Dopo aver inaugurato il nuovo Policlinico di Catania, il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, e l’assessore alla Salute-Sanità, Ruggero Razza, si sono messi al lavoro per completare, in tempo brevi, l’ospedale di San Marco, nel quartiere di Librino, naturalmente a Catania. E la sanità delle altre otto province dell’Isola? A mare!
La sanità pubblica siciliana è a pezzi. Ma, per fortuna, si salva quella di Catania. O meglio, per fortuna che c’è un Governo regionale Catania-centrico che, almeno nella sanità, sta facendo di tutto e di più. Perché se, da un lato, gli allagamenti non possono essere evitati (visto che in un anno, il Governo di Nello Musumeci non ha fatto nulla per prevenire le inondazioni: solo dopo le piogge delle ultime settimane sono arrivati i primi provvedimenti), almeno per gli ospedali si sta intervenendo.
Al Policlinico di Catania è stato inaugurato il nuovo Pronto Soccorso. E adesso l’assessore alla Salute-Sanità, Ruggero Razza, catanese come Musumeci, si sta battendo come un leone per completare l’ospedale di San Marco, nel quartiere di Librino.
Addirittura, in sostegno dell’impresa che sta realizzando i lavori, è intervenuto l’IRFIS. Intervento determinante, per porre fine alle lungaggini burocratiche.
E noi siamo contenti. Certo, si potrebbe essere più contenti se il presidente Musumeci e l’assessore Razza, visto che occupano, rispettivamente, i ruoli di presidente della Regione e assessore regionale, decidessero di occuparsi anche della sanità delle altre otto province della Sicilia.
O è chiedere troppo?
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