Quattro sindacalisti dell’ORSA fanno il punto della situazione nella gestione della Palermo-Messina e della Messina-Catania. Nessun accordo tra Regione e l’ANAS: le autostrade debbono essere gestite dal CAS, che deve funzionare bene. Colpendo chi lo ha amministrato male. E richiamando in servizio il Direttore generale, Leonardo Santoro. Chiarezza sui turni di notte
da Mariano Massaro, Segretario regionale ORSA Sicilia,
Giuseppe Prestigiacomo, delegato Confederale ORSA
Piero Garozzo e Salvatore Costanzo, anche loro del sindacato ORSA
riceviamo e pubblichiamo
Nell’ottobre del 2017 Nello Musumeci candidato alla presidenza della regione nelle imminenti elezioni dichiarava:
“Con me presidente la ricreazione è finita. La Sicilia continua ancora ad essere una colonia. Ecco perché qualcuno non mi vorrebbe alla guida della Regione”.
A proposito delle autostrade in gestione al Consorzio Autostrade siciliane (CAS), questa di seguito la sua dichiarazione:
“L’autostrada Catania-Messina, la A18, è una vergogna. E la frana rimane a simboleggiare la latitanza di chi dovrebbe intervenire con tempestività. Perché la Sicilia continua ancora ad essere una colonia. Ecco perché qualcuno non mi vorrebbe alla guida della Regione. Perché sanno che li prenderei a calci nel sedere, alcuni; li accompagnerei davanti alla Procura della Repubblica prendendoli per il colletto. Ognuno deve fare la sua parte. E tutti devono convincersi che questa non è una terra rassegnata. Se il 5 novembre i siciliani ci faranno andare al governo, la ricreazione finirà”.
Nello Musumeci è stato eletto alla presidenza della Regione, la ricreazione è finita da quasi un anno ma:
“Ci sono dei funzionari regionali che si comportano da criminali. Io li manderei in galera” (questa la dichiarazione del Presidente di qualche giorno fa).
Se ci sono da amministrare calci nel sedere, signor Presidente, per le condizioni disastrose delle autostrade siciliane, può cominciare bene da chi ha amministrato il CAS in posizione verticistica negli ultimi dieci anni, senza trascurare poi ex Presidenti di Regione, ex assessori alle Infrastrutture e funzionari dello stesso assessorato. Gli anni più bui della gestione autostradale del CAS.
Per tornare all’attuale, signor Presidente, il 13 settembre scorso è stato pubblicato su Panorama un articolo a firma del giornalista Antonio Rossitto:
“C’è da spostare un carrozzone in autostrada”.
A leggere l’articolo verrebbe da chiedersi chi lo ha ispirato a scrivere certe cose che – tra le altre veritiere, ossia lo stato dell’infrastruttura – non sono aderenti al vero, e contro il quale non si è levata alcuna voce né aziendale, né politica, a correzione – almeno parziale – di quanto descritto a discredito dell’infrastruttura e dei siciliani.
Secondo il giornalista, le autostrade siciliane gestite dal CAS sarebbero completamente sprovviste di automatismi e il pagamento del pedaggio si effettuerebbe solamente con il contate; niente di più falso.
Sulle condizioni dell’autostrada Messina-Catania – che l’ex Presidente della Regione Rosario Crocetta ebbe a definire “un gioiellino” e a cui anche egli ha impresso un sigillo di inerzia amministrativa – con nostro rammarico ne dobbiamo constatare la veridicità: è uno sfascio totale. L’insediamento del suo Governo, signor Presidente Musumeci, aveva fatto sperare un poco i siciliani e tra questi i tantissimi utenti che giornalmente la frequentano.
Ci sono delle criticità gravi che riguardano la sicurezza dell’utenza e dei lavoratori in servizio presso i caselli che vivono continuamente la condizione di disagio; qualcuno di loro lo manifesta apertamente, ma la maggior parte è ostaggio di compromessi per i quali reputano più conveniente per loro non lamentarsi.
Il rischio per l’utenza. Un qualsiasi utente che transita dalle porte di entrata o di uscita dei caselli autostradali non dovrebbe per nessun motivo trovarsi nella condizione di scendere dal suo veicolo; eppure è quello che accade di sovente, perché questi può trovarsi a non ricevere il biglietto ad una porta in entrata o a non ricevere il giusto resto dalle cassa automatica in una porta di uscita. Non è situazione rara o di un solo determinato casello, ma di tutti i caselli, in quanto le automazioni sono obsolete e funzionano male nonostante le manutenzioni.
In conseguenza di questo, accade che l’utente scenda dal suo veicolo avventurandosi per il casello, attraversando incautamente le piste – tra le quali le più pericolose Telepass – alla ricerca dell’operatore a cui chiedere assistenza. Quello che non accade per molto tempo, può verificarsi in un attimo … e ci potrebbe scappare il morto.
Ci sono problemi anche ai caselli della Palermo-Messina: Falcone, Patti, Brolo, Rocca di Caprileone, Sant’Agata di Militello, Santo Stefano di Camastra e Tusa che restano senza presidio (totale o parziale rispetto ai 3 turni) e dove è accaduto che l’utenza è rimasta bloccata per lungo tempo dietro le sbarre.
Il rischio dei lavoratori. Altra grave situazione è quella che vive quotidianamente il personale di ruolo con un carico di lavoro che non permette loro di fruire delle normali ferie, diritto indifferibile del lavoratore.
Ma cosa ancora più grave, che costituisce violazione delle norme di sicurezza, è la prestazione lavorativa in solitudine, specialmente nel turno di notte e con pesanti ripercussioni psicofisiche sul lavoratore.
Prima dell’anno 2016, venivano messi in servizio almeno due unità o anche più – secondo l’importanza del casello e il periodo di maggior o minor flusso veicolare – per garantire la sicurezza dello stesso personale, dell’utenza e della struttura.
Il lavoro in solitudine, quando previsto dalle norme sulla sicurezza, si può effettuare nelle strutture ad alta automazione e con dei presidi atti a garantire la salute del lavoratore in qualsiasi momento; non è la condizione strutturale del CAS.
Ci sono lavoratori e sindacati che su questo argomento hanno già esposto denuncia all’azienda e alle autorità preposte; un voce di allarme nel silenzio delle istituzioni. Quello che non accade per molto tempo, può verificarsi in un attimo… e ci potrebbe scappare il morto.
Questo Consorzio Autostradale non deve chiudere, Signor Presidente Musumeci e Signor assessore Marco Falcone, né tantomeno essere ceduto ad ANAS, ma affidato a mani capaci; richiamino al ruolo di Direttore Generale l’ing. Leonardo Santoro e gli diano la piena disponibilità per rimettere in piedi le autostrade siciliane.