Lo sbarco, in queste ore, di 264 migranti a Pozzallo è tutto grasso che cola per il leader leghista. Una vicenda che rilancia mediaticamente Salvini, che ha l’occasione per tornare ad attaccare Malta. In suo soccorso arrivano anche tre ONG che scorrazzano di nuovo nel Mediterraneo. La verità è che, senza migranti, alla Lega di governo resterebbe solo la difesa della prescrizione insieme con il PD e Berlusconi…
Vero è che in Italia sono diminuiti gli sbarchi di migranti. Vero è che ormai arrivano solo con imbarcazioni di fortuna. Ma è altrettanto vero che se i migranti spariscono, beh, il leader della Lega e Ministro degli Interni, Matteo Salvini, perde visibilità agli occhi degli italiani. E siccome, oltre alla battaglia contro i migranti, nel ‘carniere’ di Salvini c’è ben poco, ecco che lo sbarco di Pozzallo, in queste ore, finisce per rilanciare la visibilità (e i Twitter) del leader leghista.
Sono i paradossi della politica spettacolo, giocata più sui social che con i contenuti. Alla fine i 264 migranti, quasi tutti eritrei, partiti giovedì scorso da Misurata, in Libia, e sbarcati dopo giorni di navigazione tempestosa su un’imbarcazione di fortuna a Pozzallo, in Sicilia, consentono al Ministro Salvini di riannodare i fili di una battaglia mediatica che era finita sottotono.
Perché se è vero che la drastica riduzione degli sbarchi e la ‘cacciata’ delle ONG è stata ed è una grande vittoria di Salvini, è anche vero che l’assenza di sbarchi di migranti, quanto meno visibili, abbassa la tensione mediatica e sposta l’attenzione degli elettori su altri temi.
E quali sono gli altri temi?
In prima battuta c’è l’Europa dell’euro che, piano piano, sta provando a ‘grecizzare’ l’Italia. Se ai Governi Renzi la UE concedeva ‘flessibilità’ (formula linguistica per nascondere il fatto che allargava i cordoni della borsa, consentendo l’aumento del deficit per convincere gli italiani ad accettare le ‘intelligenti’ riforme costituzionali che, per fortuna, gli italiani hanno ‘bocciato’ il 4 dicembre del 2016) in cambio di un Belpaese sempre più ‘inginocchiato’ ai voleri della UE dell’euro, il Governo di grillini e leghisti va combattuto perché è, di fatto, un cuneo contro l’Unione Europea dell’austerità.
La notizia di queste ore è che il capo del Governo italiano Giuseppe Conte sta trattando con la UE. E’ probabile che il deficit, dal 2,4, si riduca al 2,2. I problemi non sono gli 0,2: i problemi veri sono nelle difficoltà che incontra la Commissione Europea a pochi mesi dalle elezioni europee. Perché, man mano che si va avanti, si scopre che la Troika, in Europa, è in grande difficoltà.
Se i socialisti europei del PSE sono praticamente spariti, affondati nel ridicolo del rigore economico ‘europeista’ che hanno condiviso, se la Grecia del ‘socialista’ Tsipras è stata fatta a pezzi e venduta (soprattutto agli acquirenti tedeschi, che si sono fatti i classici ‘bagni’ acquistando, a prezzi stracciati, porti, aeroporti, aziende e persino monumenti), è anche vero che in Italia e in Francia le cose, per gli ‘europeisti’, vanno male.
Non è solo l’Italia a preoccupare la UE dell’euro. Tsipras, in Grecia, ha dimostrato di essere un bel finto problema. Doveva fare la rivoluzione, invece la Grecia è praticamente ridotta a brandelli.
Tsipras ha fatto, in Grecia, quello che il PD di Renzi ha provato a fare sin Italia senza riuscirci. Oltre ad aver ceduto alla Germania su tutta la linea, il capo del Governo greco che si fregia del simbolo di ‘Socialista’, ha portato alla fame il suo Paese: la povertà è a livelli spaventosi, i licenziamenti nella pubblica amministrazione sono stati la regola, le pensioni sono state ridotte, è aumentata la mortalità infantile, è cresciuto il numero di suicidi, per non parlare della sanità pubblica al collasso.
