Da settimane – e anche ora che l’accordo tra la Commissione Europea e il Governo italiano è stato raggiunto – non si fa altro che parlare di rapporto Deficit-Pil, di previsioni di crescita e bla bla bla. Il dubbio – che è più che un dubbio – è che dietro queste chiacchiere si nascondano altre cose, ben più serie. Proviamo a individuare quali potrebbero essere
di Antonio Piraino
Dunque siamo ai momenti finali del duro confronto UE-Italia. Il deficit rapportato al Pil sarà pari a 2,04% o intorno all’1,84%? Il Paese, l’opinione pubblica attende divisa l’esito della trattativa, sotto un diluvio di analisi e commenti. Ma in realtà di cosa stiamo parlando? Se rapportiamo tutto alla dimensione di una famiglia ci rendiamo conto della inconsistenza del confronto.
Se un ricco borghese, che guadagna 100.000 euro netti annui e ha un prestito bancario di 133.000 euro, si presenta in banca e chiede un prestito di 2.400 euro, poi ci ripensa e dice che ha fatto meglio i conti per cui ha bisogno 2.040, cosa gli risponde non un grande banchiere ma un semplice ma serio direttore di banca? Spiacente, Lei è troppo indebitato non possiamo procedere o, al limite, possiamo venirLE incontro, ma per 1.840 euro!
Questi sono i termini reali del confronto..
La UE, non avendo il coraggio di dire che 133.000 euro di prestiti sono troppi n base alle sue regole che fissano il massimo (con un clamoroso abbaglio) in 60.000 euro, lotta miseramente per imporre un ulteriore taglio di 200 euro (chiaro? 200 euro!!!) per affermare il suo dominio e così rassicurare i mercati pronti a lucrare un po di miliardi dalla riduzione dello Spread prossima ventura.
Ma poiché nel mondo delle dimensioni globali non esistono gli stupidi, sorge spontanea la domanda: cui prodest (a chi giova) tutto questo?
E allora sorge spontaneo il dubbio: non è che siamo in presenza di una sofisticata strategia di distrazione di massa per non informare e fare riflettere il Popolo italiano su le grandi questioni che condizioneranno la sua vita futura come:
a) la ulteriore scalata del capitale estero al nostro sistema industriale, bancario e turistico;
b) la svendita delle sofferenze bancarie che nei prossimi anni devasteranno il tessuto socio-economico del Paese;
c) il mancato blocco della riforma delle Banche popolari e cooperative voluta dal Governo Renzi;
d) le drammatiche conseguenze sulla vita del Paese di una dissennata crescita consumistica;
e) la fallimentare gestione del debito pubblico, che invece di creare le condizioni di un rapporto diretto risparmiatori italiani-Stato, assiste impotente all’intermediazione speculativa estera.
Il dubbio è atroce perché se così è povera Italia!!!
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