Dietro i parassiti che oggi stanno finendo di svendere la nostra Autonomia ci sono oltre 70 anni di ‘Mala signoria’. Si comincia con il “malefico nano”, al secolo Luigi Einaudi, protagonista della distruzione dell’Alta Corte per la Sicilia. Poi la Corte costituzionale, che ha massacrato l’Autonomia. Quindi gli attuali ascari che stanno completando l’opera. E gli ‘intellettuali siciliani’? Non pervenuti…
Oggi che il “popolo ha perduto il coraggio e il senno” spetterebbe agli intellettuali siciliani, professori universitari, di diritto, di storia, di scienze e professionisti, ingegneri, architetti, medici, agli insegnanti, agli imprenditori, ai laureati e agli studenti vestire per un giorno abiti da estremisti religiosi medievali e scatenare una mirata, virtuale notte di San Bartolomeo nei confronti della tomba che custodisce i resti di Luigi Einaudi, il malefico nano prima fascista, rapidamente riciclatosi in ambito liberale e come tale diventato presidente del Repubblica fondata sui post-fascisti.
Perché proprio lui e perché tanto accanimento? Perché Einaudi lottò tutta la vita per l’abolizione dell’Alta Corte per la Sicilia, l’organo paritetico tra lo Stato e la Regione siciliana deputato a giudicare sulla costituzionalità delle leggi dello Stato e della Regione. Era il cuore della Autonomia regionale, lui lo sapeva e non gli stava bene.
Da allora, tra bastonate (tante) e carote (il minimo sindacale), la Corte costituzionale – il braccio armato del diritto dello Stato e non dello Stato di diritto – nel silenzio degli intellettuali e con la complicità dei politici siciliani, ha fatto scientificamente a pezzi l’Autonomia regionale siciliana, avvalendosi al suo interno della collaborazione di tanti siciliani che ne sono stati componenti o che, addirittura, l’hanno presieduta.
Gli effetti devastanti di questa dolosa disattivazione dello Statuto regionale sono sotto gli occhi di tutti, ma pochissimi guardano, connettono, collegano: lo Stato italiano, il vero grande nemico della Sicilia, ci deve 150 miliardi di euro per decenni di contributo di solidarietà non versato (articolo 38 dello Statuto siciliano, COME POTETE LEGGERE QUI), trattiene illegalmente 7 miliardi di euro all’anno di imposte e tasse di competenza regionale, come ha ammesso candidamente l’ex ‘commissario’ del PD di Matteo Renzi in Sicilia, Alessandro Baccei (COME POTETE LEGGERE QUI), si pappa annualmente mille e 600 miliardi circa di euro per un preteso contributo di solidarietà (le parti si sono invertite: ora la Sicilia aiuta l’Italia: non solo lo Stato non ci restituisce i miliardi scippati alla nostra Regione calpestando l’articolo 38 dello Statuto, ma continua a scipparcene altri!).
Buffoni salariati in combutta con parassiti e ascari papponi stanno desertificando la nostra Isola.
Gli intellettuali. Già. Ma dove sono gli intellettuali siciliani oggi? Diso-organici e, come dice Marco Travaglio “incistati come nelle trincee dell’establishment, in fuga, a difendere il posto e le prebende”.