In compenso, il Governo Tsipras ha puntato molto sui diritti civili, approvando, ad esempio, le unioni civili gay. Di fatto, è quello che ha provato a fare il PD di Renzi in Italia per conto dell’Europa dell’euro: diritti civili al posto dei diritti sociali.
Solo che in Italia l’esperimento del PD di Renzi è stato bloccato dagli elettori lo scorso 4 marzo. L’Italia non è la Grecia. Scoprire che gli italiani non so vogliono fare ‘incaprettare’ dagli ‘europeisti’ è stato un colpo durissimo per la UE dell’euro. Non solo. Ora a complicare le cose ci si mettono pure i francesi, che protestano contro il Governo ‘europeista’ di Macron. Una protesta, quella in scena in Francia, che è tutt’altro che spenta.
Per la UE non va meglio in Italia. Dove, di fatto – e questo è un elemento oggettivo – lo ‘spezzatino’ delle aziende italiane da svendere alle multinazionali è stato interrotto. Alitalia è una vicenda emblematica. La cessione agli stranieri era quasi fatta. Invece è stata bloccata. Mentre le forze politiche italiane che, per motivi diversi, hanno sposato la ‘causa europeista’ – PD e Forza Italia – vanno sempre più alla deriva.
Le cronache danno l’Italia del Governo giallo verde pronto a ridurre qualche linea di deficit. Ma la barra del Governo Conte rimane dritta.
Il punto è proprio questo: nelle grandi scelte dell’attuale Governo italiano la Lega non c’è. Sono i grillini che presentano disegni di legge, che attaccano sui fondamentali dell’economia, che si scontrano con la vecchia politica.
Mentre la Lega di Salvini – tolta la solfa dei migranti – si trova spesso a difendere le ragioni della vecchia politica. Emblematico il caso dell’abolizione della prescrizione: battaglia politica condotta dai grillini con l’opposizione di PD, Forza Italia e della stessa Lega.
In prima battuta è una vittoria della vecchia politica (PD e Forza Italia) e della Lega. Ma un messaggio politico è passato: a difendere la prescrizione, con tutto quello che ne consegue, sono il Partito Democratico, Forza Italia di Berlusconi e la Lega di Salvini.
Se ne riparlerà tra un anno, quando sarà la volta della riforma della Giustizia. Il Movimento 5 Stelle perderà di nuovo e la prescrizione resterà? E’ tutto da vedere. Perché chi ha un po’ di memoria sa che il progetto di riforma della Giustizia esiste. Lo chiese Renzi quando era capo del Governo. E lo ha affossato lo stesso Renzi quando si è reso conto che la riforma della Giustizia avrebbe creato problemi enormi, a tutti i livelli, alla sua parte politica.
Ma il progetto c’è ancora. Non dovrà essere riscritto da cima a fondo. Basterà aggiornarlo. Ci sarà da divertirsi.
Tutto questo per dire che le vere battaglie per cambiare l’Italia non le sta combattendo la Lega di Salvini che, a parte i migranti, opera, semmai, sul fronte della retroguardia.
Da qui la necessità, per il leader leghista, di rilanciare l’azione mediatica sui migranti. Salvini è fortunato. Perché, in queste ore, Malta e un paio di ONG gli stanno servendo, su un piatto d’argento, le occasioni per farlo tornare al centro dell’attenzione.
I 184 uomini, 43 donne, 37 tra ragazzi e bambini, 5 dei quali neonati che Malta, a quanto pare, non ha soccorso, sono un’occasione formidabile per consentire al ‘capo’ dei leghisti di tornare a tuonare non tanto contro “l’invasione” dei migranti, ma contro Malta e la UE che copre gli stessi maltesi.
A dare una mano a Salvini ci sono anche le navi di tre ONG – la Open Arms, la Sea Watch3 e la Mare Ionio del progetto Mediterranea – che da qualche giorno sono tornate a operare nel Mediterraneo. Non sappiamo cosa succederà. Ma se queste navi cariche di migranti proveranno a entrare nei porti italiani, il Ministro leghista tornerà a indossare i panni del difensore estremo dell’Italia dalla ‘invasione” e continuerà a guadagnare voti…
Foto tratta da ilpost.it