Giusto portare avanti il Reddito di cittadinanza e lo smantellamento della legge Fornero. Prendiamo atto, però, che, fino ad oggi, i grillini, oltre ad aver tradito i pugliesi sull’ILVA e sulla TAP, non stanno facendo nulla per l’agricoltura del Sud. In Sicilia, ad esempio, stanno aiutando il Governo Musumeci e, insieme con lo stesso Governo Musumeci, stanno affossando gli agricoltori siciliani. Stiamo avviando il monitoraggio sulle commissioni Agricoltura di Camera e Senato
Per il Governo nazionale giallo-verde l’accordo con la Commissione Europea è una quasi vittoria. Nella primavera del prossimo anno verrà dato il via al Reddito di cittadinanza (cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle) e si comincerà a smontare la legge Fornero (obiettivo primario della Lega). In più, i grillini mettono nel ‘carniere’ la legge anticorruzione, mentre i leghisti si pavoneggiano con i provvedimenti sulla sicurezza (‘bastonando’ i migranti con la regia della Lega di Salvini: una vergogna).
Ma nella vittoria di grillini e leghisti ci sono due grandi assenti strettamente interconnessi: il Sud e l’agricoltura meridionale.
Di fatto – questo è un dato politico oggettivo – il ‘contratto di Governo’ tra grillini e leghisti rimane sbilanciato in favore di questi ultimi.
Vero è che la battaglia a Montecitorio (sede della Camera dei deputati) e a Palazzo Madama (sede del Senato) sulla legge nazionale di stabilità 2019 (leggere Bilancio e Finanziaria 2019) deve ancora cominciare. Ma, da quello che ci risulta, non ci sono molti margini di manovra per l’agricoltura del Sud Italia e, in particolare, per il grano duro del Mezzogiorno d’Italia.
Da quello che ci è sembrato di capire, il senatore del Movimento 5 Stelle eletto in Basilicata, Saverio De Bonis, che è anche uno dei protagonisti di GranoSalus (l’associazione che raccoglie i produttori di grano duro del Sud e consumatori) ha preparato una serie di emendamenti. Ma, a quanto pare, ci sarebbero problemi.
Proprio dalla commissione Agricoltura del Senato, presieduta da un senatore eletto in Sicilia, Francesco Mollame, ci si aspettavano provvedimenti in grado di dare una boccata di ossigeno agli agricoltori del Sud Italia. Ma da quello che ci risulta le notizie non sono esaltanti.
Sia chiaro: in questa fase le nostre sono solo notizie frammentarie. Ma da quello che è successo fino ad ora abbiamo la sensazione che il Movimento 5 Stelle, sul Sud, abbia adottato alcune scelte che escludono – e in alcuni casi penalizzano – l’agricoltura del Mezzogiorno d’Italia.
Ieri abbiamo dato notizia di un intervento sicuramente importante di tutti i parlamentari nazionali del Movimento 5 Stelle eletti in Sicilia: ci riferiamo alle iniziative finanziarie in favore di Regione siciliana ed ex Province (COME POTETE LEGGERE QUI).
Ma va da sé che i grillini siciliani eletti a Montecitorio e a Palazzo Madama hanno fatto una scelta: la coperta era stretta e loro hanno deciso di aiutare la Regione e le ex Province, non certo gli agricoltori siciliani.
Non c’è da stupirsi: Di Maio in persona, di fatto, dicendo sì alla TAP ha affossato gli olivicoltori del Salento, se è vero che in questa splendida area della Puglia tanti, troppi uliveti secolari verranno sbaraccati per fare posto al gasdotto. Un tradimento nei riguardi dei pugliesi (che avevano votato i grillini sulla base di un impegno anti-TAP) e, in generale, del Sud.
Lo stesso discorso vale per Taranto. Il Movimento 5 Stelle si era impegnato a chiudere l’inquinante acciaieria dell’ILVA: ma alla fine il vice premier Di Maio, di fatto, ha sposato il progetto dell’ex Ministro del PD, Carlo Calenda, salvando qualche posto di lavoro in più, ma abbandonando i tarantini che avevano votato i grillini per vedere chiusi gli stabilimenti dell’ILVA.
