Il rilancio della questione meridionale è soprattutto una scommessa culturale. Perché non investire nell’arte? Immaginiamo i concorsi per artisti di tutto il mondo e per ogni forma di espressione d’arte. Tutti insieme per ricostruire il tessuto urbano di un popolo, la rinascita dei territori costieri e di valorizzazioni di paesaggi
di Arcangelo Mazza
La storia urbanistica, dal dopo Medioevo in poi, trova nella modernizzazione e risanamento delle città una fondamentale soluzione nell’opera d’arte inserita nel contesto urbano. Fra gli ultimi esempi la modernizzazione di Parigi, Londra, ma possiamo certamente affermare che tutte le città oggi moderne hanno avuto il loro impulso di crescita sociale, economica ed urbanistica grazie all’uso dell’arte e dell’architettura intesa come pura espressione di opera d’arte.
Gli ultimi secoli di storia urbanistica e architettura ci hanno dimostrato come il sapiente uso dell’arte abbia fortemente influenzato le società e con esse la loro sana crescita. Oggi l’interesse turistico è fondato sull’arte e non è un caso che in Italia siano Venezia, Firenze Roma le città più amate e visitate al mondo.
Ma non è neppure un caso che ogni qualvolta si voglia rappresentare la propria regione, o la propria città, siano proprio l’arte e l’architettura ad essere espressione di bellezza e identità di un popolo. Ci pregiamo del nostro patrimonio di bellezze architettoniche e artistiche in genere e ad esse affianchiamo quelle paesaggistiche e naturalistiche, oltre ovviamente a quelle archeologiche: ma tutto, sempre, ad un passato lontano o, nel migliore dei casi, all’ultimo secolo trascorso.
La modernizzazione tutta volta allo sviluppo economico, alla ricchezza, finanza e alla rincorsa spasmodica dell’evoluzione tecnologica informatica e comunicativa sembra averci fatto dimenticare il mondo dell’arte. Il Sud, ad esempio, non riesce più ad emergere, ad allinearsi al resto del Paese.
Molte sono le cause legate sempre alla questione meridionale e alla sua ingiusta condizione di area emarginata e sfruttata, ma mai una reale cura d’urto si è posta in essere. L’arte è la cura d’urto per una rinascita delle città e dei territori. Occorre curare il malato oramai in fase terminale con una cura d’urto e l’arte ne è la soluzione finale.
Immaginare una città spenta da decenni e che vede ridotto al suo ultimo lumicino la sua economia, la sua aggregazione sociale, la sua cultura la sua appartenenza di popolo risvegliarsi grazie all’arte, all’opera d’arte. Concorsi per artisti di tutto il mondo e per ogni forma di espressione d’arte che partecipano per ricostruire il tessuto urbano di un popolo, la ricostruzione di territori costieri e di valorizzazioni di paesaggi.
Wall Street si identifica con il Toro dello scultore Arturo di Modica, famoso in tutto il mondo, ma nessuno e nulla si identifica con il cavallo di Arturo di Modica in una piazza della città di Vittoria.
Occorre una grande operazione di risveglio delle anime. Immaginare luoghi della città, della costa e del territorio fortemente caratterizzati da importanti opere d’arte, installazioni, rappresentazioni può costituire il risveglio di un popolo, il risveglio identitario di un territorio, l’orgoglio di esserci e di avere un patrimonio moderno da sfruttare economicamente con turismo e culturalmente con la sua promozione, difesa, tutela e crescita.
Lasciamo agli artisti il compito di risvegliare la città, di risvegliare voglie e espressioni, ascolto e confronto. Le città lasciate oramai solo in mano a burocrati e funzionari e politici di passaggio non sono più città di vita, città pulsanti, ma solo dormitori. La città deve tornare ad avere la sua voce, la sua visione di vita. L’anima trova nella musica la sua voce e nell’arte la sua visione.
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