Il comunicato dell’Unione Sindacale di Base è durissimo: “A chi volesse vedere i verbali, le denunce e gli esposti potremmo mostrare come sia chiaro, chiarissimo, che ci sono tutti gli elementi che comprovano l’appropriazione indebita insieme ad una miriade di altri reati. Eppure nulla è accaduto”
“Invece di pagare gli assegni familiari, le malattie , i permessi, il rappresentanti dello IAL, l’ente di formazione che ha distrutto oltre 500 famiglie, licenziando i lavoratori, utilizzavano i soldi per compensare i debiti che avevano con l’INPS. E come sia possibile che dopo decine di denunce circostanziate sulla gestione del fallimento dello IAL, non ci sia alcuno sviluppo giudiziario rilevante?”.
Lo scrivono in un comunicato i vertici dell’Unione Sindacale di Base (USB) della Sicilia e i tanti lavoratori che hanno presentato un esposto denuncia alla Procura della Repubblica di Palermo.
Ma, a quanto pare, questa ed altre denunce non sono bastate. per non parlare delle ripetute denunce, su Facebook, del responsabile USB della Formazione professionale in Sicilia, Costantino Guzzo, già dipendente dello IAL. Post di fuoco, ma non succede nulla. E’ come se, attorno alla vicenda IAL, fosse stato sollevato un muro di gomma contro il quale si infrangono tutte le denunce.
Nel comunicato, ad esempio, si cita un verbale della Guardia di Finanza, “che accerta che lo IAL, invece di pagare i contributi e le malattie ai lavoratori, avrebbe utilizzato i soldi per compensare i debiti che aveva con gli enti previdenziali”. Accusa pesante, ma tutto tace.
Sempre nel comunicato si racconta della “richiesta di archiviazione, firmata da un pubblico ministero della Procura di Palermo, con la motivazione che gli elementi raccolti nel corso delle indagini preliminari non paiono idonei a sostenere l’accusa in giudizio”.
“Beh, a chi volesse vedere i verbali, le denunce e gli esposti – prosegue il comunicato dell’USB – potremmo mostrare come sia chiaro, chiarissimo, che ci sono tutti gli elementi che comprovano l’appropriazione indebita insieme ad una miriade di altri reati. Eppure nulla è accaduto”.
“Oltre al danno la beffa – dice Sandro Cardinale, confederale nazionale dell’USB -. Una coltre di mistero avvolge la vicenda dello IAL Sicilia. Da anni oramai la USB denuncia i gravi illeciti consumati nella gestione del fallimento dello IAL, ma l’autorità giudiziaria sembra non tenerne conto. Eppure sono palesemente descritti nella documentazione che la USB ha prodotto agli inquirenti. Anche i non addetti ai lavori si accorgerebbero che sono stati consumati delitti ai danni delle centinaia di donne e uomini i quali si sono ritrovati senza lavoro e senza le spettanze dovute”.
A questo punto l’Unione Sindacale di Base, si chiede:
“Chi si sta coprendo? E perché?”.
E ancora:
“Se è vero che l’Italia è uno Stato di diritto, sarebbe legittimo, che la magistratura desse giustizia agli ex lavoratori dello IAL Sicilia. Noi ci saremo finché non sarà fatta luce sull’intera vicenda – conclude Cardinale -. La USB non mollerà la presa finché giustizia non sarà fatta.”
Visualizza commenti