Un comunicato stampa delle varie sigle sindacali annuncia la fine dell’avventura Sis nell’eterna storia del Passante ferroviario di Palermo. Riunioni-fiume e solite promesse di completamento dell’opera, addirittura nel 2019! Ovviamente non ci crede nessuno. Si attendono altri appalti (e altri finanziamenti). La festa non deve finire…
Novità (o quasi) nell’appaltopoli ferroviaria panormita: la Sis – società che fino ad oggi ha lavorato al Passante ferroviario – molla.
“Confermato il recesso del contratto – si legge in un comunicato -. Si procederà a nuovi appalti per completare l’opera entro il 2019. Accordo con Sis e Rfi (Rete ferroviaria italiana) per la riassunzione in altre opere dei 216 lavoratori che saranno licenziati. In 50 andranno in Veneto nel cantiere Sis della Pedemontana”.
E agli altri 166?
“La Sis – prosegue il comunicato – conferma il recesso dell’appalto del Passante ferroviario, non prima di avere terminato alcuni lavoro in corso. Per finire il raddoppio ferroviario, Rfi dovrà bandire nuove gare. Ci sono ancora 60 milioni di lavori da realizzare. E’ quanto è stato detto oggi (ieri per chi legge ndr) all’incontro alla Regione tra l’assessore alle Infrastrutture Marco Falcone e le organizzazioni sindacali di Feneal, Filca e Fillea, alla presenza di Claudio Dogliani della Sis e Filippo Palazzo, di Rfi”.
“La Sis rispetterà comunque l’accordo siglato nel maggio 2018 con Rfi che prevedeva, oltre al ripristino già avvenuto del transito del treno verso Punta Raisi, anche il completamento dello scavo della galleria da via Notarbartolo a viale Francia, quasi ultimato, e altre opere complementari. Lavori che saranno tutti quanti completati entro gennaio”.
“Novità anche per quanto riguarda i licenziamenti dei 216 operai – prosegue il comunicato -. Lunedì, in un nuovo incontro nella sede della Sis, in via Parlatore, saranno definite le modalità per procedere gradualmente ai licenziamenti, scaglionati tra novembre e gennaio”.
“La Sis ha garantito che occuperà i lavoratori licenziati, prima possibile, nei suoi cantieri. Abbiamo strappato l’impegno che un numero minimo di 50 edili sarà assorbito come manodopera presso il cantiere della Pedemontana veneta – dichiarano i rappresentanti di Fenal Uil Ignazio Baudo, Filca Cisl Francesco Danese e Fillea Cgil Piero Ceraulo e Francesco Piastra -. E abbiamo inoltre concordato con Rfi e con l’assessore Falcone che verrà previsto la riassunzione dei lavoratori licenziati dalla Sis nel riappalto delle opere che riguarderanno le stazioni di Capaci, Viale Lazio e Imera, di parte della stazione Notarbartolo, e la definizione della galleria Notarbartolo-Francia”.
Insomma, i 166 lavoratori proseguiranno con l’impresa che subentrerà a Sis: questo ci sembra di capire.
“La proposta è anche di allargare la clausola di salvaguardia occupazionale ad altre infrastrutture ferroviarie – prosegue il comunicato – che come annunciato da Rfi sono ingenti. Sono opere per la Sicilia che valgono 3 miliardi e 800 mila euro, che saranno date in appalto sin dai prossimi mesi. La Bicocca Catena-Nuova è già in fase di aggiudicazione”.
“I lavori per la stazione di Capaci sono stati già assegnati, nell’ambito di un accordo quadro, a un’azienda e il cantiere dovrebbe partire a gennaio”.
“L’impegno preso stamattina (ieri mattine per chi legge ndr) è di completare il Passante entro il 2019, la stessa scadenza che si era data la Sis – aggiungono Feneal, Filca e Fillea -. L’intento è di mantenere lo stesso programma anche se bisogna prima riappaltare gli stralci residui del contratto. L’assessore Falcone ha concordato con i sindacati l’istituzione di un tavolo dove, via via che si procederà con le nuove aggiudicazioni, saranno convocate le imprese vincitrici degli appalti, con le quali si intraprenderà il percorso di riassunzione dei lavoratori”.
C’è da crederci? No. A nostro modesto avviso il finale della storia – tormentata – del Passante ferroviario di Palermo è ancora lontano…
Per la cronaca, il Passante ferroviario di Palermo, fino ad oggi, è costato oltre un miliardo e 200 milioni di euro. Un’opera faraonica, che va avanti da anni, tra ritardi ed enormi disagi.
Per il completamento dell’opera mancano ancora quattro stazioni, oltre al problematico scavo della galleria di vicolo Bernava che ha già prodotto problemi enormi. E’ la storia delle palazzine lesionate nel popolare quartiere della Zisa.
Poi c’è la questione del doppio binario che deve essere realizzato nel tratto che va dalla stazione d’Orleans alla stazione Notarbartolo.
Finiranno nel 2019? Come no…