Il presidente della commissione regionale antimafia interviene sull’impianto USA definendo un “indecente balletto” le dichiarazioni cui non seguono i fatti
“Sul Muos continua un indecente balletto. Mentre a parole si afferma di voler intervenire per avviare la dismissione della base di Niscemi, gli atti amministrativi vanno nella direzione opposta”. E’ dura la presa di posizione di Claudio Fava, presidente della commissione regionale Antimafia, che si sofferma su fatti poco noti al grande pubblico.
C’è, infatti, una richiesta per lavori di manutenzione, avanzata dagli USA proprio per il sistema di telecomunicazione satellitare di Niscemi della quale non si è parlato. Forse per fare passare in sordina quello che sembra, visto come vanno le cose, uno scontato via libera.
Dice Fava:
“C’è la richiesta formulata dal Ministero della Difesa, per conto del comando della US Navy, per nuovi lavori di manutenzione straordinaria all’interno della base. Richiesta formulata al Comune di Niscemi e alla Regione Siciliana – sottolinea Fava – e di cui poco si è saputo e ancor meno parlato”.
Fava si rivolge direttamente al governatore:
“Al presidente Musumeci, che in più occasioni aveva dichiarato la contrarietà all’opera, e al Movimento 5 stelle, che ora ha la responsabilità del governo del Paese, chiediamo di decidere una volta per tutte da che parte stare”.
“Per questo abbiamo depositato una mozione, che chiediamo venga rapidamente discussa, affinché l’Assemblea regionale siciliana si esprima contro le autorizzazioni a nuovi lavori nella base e chieda ai governi regionale e nazionale, ciascuno per le proprie responsabilità, di smantellare il Muos”.
La vicenda, come sappiamo, è molto intricata (sotto alcuni articoli sul tema). Sappiamo che tutti si sono piegati ai voleri degli USA (dopo il via libera del governo Berlusconi, Ministro alla Difesa era Ignazio La Russa), decisi a piazzare nella base di Niscemi (che, lo ricordiamo, non è della NATO ma della Marina americana) l’ennesimo strumento per il controllo satellitare dei mezzi militari, contro il volere del territorio che teme rischi per la salute derivanti dalle onde elettromagnetiche e che rifiuta l’idea di un territorio ‘base di guerre’.
Ma il punto è che sull’argomento, in campagna elettorale, in troppi si sono sbilanciati dichiarandosi contrari. Vale per Musumeci e vale, va da sé, per il Movimento 5 Stelle che sul tema rischia di perdere un pezzo importante della sua base. Già in rivolta per i casi ILVA (i grillini avevano promesso di chiudere l’accieieria di Taranto) e per il TAP, il metanodotto che arriverà in Puglia devastando uliveti e spiagge.
Su quest’ultimo tema, pare che, così hanno sostenuto numerosi analisti, il governo giallo-verde non se la sia sentita di dispiacere il governo americano che vede nel TAP un modo per allentare il potere russo nella gestione e distribuzione del gas.
L’allentamento della dipendenza energetica dell’Italia e, in generale, dell’Europa dalla Russia è diventato un obiettivo primario dell’amministrazione Trump. In cambio, gli americani avrebbero garantito sostegno alla politica economica dell’Italia. Non a caso, infatti, due baluardi dell’informazione finanziaria USA – Bloomberg e il Wall Strett Journal – hanno difeso la manovra economica del governo M5S-Lega.
Tutto questo per dire che, nonostante Luigi Di Maio in visita in Sicilia abbia annunciato novità importanti sul MUOS, è ovvio che se è vero che si è creato questo filo diretto tra l’attuale governo italiano e l’amministrazione USA, sul MUOS non cambierà proprio nulla. E saranno nuovi guai per i pentastellati che dovranno giustificare anche questa marcia indietro.