A noi è arrivata una lettera di una dipendente che non se la sente di venire allo scoperto. Parla di anomalie nella gestione dei corsi (contratto nazionale non rispettato) e sedi raffazzonate. L’impegno del dirigente generale Gianni Silvia, che invita i lavoratori a denunciare le cose che non vanno: “Sarà nostra cura fare luce sui casi che ci verranno segnalati, nel rispetto della riservatezza, come, del resto, già avvenuto”
Abbiamo ricevuto questa lettera da una dipendente della Formazione professionale siciliana. Ci ha chiesto di non mettere il suo nome. Abbiamo deciso di pubblicarla lo stesso perché, alla fine, si tratta non di una denuncia circostanziata con indicazione di luoghi e persone: è solo un ‘affresco’ del mondo della Formazione professionale siciliana che – ci auguriamo – essere solo un caso.
“Mi permetto di richiamare la Vostra attenzione – leggiamo nella lettera – ringraziandoVi anticipatamente per lo spazio e la visibilità che date alle problematiche che attanagliano la Formazione professionale siciliana, isola felice dove le leggi e le normative vengono scientemente calpestate e ignorate. Ho incontrato un collega che è stato contrattualizzato fino al 31/08/2019 da un Ente che rispetta il contratto e dove vengono concesse le ore di disposizione e di auto aggiornamento. Cosa c’è di strano in tutto ciò? Nulla, dovrebbe essere questa la normalità. Invece siamo davanti ad una vera e propria mosca bianca!”.
“Purtroppo – prosegue la lettera – malgrado le dichiarazioni trionfalistiche dell’On. Prof. Roberto Lagalla (assessore regionale alla Formazione professionale ndr) che mettono in sordina le più scintillanti trombe egiziane dell’Aida, la stragrande maggioranza degli Enti affidatari di finanziamenti dell’Avviso 2/2018 non riconosce il vigente CCNL di categoria, guardandosi bene dall’applicarlo sia dal punto di vista normativo che economico”.
“Basterebbe consultare il Catalogo regionale dell’offerta formativa – leggiamo sempre nella lettera – per rendersi conto degli importi lordi offerti ai selezionandi non rispettando minimamente la paga oraria prevista dal contratto di categoria che, fra l’altro, è abbondantemente scaduto. Inoltre, e di questo sono una testimone diretta, vengono offerte delle prestazioni occasionali o con partita IVA, con il solo riconoscimento delle ore frontali di incarico”.
“Ho avuto modo di leggere con interesse il Suo articolo che fotografa con precisione e dovizia di particolari quello che sta succedendo realmente (QUI L’ARTICOLO). Infatti le vigenti e ferree regole dell’accreditamento impongono all’ente gestore il rispetto integrale del CCNL di categoria senza deroghe né sconti. E’ chiaro che risparmiare esclusivamente sulla pelle dei lavoratori, non riconoscendo le ore di disposizione e di auto aggiornamento, consentirà all’ente assegnatario di risorse di poter mettere in cascina una considerevole quota di finanziamento: tutto grasso che cola!”.
“Inoltre, nel puro spirito di tagli e risparmio, molte sedi che ospitano ed ospiteranno attività formative sono fatiscenti e prive dei più elementari requisiti igienico-sanitari. Nella mia sede, ad esempio, oltre all’assoluta mancanza di pulizia, manca anche l’acqua nei servizi igienici con l’impossibilità, da parte dei corsisti e degli pseudo dipendenti, di usufruirne”.
“Quali e quanti controlli sono stati effettuati all’interno delle sedi formative?
Sarebbe meglio – conclude la lettera – chiudere questo scempio evitando di illudere i giovani che ancora credono nel nostro lavoro, che vede ancora impegnati pochissimi ‘fortunati’ che accettano esclusivamente per i versamenti contributivi, rendendosi conto che, per quanto riguarda gli emolumenti, riceveranno briciole con enorme ritardo”.
L’ultima parte della lettera non la possiamo condividere, perché la Formazione professionale interessa tanti giovani siciliani ai quali va data la possibilità di formarsi e di entrare nel mondo del lavoro.
Comprendiamo l’amarezza di questa lavoratrice. E proprio perché quello che scrive ci sembra degno di nota chiediamo ‘lumi’ al dirigente generale del dipartimento Formazione professionale, Gianni Silvia, che in verità con noi ha mostrato sempre attenzione e sensibilità.
“Quello che posso dire – sottolinea il dottore Silvia – è che non saranno tollerate eccezioni e sotterfugi rispetto a quanto prevede la legge. Continueremo nell’azione di bonifica, partendo dal presupposto, però, che non abbiamo la bacchetta magica, né disponiamo di un servizio di ‘spionaggio’ modello CIA”.
“Auspico che i lavoratori che vengono a conoscenza di anomalie ce le segnalino – conclude il dottore Silvia -. Sarà nostra cura fare luce sui casi che ci verranno segnalati, nel rispetto della riservatezza, come, del resto, già avvenuto”.