Leggiamo qua e là che lo Stato effettua il prelievo forzoso di 200 milioni di euro (in realtà sono di più) alle nove Province siciliane. Non è così. E’ la Sicilia che, con la demenziale legge che ha abolito le Province (voluta dal Governo Crocetta), ha messo lo Stato nelle condizioni di non potere più erogare questi fondi. Raccontiamo questa storia, visto che anche l’attuale presidente della Regione, Nello Musumeci…
Della surreale presentazione in pompa magna dei ‘grandi’ risultati ottenuti dall’attuale Governo regionale ci ha colpito, in particolare, una dichiarazione del presidente Nello Musumeci.
Le Province siciliane, ha detto “continuano a donare il sangue pur essendo ormai all’anemia”.
Lo Stato – ha aggiunto il presidente della Regione – toglie ogni anno circa 200 milioni di euro alle ex Province siciliane. In realtà, ne toglie di più, sia perché il prelievo forzoso annuale è maggiore di 200 milioni di euro, sia perché ci sono anche i 220 milioni di euro di RC auto e libretti che lo Stato ha scippato alle ex Province siciliane, come ha ben illustrato il vice presidente dell’ANCI Sicilia, Paolo Amenta (QUI LA DICHIARAZIONE DI AMENTA).
“Di finanza pubblica – dice oggi Musumeci – deve occuparsi Roma: occorre rivitalizzare le Province e restituire loro la dignità che hanno avuto in oltre 160 anni. Lo Stato non può più stare a guardare mentre muoiono i Comuni, mentre muoiono le Province. Una nuova legge che cancelli la Delrio e metta il punto al prelievo forzoso non è più rinviabile. La Regione può far fronte ben poco al dissesto dei Comuni perché altrimenti andremmo in dissesto pure noi”.
Presidente, la vogliamo raccontare la verità sul prelievo forzoso che lei dovrebbe conoscere, ma che fa finta di non conoscere? La vogliamo raccontare la verità sul sostanziale default della Regione siciliana del quale lei non ha parlato?
Noi non siamo mai stati teneri con il passato Governo nazionale di Matteo Renzi: quando, nel giugno del 2016, il capo del Governo nazionale, Renzi, e l’allora presidente della Regione Rosario Crocetta firmavano il secondo ‘Patto scellerato’, massacrando la nostra Regione, noi abbiamo fatto una battaglia: abbiamo pubblicato un’inchiesta in tre puntate elencando, per filo e per segno, come lo Stato stava ‘derubando’ la nostra Regione (QUI LA NOSTRA INCHIESTA).
E lei dove si trovava, allora, presidente Musumeci? Era deputato regionale, se non ricordiamo male presidente dell’Antimafia regionale. Ma non ricordiamo un suo intervento in difesa della Regione siciliana. Raccoglieva le arance nel suo bel giardino di agrumi?
E questo vale per i disastri finanziari della Regione in generale.
Vogliamo scendere nei particolari sulle Province siciliane, presidente Musumeci? Vediamo come stanno le cose.
Vede, presidente Musumeci, lei, l’assessore Gaetano Armao, gli altri assessori e i suoi bravi collaboratori siete ancora giovani. E non potete ricordare cosa avvenne nel 1986. Chi scrive, invece, già da un anno seguiva i lavori dell’Assemblea regionale siciliana. In quell’anno, tra l’inverno e la primavera, il Parlamento siciliano varò la riforma delle Province: legge regionale numero 9 del 1986.
Ma i parlamentari di Sala d’Ercole dell’epoca si guardarono bene dal cambiare il nome delle Province, così come prevede lo Statuto siciliano.
Le chiamarono “Nuove Province regionali”. E sa perché? Per non perdere i fondi nazionali, dal momento che le Province, allora come oggi, vivevano e vivono di trasferimenti.
Oggi lei si lamenta che lo Stato impone alla Sicilia il prelievo forzoso. Purtroppo la dobbiamo smentire, presidente Musumeci: non è così.
E’ stato il Parlamento siciliano ad ‘autoincaprettarsi’ ad inizio della passata legislatura, abolendo le Province e sostituendole con tre grottesche Città metropolitane (Palermo, Catania e Messina) e con sei altrettanto grotteschi ‘Liberi Consorzi di Comuni’ (che di ‘Libero’ non hanno una mazza, visto che sono le stesse Province con il solo nome cambiato: e la stessa cosa vale per le tre Città metropolitane).
Presidente Musumeci, non ricorda? Fu uno dei primi atti dell’allora presidente Crocetta che, senza nemmeno avvertire i suoi assessori, se ne andò in Tv, nell’Arena di Giletti, ad annunciare che avrebbe “abolito le Province” in Sicilia. E tutti a dirgli “bravo! bravo!”.
Persino i grillini dell’Ars della passata legislatura votarono questa legge assurda che è servita solo a togliere alle Province siciliane non 200 milioni di euro all’anno, ma oltre 200 milioni di euro all’anno.
Nelle Province del resto d’Italia il prelievo forzoso non c’è più. In Sicilia né il Governo Renzi, né il Governo Gentiloni e nemmeno l’attuale Governo nazionale possono restituire questi soldi, perché quelle siciliane non si chiamano più Province!
Basterebbe cambiare il nome, tornare a chiamare le Province siciliane con loro vecchio nome – Province – e lo Stato dovrebbe restituire subito gli oltre 200 milioni di euro all’anno (ovviamente, a partire dal momento in cui si ritorna alle vecchie Province).
Quanto ci mette il Parlamento siciliano, con una legge, a cambiare il nome alle Città metropolitane e ai Liberi Consorzi di Comuni? Due minuti? E perché non lo fa? Lo raccontiamo, presidente Musumeci? Facciamo qualche ipotesi.
Se tornano a chiamarsi Province, le tre attuali Città metropolitane della Sicilia non è che non potranno più usufruire dei fondi europei? Non è che, per caso, la Città metropolitana di Palermo, cambiando nome, non potrebbe più acciuffare le centinaia di milioni di euro del PON Metro? Sono i soldi con i quali dovrebbero essere realizzate non opere pubbliche in tutta la provincia di Palermo, ma il Tram solo a Palermo!
Sa niente di questa storia, presidente Musumeci?
La legge nazionale Delrio, infine. E’ la legge nazionale – che porta il nome dell’ex Ministro Graziano Delrio (PD) – che ha affossato le Province italiane e anche quelle siciliane.
Nella passata legislatura, all’Ars, c’è stata una ‘guerra’. L’allora presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone, voleva a tutti i costi che anche la Sicilia recepisse la legge Delrio. E alla fine l’ha avuta vinta. Così le Province siciliane sono state definitivamente affossate. Non a caso lei, presidente Musumeci, oggi, vuole “una nuova legge che cancelli la Delrio”.
Sa cos’è che non torna in questa storia della legge Delrio che lei vuole oggi cambiare? Che lei, qualche settimana fa, ha designato l’ex presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, al Consiglio di Giustizia Amministrativa (CGA).
Cos’è, presidente Musumeci, un ‘premio’ a chi ha voluto in Sicilia la legge Delrio che lei adesso vuole cambiare?
Presidente Musumeci, per lei la verità e la coerenza cosa sono?
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