La verità è che i grillini, nel Sud, non ne stanno facendo una giusta. Non hanno chiuso l’ILVA di Taranto, proprio come ha fatto il PD; in queste ore stanno dicendo sì alla TAP, il folle gasdotto che distruggerà gli oliveti del Salento. Non hanno fatto una mazza contro la ‘privatizzazione’ del Senatore Cappelli e, adesso, si scopre anche che hanno avallato il Decreto per ridurre la produzione di grano duro biologico. Pensano che nel Mezzogiorno abbiamo portato i nostri cervelli all’ammasso?
La notizia – e lo scriviamo non senza una punta di amarezza – è che dietro il Decreto del Ministero delle Politiche agricole senza né capo, né coda che punta a ridurre la produzione di grano duro biologico in Italia (VE NE ABBIAMO PARLATO QUI, ARTICOLO CHE E’ STATO MOLTO SEGUITO DAI LETTORI) c’è non soltanto il Ministro ‘scienziato’ della Lega, Gian Marco Centinaio, ma anche altri ‘neo-scienziati’ dell’agricoltura. Sì, avete letto bene, ci sono anche i grillini, quelli che hanno fatto il pieno di voti nel Sud e che hanno avallato un provvedimento che rischia di penalizzare uno dei settori più importanti dell’agricoltura del Mezzogiorno, il grano duro.
E’ noto che il grano duro è, storicamente, una coltura d’elezione del Meridione d’Italia. Il grano duro è uno dei biglietti da visita più importanti del Sud Italia. Il grano duro è un componente essenziale della Dieta Mediterranea. Perché è nel Sud Italia che il grano duro matura al sole, senza bisogno di glifosato e di altre diavolerie della chimica.
Il grano duro biologico, poi, è quanto di meglio ci possa essere in questo settore: limitare la sua produzione, sulla base di considerazioni agronomiche soggettive, se non strampalate, è sbagliato. Con in più il dubbio che, dietro un provvedimento del genere – ribadiamo: senza né capo, né coda – si possano celare altri interessi.
Sulla vicenda rintracciamo su Facebook una dichiarazione di Paolo Parentela, parlamentare nazionale del Movimento 5 Stelle eletto in Calabria – quindi un uomo del Sud – componente della Commissione Agricoltura della Camera dei deputati.
Scrive Parentela:
“In questi giorni sta girando una notizia sul web con la quale si accusa il Governo di aver fatto un decreto (n.6793) per colpire la produzione di #grano #biologico. Scrivo questo post per rispondere a quanti chiedono dettagli. Non è una volontà politica ma tecnica richiesta dalle regioni. Il DM in questione, raccoglie e semplifica le norme stratificate in 10 anni ed è finalizzato a rendere le #rotazioni #reali e non fittizie ed è stato elaborato a seguito di un articolato confronto tecnico agronomico che ha coinvolto tutte le Regioni tanto che il decreto è stato #approvato dalla Conferenza Stato #Regioni. In ogni caso è consentita la deroga (art.2 c.7) in caso di condizioni pedoclimatiche che non consentano la rotazione secondo le modalità stabilite dal decreto. Ad ogni modo l’ufficio ministeriale competente preparerà una nota interpretativa volta a venire incontro a particolari esigenze del mondo produttivo”.
L’onorevole Parentela è un “tecnico”? Se è un tecnico, di grazia, ci dovrebbe spiegare perché un Decreto che risale agli anni dell’ultimo Governo Berlusconi (per la precisione, il provvedimento risale al 2009), che in Sicilia è stato sempre contestato sul piano tecnico-agronomico, debba essere ripreso e, addirittura, reso più stringente dall’attuale Governo!
Il parlamentare grillino ci dà una notizia importante, là dove scrive che il Decreto non è il frutto di “una volontà politica, ma tecnica richiesta dalle regioni”.
Egregio onorevole, ci può fare sapere, sempre di grazia, quali Regioni italiane avrebbero richiesto tale Decreto? E tra i governanti di queste Regioni che hanno richiesto la riduzione della produzione di grano duro biologico – perché alla fine di questo si tratta – ci sono, per caso, gli amministratori delle Regioni del Sud Italia? C’è, per caso – questo ci interessa moltissimo – anche l’assessorato all’Agricoltura della Regione siciliana, che è l’esempio macroscopico del fallimento del Governo Musumeci?
Su questo punto noi, onorevole Parentela, proveremo a contattarla, perché la questione è seria: e ci interessa tantissimo.
Nella sua nota su Facebook il parlamentare grillino scrive che il provvedimento è stato adottato per rendere “le #rotazioni #reali e non fittizie”. Questo punto merita una piccola digressione.