In Sicilia e nel resto del Sud potrebbe avvenire la stessa cosa con l’agricoltura. C’era l’impegno del Movimento 5 Stelle per sostenere il grano duro. I grillini, nella passata legislatura, hanno fatto approvare la legge nazionale sulla CUN, la Commissione Unica Nazionale che dovrebbe porre fine alle speculazioni al ribasso sul prezzo del grano duro.
Ma, pur essendo al Governo, almeno fino ad oggi, i grillini non hanno fatto nulla sulla CUN (legge che rimane inapplicata). La crisi del grano duro del Sud è sempre più drammatica, mentre l’Italia, contrariamente a quello che hanno cercato di farci credere, è letteralmente invasa dal grano canadese (COME POTETE LEGGERE QUI).
I grillini si erano impegnati ad avviare i controlli sul grano estero che arriva in Italia con le navi, con riferimento soprattutto al grano duro che arriva nei porti pugliesi e siciliani. Ma anche su questo fronte non hanno fatto nulla. Anzi, una cosa la stanno facendo: in Sicilia – di fatto è così – stanno salvando dal default la Regione siciliana, togliendo le castagne dal fuoco al Governo siciliano di Nello Musumeci che – proprio come hanno fatto i grillini – si è rimangiato l’impegno a controllare le navi cariche di grano estero che arrivano in Sicilia.
Che dire, poi, della varietà di grano duro Senatore Cappelli, gloria e vanto delle cerealicoltura meridionale, abbandonata negli anni ’60 del secolo passato e rilanciata negli ultimi anni dagli agricoltori del Mezzogiorno (Sardegna, ma anche Sicilia e Puglia) e finita nelle mani di una società privata bolognese, di fatto privatizzata?
Che il Ministro leghista delle Politiche agricole, Gian Marco Centinaio, che si pavoneggia negli incontri promossi dalla Coldiretti, non faccia nulla per restituire agli agricoltori del Sud la varietà Senatore Cappelli ci sta: i leghisti hanno sempre penalizzato il Sud (magari aiutati dagli ascari dello stesso Sud che gli reggono il gioco in cambio di poltrone: nulla di nuovo: è così dai tempi di Crispi e Giolitti).
Ma che i grillini pensino che per gli agricoltori del Sud bastino le interrogazioni dell’euro parlamentare Ignazio Corrao, beh, ci sembra un po’ demenziale.
Insomma, come si diceva un tempo dalle nostre parti, Iddio li fa e poi li accoppia: e siamo proprio curiosi di vedere dove andrà a parare l’accoppiata grillini-Governo Musumeci (a proposito: ora abbiamo capito perché, nei giorni scorsi, la lunga mano di Beppe Grillo in Sicilia, Giancarlo Cancelleri, ha proposto a Musumeci il ribaltone: era a conoscenza dell’accordo finanziario con il Governo nazionale e voleva…).
A conti fatti, l’agricoltura meridionale (e quindi anche siciliana), almeno fino ad ora, dai grillini al Governo non ha avuto nulla, a parte le interrogazioni a Strasburgo, al Parlamento nazionale e in qualche Regione. A conti fatti, solo chiacchiere.
Fino a questo momento gli agricoltori di Sicilia e Puglia sono stati perfino esclusi dagli interventi in favore delle aziende agricole colpite dal maltempo. Miserie, certo: ma in Sicilia e in Puglia non sono arrivate nemmeno queste (COME POTETE LEGGERE QUI).
Sarà nostra cura esaminare gli emendamenti in favore degli agricoltori del Sud presentati nelle commissioni legislative Agricoltura di Camera e Senato ed eventualmente ‘bocciati’. E avvertiamo sin da ora i presidenti delle due commissioni che il nostro esame sarà meticoloso e, là dove dovessero emergere cose ‘strane’, lo sputtanamento sarà totale.
Foto tratta da ostunilive.it