Sinfonia sull’Accordo di programma per la riqualificazione e la reindustrializzazione dell’area industriale di Gela. Il dubbio è quello di essere davanti a un “accordo binario”: uno vero e l’altro finto. Quello vero è a Venezia, quello finto a Gela. Chissà perché, ma a noi questa storia ricorda il parallellismo tra l’aeroporto di Orio al Serio, in Lombardia, e l’aeroporto di Comiso: il primo funziona, il secondo è in eterna crisi…
Esultate, giubilate, il governo Musumeci, sì, quello del Nullo-Nello ha messo a segno un colpaccio! L’assessore alle Attività produttive, Domenico ‘Mimmo’ Turano, ha siglato a Roma, nella sede del Ministero dello Sviluppo economico, un Accordo di programma per la riqualificazione e la reindustrializzazione dell’area industriale di Gela.
Tutto bello, tutto bene? Purtroppo no. A parte il merito degli interventi su Gela (l’area secondo i più, invece che essere reindustrializzata, va dismessa, puramente e semplicemente e quindi totalmente bonificata e trasformata in un parco di archeologia industriale con dentro un museo sugli orrori provocati dalla chimica ‘pesante’), quando leggiamo che, oltre all’accordo su Gela, è stato siglato un Accordo di programma dello stesso tipo su Venezia capiamo tutto.
In primo luogo, che ancora una volta il Nord è privilegiato rispetto al Sud. Infatti l’impegno finanziario dello Stato per Gela è di 15 miliardi di euro e la Regione siciliana deve cacciarne fuori altri 10, mentre l’impegno finanziario dello Stato per Venezia è di ben 20 miliardi di euro e la Regione Veneto ne deve cacciare fuori appena 6, 7 milioni di euro.
Forse la Sicilia è più ricca del Veneto?
Ma questo è il meno.
In secondo luogo, prendiamo atto che siamo di fronte ad un “accordo binario”, ovvero un accordo fatto di due accordi di cui uno vero, quello di Venezia, e l’altro fasullo, quello di Gela.
E’ lo stesso meccanismo che fu adoperato, tanti anni fa, per fare l’aeroporto di Orio al Serio, in Lombardia. Per avere via libera senza mugugni il Ministero dette il via anche alla costruzione dell’aeroporto di Comiso, in Sicilia. Col retro pensiero che, mentre l’aeroporto di Orio si sarebbe costruito e avrebbe funzionato, quello di Comiso, ammesso che si fosse arrivati alla sua costruzione, non sarebbe mai andato a regime e non avrebbe creato problemi al Nord. Cosa che puntualmente si è avverata.
Orio al Serio funziona alla grande, al punto da fare concorrenza a Linate; Comiso, che ha aperto i battenti tra mille problemi, è finito nelle mani di miserabili, inutili politici d’accatto che ne hanno affidato la gestione a gente che, nella migliore delle ipotesi, è fuori mestiere, vive una vita grama al punto che se ne paventa la chiusura.
E dire che si tratta di un aeroporto che potrebbe e dovrebbe consentire alle magnifiche produzioni agricole iblee di raggiungere velocemente tutti i Paesi dell’universo mondo!
Anche l’accordo di Gela farà la stessa fine, impaniato in veti incrociati, logorato da appetiti inconfessabili, affidato a furbastri e furbetti, tra ritardi burocratici, inefficienze dolose, gelosie e rivalità e con i soldi che prenderanno ovviamente un’altra strada.
AVVISO AI NOSTRI LETTORI
Se ti è piaciuto questo articolo e ritieni il sito d'informazione InuoviVespri.it interessante, se vuoi puoi anche sostenerlo con una donazione. I InuoviVespri.it è un sito d'informazione indipendente che risponde soltato ai giornalisti che lo gestiscono. La nostra unica forza sta nei lettori che ci seguono e, possibilmente, che ci sostengono con il loro libero contributo.-La redazione
Effettua una donazione con paypal