Appalti truccati. Cemento depotenziato. Asfalto sottile. Corsi d’acqua edificati. Abusivismo. Ponti che si sbriciolano. Coste erose. Strade a pezzi e allagate. Tombini che eruttano. Caditoie intasate. Omessi controlli. Ingegneri, architetti e geologi che scrivono decreti. Laureati in diritto che espatriano. “Impresentabili” che ‘regimano’ i voti. Ricorsi ‘insabbiati’. Risultato: l’Isola sott’acqua
Rodomonte, Smargiasso, Gradasso, il nostro Nullo-Nello si agita scompostamente sul palcoscenico della miserabile politica siciliana.
“Io ti denuncio, ti accuso, ti epuro, ti dimetto, ti prendo a calci, ti spiezzo in due”.
Di rilancio in rilancio, Musumeci, come il dantesco titano abbattuto Capaneo, vinto da se stesso alla battaglia della vita, lancia la sua impotente invettiva:
“Togli Dio, che a te le squadro”.
Con ambo le “fiche” (lo sa il Nullo che cosa sono?) rivolte al cielo vindice e impietoso che ha sepolto la Sicilia degli appalti truccati, del cemento depotenziato, dell’asfalto sottile, degli alvei edificati, dei quartieri abusivi, dei ponti caduti, delle coste erose, delle strade allagate, dei tombini eruttati, delle caditoie eternamente intasate, degli omessi controlli, degli ingegneri, degli architetti e dei geologi che fanno decreti invece che progetti e ispezioni, mentre i laureati in diritto emigrano o addirittura espatriano.
Un mondo fatto a propria misura da personaggi che nella loro misera morale, di licenza in licenza, si costruiscono un loro habitat.
Un mondo costruito da castori che sopravvivono con la loro idraulica di roditori.
“Guardati dalla morte per acqua”.
Sembra che il cielo ci ammonisca, mandandoci un segnale che per i colpevoli è inequivocabile. Solo loro sanno, sanno che con la loro politica d’accatto, alla ricerca del consenso a qualsiasi costo, hanno causato lo scempio della Sicilia e la morte civile di tanti Siciliani.
Da qui la reazione isterica degli istrioni lasciati soli e a rappresentare la parte delle persone serie. Ma è una reazione a caldo, nella speranza che, ancora una volta, i siciliani, invece di dare l’assalto ai ‘Palazzi del potere’, se la prenderanno col destino cinico e baro.