Il ricco finanziamento di 11 milioni di euro è il segno del ‘consociativismo’ tra la Regione di centrodestra di Nello Musumeci e il Comune di Palermo di centrosinistra di Leoluca Orlando. In quest’area già spesi 5 milioni di euro per un teatro poi abbandonato. ARPA e Capitaneria di Porto sanno già tutto di questa nuova avventura ambientalistico-appaltizia? I dubbi del naturalista Giovanni Guadagna. Parlano anche Silvano Riggio e Aldo Penna
Per curiosità, quanto sta costando, alla collettività il Parco di Palermo intitolato a Libero Grassi? Ce lo chiediamo dopo aver letto un comunicato stampa del Comune:
“Nella seduta di ieri pomeriggio, la Giunta comunale ha approvato un progetto di fattibilità per la partecipazione ad un bando della Regione siciliana finalizzato alla bonifica di aree inquinate grazie all’uso di fondi comunitari. L’area individuata dalla Giunta per richiedere il finanziamento è quella della ex discarica di Acqua dei Corsari, destinata a diventare un Parco pubblico intitolato a Libero Grassi”.
“L’area – prosegue il comunicato – che si estende per circa 11 ettari, è già stata oggetto di alcuni interventi di consolidamento, con interventi per contrastare l’erosione marina e sistemazione del suolo con la realizzazione di gradinate e percorsi”.
“Da tempo – spiega l’assessore comunale Sergio Marino – siamo al lavoro per restituire quest’area alla fruizione pubblica, anche in sinergia con i comitati dei cittadini che da anni si battono per questo risultato. Questa zona è, infatti, di grande interesse paesaggistico, non solo per i quartieri limitrofi, ma per tutta la città”.
“Dopo i primi lavori di sistemazione, l’area è stata oggetto di una analisi di rischio finalizzata a verificarne la contaminazione e l’eventuale pericolo per la fruizione umana – leggiamo sempre nel comunicato del Comune -. A seguito dei controlli è stata effettivamente verificata la presenza di agenti inquinanti. Il progetto approvato ieri dalla Giunta (del Comune di Palermo ndr), che ha un costo di circa 11 milioni di euro, prevede quindi la realizzazione di interventi che permettano di poter fruire dell’area in tutta sicurezza, con barriere passive, membrane e strati di copertura che impediscano sia i rischi per l’uomo, sia l’infiltrazione degli agenti inquinanti verso il mare”.
Per il sindaco Leoluca Orlando, “il recupero di questo splendido tratto della costa cittadina dura ormai da anni, perché lo stato di degrado e abbandono iniziale era veramente gravissimo ed è stato necessario trovare risorse economiche particolarmente ingenti. Speriamo ora, con questo ultimo progetto e con l’auspicato supporto della Regione, di poter finalmente arrivare alla conclusione dei lavori, dando ai cittadini un nuovo parco che sarà certamente apprezzato e valorizzato”.
Leggere questa notizia ci ha lasciato di sasso. E stupito sembra anche il naturalista Giovanni Guadagna che, sulla propria pagina Facebook scrive:
“Inaugurato il Parco Libero Grassi. Di nuovo? Credo di non sbagliare ricordando non meno di tre inaugurazioni della stessa area. La prima, antica (credo proprio con lo stesso sindaco di ora), era relativa al Teatro del Sole. Qualcuno lo ricorda? Nella foto di Google Maps appare ad anfiteatro un po’ in basso a destra. Sempre se la memoria non inganna, venne inaugurato con uno spettacolo… a luglio e di primo pomeriggio. Poi l’inaugurazione dell’estate 2017 come ‘Parco Libero Grassi’. Allora … quanto così chiamato, un po’ riarrangiato, è uno dei tre mammelloni (due nella cosiddetta ‘costa sud’, ed un terzo a Vergine Maria), dove è confluito il sacco di Palermo, ossia la terra fertile della Conca d’Oro estirpata per far posto alle nuove radici (in cemento armato) dei numerosissimi palazzi cresciuti negli anni del boom economico-mafioso. Discariche (almeno quella del ‘Parco’, consolidata nei pendii a mare) che si sono saldate alle altre costituite con i resti degli antichi palazzi distrutti dagli alleati che uccidevano bombardando per liberarci (vedi Foro Italico). Incredibilmente il ‘Parco’ che ancora si continua ad inaugurare appare già da tempo su Google Maps (vedi foto)… Mi chiedo solo… ma se la ‘ex discarica”‘è ‘destinata a diventare un parco pubblico intitolato a Libero Grassi’, la scorsa estate cosa hanno inaugurato?”.
