Quante cose che si scoprono scavando nella storia del Mezzogiorno d’Italia. In questa puntata del racconto il protagonista ci presenta il Museo Mineralogico di Napoli, il primo nel suo genere in Italia. Lo volle re Ferdinando VI, nonostante le critiche condizioni in cui si trovava il regno. A differenza dei Savoia, dove al massimo si realizzavano le cascine, nel Sud si è sempre respirata la cultura
di Domenico Iannantuoni
Questa mattina eravamo tutti agitati, da un lato per la trascorsa
festività nazionale e dall’altro perché il maestro ci avrebbe
condotto in visita al Museo Mineralogico di Napoli (17).
Inoltre, sempre il nostro maestro, già ci aveva anticipato future
visite a tanti musei napoletani al chiuso ed anche all’aperto, tra
questi Ercolano e Pompei, per i quali stava studiando con il
Direttore il percorso più comodo e meno costoso
La nostra classe stava davanti alla scuola…eravamo
particolarmente vocianti fino a che non ci raggiunse il maestro
Riggio.
– Ragazzi, un po’ di contegno, per favore. L’elenco è
completo e all’appello non manca nessuno; quindi
prendetevi per mano in fila per due e seguite me ed il
bidello, Felice Caruso, che ci accompagnerà nella
visita.-
La nostra fila era lunga almeno trenta passi, ma procedeva
ordinata andando in direzione della Federico II, zona ove si
trovava il Museo Mineralogico. In un quarto d’ora arrivammo
ed il maestro si assentò dentro la struttura per il disbrigo delle
pratiche.
Al suo rapido ritorno ci disse:
– Ragazzi miei, oggi per voi si apre una giornata nuova e
ricca di scoperte. Entreremo tra poco nel “Mondo
Minerale”, il nostro terzo mondo…animale, vegetale,
minerale. State sempre rinserrati vicino a me ed
ascoltatemi con pazienza.-
Entrammo subitaneamente nella sala principale, attraverso due
salettine che ospitavano alcune teche con diversi minerali
fluorescenti e fosforescenti di bellezza inaudita ma dove
potemmo soffermarci solo con un colpo d’occhio. La sala
principale esponeva un’immensità di teche vetrate che ne
ricoprivano l’intero perimetro.
Il maestro alzò il braccio e ci radunammo vicino a lui.
– Qui potrete osservare oltre 25.000 reperti suddivisi in
varie collezioni. Questa grande collezione del Real
museo è costituita da minerali rappresentativi di
numerose realtà geologiche del mondo; alcune per
bellezza e grandezza sono vere rarità. Numerosi
esemplari, raccolti tra il 1789 e il 1797, sono considerati
già oggi “storici” e rivestono particolare interesse
scientifico e collezionistico provenendo da località
minerarie europee ormai dismesse. La collezione Grandi
Cristalli vanta cristalli di notevoli dimensioni e con
forme perfette; fra tutti spicca la coppia di cristalli di
quarzo ialino del Madagascar di 500 rotoli18 di peso,
donata a Carlo III di Borbone nel 1740 e immessa nel
Museo nei primi dell’800.
La Collezione Vesuviana è unica nel suo genere sia per
la rilevanza scientifica sia per la rarità e bellezza di
alcuni reperti. La collezione dei Cristalli Artificiali è
composta da esemplari sintetizzati di Arcangelo Scacchi,
mentre quella dei tufi Campani, iniziata nel 1807,
presenta vere e proprie rarità quali la “fluoborite”,
corrispondente alla discreditata nocerite e l’hornesite.
Il silenzio era totale nella nostra classe e perfino gli addetti
museali erano pietrificati. Il nostro maestro si intendeva pure di
mineralogia, dunque!
Ragazzi vorrei narrarvi di alcuni pezzi speciali tra i
quali, nella Collezione delle Meteoriti, vi segnalo
l’esemplare di siderite di oltre 8.000 rotoli di peso,
rinvenuto nel 1784 nel Messico a Toluca. Poi la
Collezione di Pietre Dure con cammei tipici
dell’artigianato napoletano, la Collezione delle
Medaglie coniate con la lava del Vesuvio fra cui
spiccano quelle del 1805 riproducenti i profili di
Ferdinando IV e Maria Carolina. Inoltre la Collezione
degli Strumenti Scientifici fra cui vi segnalo il
goniometro (che serve a misurare gli angoli) a riflessione
di Angelo Scacchi.
– In questo museo hanno operato famosi mineralogisti tra
cui anche Matteo Tondi, ma il massimo prestigio tale
Museo lo raggiunse nel 1845, anno in cui esso fu scelto
come sede del VII Congresso degli Scienziati Italiani
che vide la partecipazione di ben milleseicentoundici
scienziati.
La nostra visita ebbe così inizio e percorrendo il perimetro delle
teche nelle diverse sale espositive, la voce del maestro Riggio
sempre prevaleva sul rumore dei nostri passi. Nessuno osò mai
interrompere il suo soliloquio di narrazione, nessuno pose
domande poiché era tutto evidente e ben presentato.
Finimmo la visita nel salone monumentale del più vecchio
Museo Mineralogico del Mondo.
– Ragazzi, la visita credo sia stata per voi importantissima,
la Scienza della Mineralogia, come avete avuto modo di
osservare, è profonda e particolarissima. Quando
camminate per strada e poggiate i piedi sulle lastre di
roccia lavica, domandatevi sempre da dove essa derivi.
Niente il mondo lascia al caso e voi non siete il “caso”.
Tornando a casa mi sentivo partecipe di un nuovo mondo, quello
minerale!
(17) 1801, istituito a Napoli da Ferdinando IV di Borbone il Real Museo
Mineralogico primo del mondo.
Foto tratta da ecampania.it
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