraltro grazie anche alla poca credibilità di cui gode la vecchia politica cittadina, Orlando in testa, sta prendendo piede anche in città – la vita delle persone, delle persone più povere, vale meno degli appalti ferroviari. E questo è un principio che con la Lega di Salvini non c’entra, visto che a propugnarlo, con i fatti, è la vecchia politica che amministra Palermo.
Domanda finale: quante persone, oggi, dormirebbero in strada a palermo se non ci fosse la Missione di Biagio Conte?
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