La domanda non è oziosa. Perché, ogni anno, le nove ex Province della Sicilia, in base a una decisione assunta dal Governo Renzi, sono costrette a pagare al Governo nazionale 200 milioni di euro per risanare i conti dello Stato che non si risanano mai. Il mutuo ipotizzato dal Governo Musumeci per che cosa servirebbe? Per assicurare i servizi ai cittadini o per pagare l’obolo allo Stato?
“Bene ha fatto il parlamentare regionale Antonello Cracolici a dichiarare estinto il PD. Dopo tutti i danni che ha fatto alla Sicilia, dalla Regione alle ex Province, l’estinzione di questo partito è doverosa”.
Con una punta d’ironia, Franco Busalacchi presidente dell’Associazione politica ‘I Nuovi Vespri per l’autoderminazione dei siciliani’, parte da una dichiarazione dell’ex assessore regionale, Cracolici, e dei danni prodotti dal partito dello stessi Craolici, il PD, per affrontare il nodo delle ex Province siciliane, oggi a un passo dal default (in realtà, la l’ex Provincia di Siracusa il default l’ha già dichiarato).
“Un partito che ha presentato e fatto eleggere alla Presidenza della Regione siciliana un personaggio come Rosario Crocetta – prosegue Busalacchi – non merita di sopravvivere. Il servilismo del PD siciliano e di Crocetta nei confronti del governo Renzi è costato miliardi e miliardi di euro alla Regione e oggi, come una ciliegina al cianuro, l’ennesimo regalo allo Stato, ovvero i 200 milioni di euro ogni anno che le ex Province siciliane sono state costrette a pagare – e che continuano a pagare – al Governo centrale come contributo per il risanamento dello Stato sanciranno il fallimento delle stesse ex Province”.
Il riferimento è al prelievo forzoso operato da Roma per far quadrare i conti dello Stato. Sono 200 milioni di euro all’anno che le nove ex Province siciliane continuano a pagare. Fino ad oggi lo Stato ha ‘saccheggiato’ gli avanzi di amministrazione delle ex Province. Che, però, sono finiti.
Per la cronaca, lo scippo di 200 milioni di euro all’anno a carico delle nove ex Province siciliane è stato deciso dal Governo nazionale di Matteo Renzi: scippo che l’attuale Governo Conte-Di Maio-Salvini ha confermato, dimostrando, anche su questo fronte (e non soltanto su quello del grano duro Senatore Cappelli, dell’ILVA e adesso anche della TAP), di essere uguale al Governo del PD (QUI VI ABBIAMO PARLATO ELLE CONTRADDIZIONI DEL MOVIMENTO 5 STELLE SUL GRANO DURO SICILIANO E SULLA TAP). .
Busalacchi si sofferma anche sul mutuo che la Regione siciliana vorrebbe accendere per ‘salvare’ le ex Province siciliane (VE NE ABBIAMO GIA’ PARLATO QUI CON UN’INTERVISTA A PAOLO AMENTA).
“Quanto al mutuo annunciato dal Governo di Nello Musumeci – aggiunge presidente dell’Associazione politica ‘I Nuovi Vespri – Paolo Amenta, vice presidente di ANCI Sicilia, ha ragione a chiedere al presidente Musumeci e all’assessore Gaetano Armao se intendono farne uno all’anno. Il problema delle ex Province è strutturale e non congiunturale. La manutenzione di scuole e strade si fa ogni anno. Gli stipendi dei circa 6 mila dipendenti delle ex Province si pagano ogni mese per tutti gli anni. E lo Stato continua a prelevare dai magrissimi bilanci delle ex Province 200 milioni di euro all’anno”.
“La mia domanda – dice sempre Busalacchi – è la seguente: il Governo Musumeci e l’Assemblea regionale siciliana, che dovrebbe approvare il tutto, intendono fa contrarre alla Regione un mutuo per consentire alle ex Province di svolgere i servizi previsti dalla Legge, o per continuare a pagare allo Stato 200 milioni di euro all’anno sulla pelle dei siciliani?”.
“La domanda – conclude il presidente dell’Associazione politica ‘I Nuovi Vespri – è rivolta anche al Governo nazionale di Conte, Di Maio e Salvini -. A noi risulta che, fra le entrate del Bilancio dello Stato del 2019 che ancora deve essere approvato, ci sono sempre i 200 milioni di euro scippati alle ex Province siciliane. Prima di indebitare ulteriormente la Regione, Governo Musumeci e Governo nazionale dovrebbero chiarire questo punto. Eliminando il prelievo forzoso a carico delle ex Province della nostra Isola”.