Cosa sono le rotazioni colturali lo illustriamo nell’articolo che abbiamo allegato. Quello che chiediamo all’onorevole Parentela è: a che titolo il Governo nazionale entra nella vita delle aziende agricole per stabilire che tipo di rotazione colturale effettuare? Siamo davanti a una riedizione del dirigismo economico dell’Unione Sovietica, in stile Lysenko?
Noi, dall’attuale Governo nazionale, ci aspettavamo che il decreto del Governo Berlusconi che, nel nome di una salvaguardia, tutta da dimostrare, della biodiversità, limita la produzione di grano duro biologico venisse abrogato.
Invece – questo è incredibile! – è stato reso più stringente dall’attuale Governo. Pensavamo, sbagliando, che questa ennesima follia fosse solo farina del sacco leghista, voluto, cioè, dal Ministro leghista delle Politiche agricole, Centinaio, un signore del Nord che, fino ad oggi, ha ignorato i problemi dell’agricoltura del Sud.
Invece adesso apprendiamo che anche il Movimento 5 Stelle è d’accordo su tale provvedimento. E questo è veramente incredibile!
Tra l’altro, è inaccettabile leggere che tale provvedimento si è reso necessario per “rendere le #rotazioni #reali e non fittizie”.
Secondo lei, onorevole Paretela, seminare una seconda coltura dopo la leguminosa raccolta in primavera sarebbe una “rotazione fittizia”?
Ma prima di ‘infirlarvi’ – mettendoci la faccia – in un mondo che non conoscete, vi informate? Lo sapete che, in Sicilia, la rotazione biennale grano duro-fava è, come ha provato a illustrare il presidente della Confagricoltura della Sicilia, Ettore Pottino, un fatto ordinario?
Quindi poi arrivate voi, che con la Sicilia e con le tradizioni siciliane non avete nulla a che spartire, e dovete venire ad insegnare ai nostri agricoltori come si coltiva il grano duro biologico? Siete o no un po’ presuntuosi?
Ancora: il fatto che lei, onorevole Parentela, scriva che “il Decreto è stato #approvato dalla Conferenza Stato #Regioni” non solo non giustifica il provvedimento, ma peggiora la situazione!
La verità, onorevole Parentela, è che il suo partito, nel Sud, alle ultime elezioni politiche, ha preso tanti voti, ma sta combinando un sacco di pasticci.
Avete avallato – cosa veramente immorale! – il proseguimento dell’attività dell’acciaieria di Taranto – l’ILVA – che, dagli anni della Cassa per il Mezzogiorno, inquina e provoca danni ingentissimi alla salute degli abitanti di Taranto.
La vostra è stata una giravolta: in campagna elettorale raccontavate agli abitanti di Taranto che eravate favorevoli alla chiusura dell’acciaieria. Una volta arrivati al Governo avete cambiato opinione. Proprio come hanno sempre fatto gli esponenti della vecchia politica.
State replicando anche con la TAP (Trans-Adriatic Pipeline), il gasdotto che, dalla frontiera greco-turca, attraverserà la Grecia e l’Albania, per approdare in Italia, nella provincia di Lecce. Un’opera faraonica per intercettare il gas naturale dell’area del Mar Caspio (Azerbaigian). Opera che non serve al Sud Italia, ma al Centro Nord Italia all’Europa. Un gasdotto che avrà un impatto violentissimo sul paesaggio pugliese e, in particolare, sugli oliveti del Salento.
Anche in questo caso, in campagna elettorale eravate contro la TAP: adesso che siete al Governo avete cambiato idea. Un Governo val bene l’olivicoltura pugliese…
E pugliese è anche la varietà di grano duro Senatore Cappelli, gloria e vanto della cerealicoltura meridionale. Una varietà di fatto ‘privatizzata’ da una società del Nord Italia, la SIS, con la ‘benedizione’ del Ministero delle Politiche agricole: lo stesso Ministero, guarda caso, che ha ‘partorito’ il decreto ‘intelligente’ per ridurre la produzione di grano duro biologico.
Pensavamo che i grillini, una volta al Governo, avessero messo la parola fine a quest’ennesima, incredibile penalizzazione a carico dell’agricoltura meridionale. Ma non siete nemmeno riusciti ad affrontare e risolvere la questione Senatore Cappelli.
Una domanda finale, onorevole Parentela: dove pensate di arrivare con queste scelte politiche dissennate ai danni del Sud? Forse è bene che gli abitanti del Mezzogiorno d’Italia, già a partire dalle elezioni europee del maggio del prossimo anno, diano un bel segnale a questi signori del Movimento 5 Stelle.
Facendogli capire che in politica le furbizie e gli impegni non mantenuti non pagano.
Foto tratta da succedeinitalia.it
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