Noi ricordiamo che, in questo ‘Parco’ – che nell’area nella quale un tempo insisteva la grande discarica di Acqua dei Corsari – si sono già stati spesi un sacco di soldi pubblici. Ricordiamo bene?
“Ricordate benissimo – ci dice Aldo Penna, da anni in prima fila nelle battaglie civiche per la tutela del territorio di Palermo, oggi parlamentare nazionale del Movimento 5 Stelle -. Sono già stati spesi cinque milioni di euro per realizzare il Teatro del Sole che poi è stato abbandonato”.
L’ingente spesa di fondi pubblici viene confermata anche da Silvano Riggio, docente di Ecologia all’università di Palermo.
“Ricordo bene la spesa di questi fondi pubblici – dice il professore Riggio – e ricordo anche gli allarmi lanciati successivamente circa la pericolosità di questo sito”.
Ricapitolando. L’area nella quale dovrebbe sorgere il Parco dedicato a Libero Grassi – il coraggioso imprenditore di Palermo ucciso dai mafiosi perché disse no al ‘pizzo’ che forse meriterebbe di essere ricordato in modo diverso, non certo con una ‘appaltopoli’ nel nome della ‘tutela dell’ambiente’ – è un’ex discarica. Hanno speso 5 milioni di euro per farci un teatro e poi è stata abbandonata perché sarebbe pericolosa per la salute pubblica.
Domanda: ma se è pericolosa per la salute pubblica perché sono stati spesi 5 milioni di euro per realizzare il Teatro del Sole poi abbandonato? Non sarebbe stato logico, prima di spendere 5 milioni di euro, accertare le condizioni di tale area?
“L’allarme lanciato circa la pericolosità di questo sito è esagerato – dice ancora il professore Riggio -. E’ un’area che si può benissimo recuperare. Però, visto che è stato lanciato un allarme sul possibile inquinamento, con possibili pericoli per la salute umana, è bene, prima di procedere, che ci siano pronunciamenti ufficiali: penso all’ARPA e alla Capitaneria di Porto di Palermo”.
Chiediamo al professore Riggio: ma non si parlare di una caratterizzazione di questo sito prima di utilizzarlo? Per la cronaca, la caratterizzazione è l’analisi specifica di sostanze potenzialmente tossiche eventualmente presenti nel terreno.
“In questo caso – ci risponde il docente di Ecologia – non so se la caratterizzazione sia opportuna. L’area in questione è un’ex discarica: e questo lo sappiamo. E sappiamo anche che, in quanto ex discarica, lo scenario, sotto terra, cambia ad ogni metro. Poi cosa si dovrebbe appurare? Che ci sono migliaia di copertoni? Li tiriamo fuori per andarli a smaltire dove? In un’altra discarica? Meglio lasciarli dove sono. E lo stesso discorso vale per i veleni: meglio non andare a svegliare il cane che dorme. Meglio puntare sulle piante, che hanno un effetto depurativo”.
Se non ricordiamo male, si è sempre parlato – non sappiamo se a ragione o a torto – di presenza di arsenico. Questi 11 milioni di euro dovrebbero servire per ‘scongiurare’ problemi con l’arsenico? Non sono un po’ troppi, soprattutto dopo che sono già stati ‘immolati’ 5 milioni di euro?
Chiudiamo con qualche domanda al Governo regionale di Nello Musumeci: è al corrente che, in quest’area, sono già stati spesi 5 milioni di euro? E l’ulteriore finanziamento di 11 milioni di euro verrà erogato dopo che la citata Agenzia Regionale per la Protezione Ambiente (ARPA) e la Capitaneria di Porto di Palermo si saranno pronunciati per la non pericolosità del sito oppure a ‘scatola chiusa’?
La verità è che il consociativismo – in questo caso il Governo regionale di centrodestra che viene ‘incontro’ a un’amministrazione comunale di centrosinistra – può giocare brutti scherzi…
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