terza pagina
Incipit
Un classico buongiorno. O, se preferite, un buon giorno ricordando un grande romanzo. Il modo migliore di iniziare una giornata: l’incipit di un grande libro. Se lo avete già letto sarà un bel ricordo. Se no, potrebbe invogliarvi alla lettura.
‘’Penso che l’autoironia sia l’aspetto decisivo dell’umorismo: sapere che in qualsiasi momento potrei dire il contrario di quello che dico, riuscire a mettere continuamente in discussione le proprie opinioni, è questa a mio avviso la condizione prima dell’intelligenza’’.
Italo Calvino, “Sono nato in America”, Interviste 1951-1985
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Pensieri sparsi
L’aforisma, la sentenza, sosteneva Nietzsche, sono le forme dell’eternità. L’aforisma é paragonato dal filosofo tedesco alle figure in rilievo, che, essendo incomplete, richiedono all’osservatore di completare ‘’col pensiero ciò che si staglia davanti’’.
‘’..una mia poesia mi costa prima di cominciare a scrivere mesi interi di vita e di dolori’’.
Cesare Pavese, “Lettere”
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Eventi e fatti storici
13 Novembre 1775 – Guerra d’indipendenza americana: le forze del colonnello Ethan Allen strappano Montréal al Generale britannico Guy Carleton.
La guerra d’indipendenza americana, nota negli Stati Uniti come Rivoluzione americana (in inglese: American War of Independence o American Revolution) e in Francia, raramente, come guerra d’America (in francese: guerre d’Amérique), fu il conflitto che, tra il 19 aprile 1775 e il 3 settembre 1783, oppose le tredici colonie nordamericane, diventate successivamente gli Stati Uniti d’America, alla loro madrepatria, il Regno di Gran Bretagna.
A partire dal 1778 la guerra, iniziata come ribellione indipendentistica locale, si trasformò in un conflitto globale tra le grandi potenze europee per il predominio sui mari e nei territori coloniali. La Francia entrò in guerra a fianco degli americani e, in alleanza anche con la Spagna e le Province Unite, cercò di sfidare il predominio britannico e di ottenere la rivincita dopo la sconfitta nella guerra dei sette anni. La Gran Bretagna invece poté rafforzare il suo corpo di spedizione in America reclutando numerosi contingenti di truppe mercenarie tedesche, i cosiddetti Assiani, forniti, dietro compenso in denaro, dall’Assia-Kassel, dall’Elettorato di Hannover e da altri piccoli stati tedeschi.
Ma il 13 novembre del 1870 anche..
realizzata e inaugurata presso la stessa sede il 13 novembre 1870 fu la Biblioteca pubblica che, tra i libri provenienti dalle soppresse corporazioni religiose, e quelli
acquistati o avuti in dono, contava ben 3.557 volumi, molti dei quali preziosi manoscritti del ‘500, ‘600 e ‘700.
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Siciliani notevoli da ricordare
Ricordiamo oggi… Carmelina Naselli (Catania, 4 novembre 1894 – Catania, 13 novembre 1971) è stata una letterata, etnologa e bibliotecaria italiana.
Laureatasi in lettere nel 1919 presso l’Università di Catania, proseguì gli studi di perfezionamento a Firenze alla scuola di Guido Mazzoni. Insegnò dapprima in scuole medie ed istituti tecnici, poi – conseguita nel 1936 la libera docenza universitaria – dal 1949 al 1965 insegnò in successione Storia della Letteratura Italiana, Filologia romanza, Letteratura delle tradizioni popolari, Storia della lingua italiana e Storia delle tradizioni popolari nella Facoltà di Lettere dell’Università di Catania; negli ultimi anni, ma fino al 1959, insegnò anche Lingua e Letteratura Italiana nell’Istituto Universitario di Magistero di Catania. Rimase nubile.
Fra le sue moltissime pubblicazioni, degno di nota è il saggio sul linguista veneto Alessandro Citolini, autore della prima Grammatica Italiana, poco conosciuto perché vissuto e morto a Londra intorno al 1582.
Fu presidente del comitato catanese della Società Nazionale “Dante Alighieri” e della Società di Storia Patria per la Sicilia Orientale, di cui curò la biblioteca, tenne per molti anni la carica di segretario e diresse dal 1954 la rivista, l’«Archivio storico per la Sicilia orientale»; fu anche priora provinciale del Terz’ordine domenicano femminile.
Il comune di Catania le ha intitolato una via nella zona di San Giovanni Galermo.
Un suo profilo è stato tracciato dall’allora suo assistente universitario Carmelo Ciccia nel libro Profili di letterati siciliani dei secoli XVIII-XX.
