Si tratta di Francesco Nicodemo, già sindaco di Ramacca. Il Consorzio di Bonifica Sicilia orientale, frutto della riforma, raccoglie i consorziati degli ormai ex Consorzi di bonifica di Caltagirone, Catania, Enna, Messina, Ragusa e Siracusa. Il problema oggi è uno: gli agricoltori non possono pagare le spese dei Consorzi al posto di una Regione siciliana in ‘bolletta’. In uno scenario in cui la manutenzione, anche nelle campagne, è carente se non assente
Francesco Nicodemo è il nuovo commissario straordinario del Consorzio di Bonifica Sicilia orientale del quale fanno parte gli ex i consorzi di Caltagirone, Catania, Enna, Messina, Ragusa e Siracusa. Nicodemo è stato nominato dall’assessore regionale dell’Agricoltura, Edy Bandiera, con un decreto del 9 novembre. Ha accettato l’incarico a titolo gratuito.
In passato Nicodemo ha ricoperto la carica istituzionale di sindaco di Ramacca, assessore provinciale a Viabilità e Lavori pubblici ed ha una buona conoscenza dell’apparato burocratico della Regione.
Il Consorzio di bonifica è un ente “privato” di Diritto pubblico che cura l’esercizio e la manutenzione delle opere pubbliche di bonifica e controlla l’attività dei privati, sul territorio di competenza (comprensorio di bonifica). Opere di questo genere riguardano, ad esempio, la sicurezza idraulica (impianti idrovori, canali di bonifica), la gestione delle acque destinate all’irrigazione (impianti e reti irrigue), la partecipazione ad opere urbanistiche, ma anche la tutela del patrimonio ambientale e agricolo.
Il consorzio è amministrato dai consorziati. Si tratta dei proprietari di beni immobili (terreni e fabbricati in genere) che ricadono all’interno del comprensorio di competenza dell’ente.
I consorziati sono tenuti, per legge, a contribuire alla spese per la manutenzione e l’esercizio delle opere di bonifica con il pagamento dei contributi di bonifica.
Il problema è che, negli ultimi anni, i costi a carico degli agricoltori sono aumentati. Motivo: la Regione è in ‘bolletta’ e i Consorzi di bonifica hanno provato a caricare sugli agricoltori costi che, in alcuni casi, sono eccessivi.
E’ noto che, per anni, i Consorzi di bonifica non presentavano i rendiconti e né i Governi, né i parlamentari dell’Assemblea regionale siciliana chiedevano conto e regione di ciò.
Nella passata legislatura è stato l’ex assessore all’Economia, Alessandro Baccei, a ‘convincere’ i dirigenti dei Consorzi di bonifica a consegnare i documenti alla commissione Bilancio e Finanze dell’Ars (che negli anni precedenti non li chiedeva).
E oggi? Il citato Consorzio di Bonifica Sicilia orientale è il frutto di una riforma fatto allo ‘sparagno’ (cioè per risparmiare) dal passato Governo, che ha ridotto i Consorzi di bonifica della Sicilia a due: uno per la Sicilia orientale e uno per la Sicilia occidentale.
Bisognerà capire, adesso, cosa succederà. Un fatto è certo: gli agricoltori siciliani non se la passano bene e non possono, a proprie spese, sostituirsi a una Regione senza soldi. Il resto sono chiacchiere.
Tra l’altro, gli allagamenti che hanno colpito anche aree agricole del Catanese dimostrano che la manutenzione è stata ed è ancora carente.