La sua produzione fu vasta e afferente a molteplici discipline. Tra i volumi si segnala qui Il Fascismo e le tradizioni popolari, Catania 1932. Tra i saggi di letteratura italiana: Letteratura e scienza nel convento benedettino di S. Nicolò L’Arena di Catania, in Arch. storico per la Sicilia orientale.
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Viaggio e cultura: il rapporto degli scrittori con la Sicilia
Se il viaggio è desiderio di conoscere l’altro e, al tempo stesso, possibilità di riconoscere se stessi. E’ affascinante notare come la Sicilia rappresenta per chi non vi è nato un’attrazione irresistibile, calamitando fantasie e immaginari dei viaggiatori stranieri che, forti della propria identità, vengono in Sicilia per capirne la conclamata diversità e forse trovano per lo più quello che credevano di voler trovare secondo la loro formazione, i loro desideri. Quando pensiamo alla Sicilia, inevitabilmente i ricordi personali si sovrappongono alle descrizioni letterarie, così come i fatti di attualità si intrecciano con le fantasie mitologiche e il folklore si confonde con i luoghi comuni, suggerendo all’immaginazione percorsi alternativi.
Parliamo oggi di David Herbert Richards Lawrence (Eastwood, 11 settembre 1885 – Vence, 2 marzo 1930) scrittore, poeta, drammaturgo, saggista e pittore inglese. D.H.Lawrence ha amato la Sicilia, forse più di quanto possa amarla un suo abitante. Egli è lo scrittore dell’eros e della passione per eccellenza, profondo indagatore del contrasto tra istinto e razionalità, uno degli autori più originali dell’inizio del XX secolo. Dovette trasferirsi in Sicilia, in particolare a Taormina (1920-1922), con la moglie Frieda von Richthofen, per problemi legati alla suo stato cagionevole di salute, che lo spinse a viaggiare fino all’estrema punta d’Europa.
Questo pellegrinaggio alla ricerca di climi più miti verso l’Italia del sud, rappresentò un modo per lo scrittore per liberarsi dalla rigidità del sistema britannico, per concludersi con il trionfo di una vita affidata all’istinto e alla sessualità.
Molti dei suoi scritti in terra sicula sottolineano appunto questo suo cambio di mentalità; si tratta infatti di racconti e fantasie dove i luoghi perdono la loro identità geografica per trasformarsi in scenari ideali, con caratteristiche quasi umane.
Lawrence descrive la Sicilia come una terra assolata e colorata, soffermandosi in particolare sui limoni, dando al lettore un’immagine del territorio siciliano come un immenso cielo verde cosparso di puntini gialli.
Un’altra immagine costante nelle descrizioni che Lawrence fa del paesaggio siciliano è l’Etna. Il vulcano, con tutto il suo potenziale distruttivo, sembra richiamare la divinità di quel “genius loci” che gli antichi credevano di doversi ingraziare prima di stabilirsi in un nuovo territorio, perché in grado di determinare il loro destino
‘’Mai ho provato una nostalgia più profonda di quella che ho provato per la Sicilia leggendo Verga, per la Sicilia, dico; per la splendida Sicilia che penetra profonda nel sangue. Splendida Sicilia, così limpida nella sua bellezza, così vicina alla bellezza fisica dell’antica Grecia!’’.
David Herbert Richards Lawrence
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La scuola poetica siciliana
La scuola poetica siciliana è la prima forma di letteratura laica in Italia. Suo promotore fu l’Imperatore Federico II di Svevia. Questa scuola vide il suo apice tra il 1230 e il 1250. Nacque come una poesia di corte, infatti autori dei più noti sonetti sono lo stesso Federico II e membri della sua corte quali Pier delle Vigne, Re Enzo, figlio di Federico, Rinaldo d’Aquino, Jacopo da Lentini (funzionario della curia imperiale), Stefano protonotaro da Messina…La lingua usata era il siciliano o meglio il siculo-appulo.
‘’…Del vostro cor certanza
Ben ho veduto in parte;
Chè assai poco si parte
20
Vista da pensamento.
Se non fosse a fallanza3
Proponimento d’arte,
Che dimostrasse in parte
Altro, ch’ave in talento…’’.
‘’Vostra orgogliosa ciera’’ Arrigo Testa
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Proverbi Siciliani
Il proverbio è la più antica forma di slogan, mirante non già ad incentivare l’uso di un prodotto commerciale, bensì a diffondere o a frenare un determinato habitus comportamentale, un particolare modo di valutare le cose, di interpretare la realtà.
Quannu tu manci chiuditi la porta e quannu parri votiti d’arreri
( quando mangi chiudi la porta, quando parli guardati alle spalle)
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